Vorrei aprire questo trhead, appositamente, perchè ritengo che questo titolo debba essere specificato sulla tematica del lavoro, da ricollegare strettamente all'emissione di nuova moneta.
Credo che Marco Cappelli, mi sembra di aver capito intellettualmente, abbia messo e voluto mettere il dito sul punto focale e fulcro, dell'intera questione monetaria sollevata da molti, volendo far incentrare la dovuta attenzione che merita, e che una intera comunità, dovrà affrontare, prima di avviare qualsiasi altra azione perentoria, che si vorrebbe adottare, per garantire la credibilità dell'emissione di una nuova moneta, sia che sia cartacea che elettronica.
Ogni comunità che si prende l'iniziativa di creare una nuova moneta, sia l'essere convertibile in valuta esterna, che non, in seguito alle evoluzioni del sistema econometrico che viene proposto da tutte le realtà che si stanno occupando in questi ultimi tempi di emissione di nuova moneta, e della sua relativa convertibilità, accettabilità, e suo valore intrinseco, dovrebbe essere intrinseco anche, il fattore concomitante, che essa debba interessarsi primariamente, di cercare, trovare, prima di tutto, una collocazione lavorativa e di vendere le ore di lavoro, di tutti coloro che parteciperebbero all'emissione monetaria.
Perchè questa primaria necessità, dovrebbe essere assolta e ricercata dall'associazione?
Perchè da quando il Professore Giacinto Auriti, ha dimostrato, che la proprietà della moneta, deve essere riconsegnata nelle mani del popolo, poichè è il popolo che, lavorando ore di lavoro, garantirebbe il valore intrinseco della moneta stessa, è il popolo stesso, che ha anche la responsabilità di lavorare e produrre sempre di più, se vuole emettere sempre più moneta senza incorrere nell'inflazione.
Inoltre, il popolo, non ha solo la responsabilità di lavorare e creare moneta senza debito (se vuole crescere e non indebitarsi), ma avrebbe anche la responsabilità di crearne quanto bastasse, affinchè coloro che escono dalla produzione (pensionati) possano rimanere in grado di acquistare le cose necessarie, per la loro sopravvivenza.
Come se non bastasse, sempre il popolo, deve saper equilibrare questa inevitabile "fluttuazione", sapendo ben investire le ulteriori risorse ed investimenti, ma che siano sempre in grado di mantenere il giusto equilibrio, tra l'immobilizzazione della moneta (settore immobiliare) e quella realmente prodotta e risparmiata.
Pertanto, se una qualsiasi comunità si prendesse la briga di creare una nuova moneta, più moneta essa vorrebbe emettere, di pari passo, più ore di lavoro deve essere in grado di saper collocare verso l'esterno, e vendere e produrre la propria manodopera, dovrebbe diventare una propria e primaria responsabilità.
Questo concetto, non farebbe nemmeno vacillare il sistema di una emissione monetaria "inflattiva", fondata sulla collocazione futura di prestazioni da effettuarsi, purchè questa "emissione", però, venga sempre e costantemente controllata, monitorata, in funzione del lavoro che si andrà REALMENTE a sviluppare in seguito, collocando REALMENTE le "future ore di lavoro", stando ben attenti, a non sforarne il loro equilibrio di assorbimento naturale.
Questo concetto, va ben oltre che l'attuale impostazione monetaria tradizionale, che fonda invece, una sua logica di emissione inflattiva, fondata solo sul credito, che viene offerto dal sistema bancario e/o creditizio, in modo assurdo ed in grado solo di produrre, estremo disagio collettivo.
Pertanto, una comunità, gruppo, città, che si vuole cingere a diventare indipendente dal sistema monetario statale e/o governativo, ha anche l'obbligo, di gestire, risparmiare, equilibrare PRIMARIAMENTE, la collocazione delle ore di lavoro che sono spendibili e/od investibili, dai propri concittadini e/o soci.
Quindi, se una comunità, gruppo, città, paese, intende sopraggiungere realmente all'indipendenza monetaria, quella Vera, essa potrà l'essere raggiunta e/o sostenuta legalmente, scientificamente, sostenibilmente nel tempo, solamente se Essa, si impegnerà a far interagire contemporaneamente, sia gli investimenti, che sono necessari per il pagamento delle ore di lavoro, (impegnate e spese dai singoli lavoratori, che essendo lavorate, garantiranno CONTEMPORANEAMENTE il valore intrinseco), sia l'accantonamento e risparmio della moneta stessa.
Se questi due fattori, anzi tre, non interagiscono contemporaneamente fra loro, una comunità, gruppo, città, nazione, non può e non potrà mai sostenere che possa legalmente emettere una vera moneta!
Solo in questa maniera, non si genererà mai, la moneta inflattiva!
Sulla base di questo iniziale trhead, si gradiscono interventi da parte di ognuno di voi foristi.
Enrico Frassinetti
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