Il futuro delle batterie Intervista con DONALD SADOWAY del MIT
L’URGENZA di ridurre le emissioni di carbonio e trovare un sostituto a lungo termine del petrolio come fonte energetica ha indotto molti ricercatori a guardare alle celle a idrogeno come valida alternativa ai combustibili fossili per l’alimentazione di fabbriche e autovetture.
Ma la riduzione dei costi degli ingredienti necessari alla realizzazione delle celle a combustibile, che al momento includono nell’elenco anche un elemento proibitivamente caro come il platino, si è dimostrata particolarmente difficile.
La corsa alla produzione di celle economicamente sostenibili continua, ma nel frattempo sempre più consumatori consapevoli dell’importanza della questione ambientale scelgono veicoli ibridi (a combustione interna ed elettrici, come la Prius della Toyota n.d.r.) per risparmiare benzina e ridurre le emissioni.
Gli ibridi si basano su una tecnologia forse meno “accattivante” delle celle a combustibile ma essa potrebbe rappresentare la chiave d’accesso a un futuro finalmente libero dall’egemonia dei combustibili fossili: la batteria ricaricabile.
E proprio con Sadoway, docente del Dipartimento di scienze e ingegneria dei materiali del Mit, titolare di 13 brevetti, nonché autore di oltre cento saggi sul futuro delle batterie e delle auto elettriche, si è incontrato Kevin Bullis, collaboratore di Technology Review.
Come ha iniziato a condurre ricerche sulle batterie?
A spingermi è stato in primo luogo il desiderio di farla finita una volta per tutte con il motore a combustione interna. Non ho deciso di impegnarmi in un settore di ricerca come questo solo per aiutare la gente a parlare al telefonino il 30 per cento del tempo in più con una carica sola.
E perché secondo lei bisognerebbe farla finita con il motore a combustione interna?
Il problema principale è l’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Se non cominciamo a preoccuparci attivamente di questo, poi il resto non farà nessuna differenza. Quel che veramente dobbiamo fare è iniziare a pensare a tecniche sostenibili per produrre elettricità e per andare in giro il più possibile senza bruciare carbonio.
Che ne pensa dell’opzione veicoli a celle di combustibile per ridurre le emissioni?
Non credo nelle celle di combustibile come fonte di alimentazione mobile. La trovo un’idea stupida. La bella notizia è che bruciano idrogeno e ossigeno per generare elettricità, e come prodotto di scarto danno solo vapore acqueo.
Ma la cattiva è che ti impongono di gestire molecole di idrogeno gassoso, ed è questo il fattore che al momento principalmente ostacola la ricerca.
Per un certo periodo si è parlato di macchine al cento per cento elettriche, ma finora non è saltato fuori nulla. Con una carica sola, tanto per dirne una, non si può andare molto lontano.
Fino a che punto si potranno migliorare le batterie?
A mio avviso potremmo facilmente raddoppiarne la capacità energetica rispetto ai livelli attuali. In laboratorio abbiamo realizzato celle che garantiscono una durata dalle due alle tre volte superiore rispetto alle moderne batterie agli ioni di litio.
Ma c’è di più. Il sogno dei sogni sarebbe il cromo. Se riuscissimo a stabilizzarlo come materiale per catodi da batteria e a ottenere una batteria da 600-700 watt di capacità per chilogrammo con adeguati ritmi di consumo potremmo dire addio per sempre all’economia all’idrogeno.
In passato lei ha guidato un’auto elettrica. Com’era?
Aprivo il tettuccio solare, abbassavo i finestrini e mi sporgevo fuori. Era una specie di tappeto volante. Sentivi la gente parlare e ridere, interagivi con la città.
Quando ho restituito la macchina a Boston Edison, sono tornato nel mio ufficio e mi sono detto “Devo lavorare sodo. Devo fare in modo che tutto questo succeda davvero”.
L’unico motivo per cui veicoli del genere non sono diffusi è che non possono fare più di 110 chilometri con una carica. Ma se si riesce a portarli a 430 il gioco è fatto. A nessuno verrà mai più in mente di tornare al motore a combustione interna.
Io voglio che queste batterie diventino così a buon mercato da poterle regalare. Abbiamo tanta strada davanti a noi, ma dobbiamo lavorarci.
KEVIN BULLIS © Technology Review
Fonte: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2006/02/09/il_futuro_delle_batterie.htm
L’URGENZA di ridurre le emissioni di carbonio e trovare un sostituto a lungo termine del petrolio come fonte energetica ha indotto molti ricercatori a guardare alle celle a idrogeno come valida alternativa ai combustibili fossili per l’alimentazione di fabbriche e autovetture.
Ma la riduzione dei costi degli ingredienti necessari alla realizzazione delle celle a combustibile, che al momento includono nell’elenco anche un elemento proibitivamente caro come il platino, si è dimostrata particolarmente difficile.
La corsa alla produzione di celle economicamente sostenibili continua, ma nel frattempo sempre più consumatori consapevoli dell’importanza della questione ambientale scelgono veicoli ibridi (a combustione interna ed elettrici, come la Prius della Toyota n.d.r.) per risparmiare benzina e ridurre le emissioni.
Gli ibridi si basano su una tecnologia forse meno “accattivante” delle celle a combustibile ma essa potrebbe rappresentare la chiave d’accesso a un futuro finalmente libero dall’egemonia dei combustibili fossili: la batteria ricaricabile.
E proprio con Sadoway, docente del Dipartimento di scienze e ingegneria dei materiali del Mit, titolare di 13 brevetti, nonché autore di oltre cento saggi sul futuro delle batterie e delle auto elettriche, si è incontrato Kevin Bullis, collaboratore di Technology Review.
Come ha iniziato a condurre ricerche sulle batterie?
A spingermi è stato in primo luogo il desiderio di farla finita una volta per tutte con il motore a combustione interna. Non ho deciso di impegnarmi in un settore di ricerca come questo solo per aiutare la gente a parlare al telefonino il 30 per cento del tempo in più con una carica sola.
E perché secondo lei bisognerebbe farla finita con il motore a combustione interna?
Il problema principale è l’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Se non cominciamo a preoccuparci attivamente di questo, poi il resto non farà nessuna differenza. Quel che veramente dobbiamo fare è iniziare a pensare a tecniche sostenibili per produrre elettricità e per andare in giro il più possibile senza bruciare carbonio.
Che ne pensa dell’opzione veicoli a celle di combustibile per ridurre le emissioni?
Non credo nelle celle di combustibile come fonte di alimentazione mobile. La trovo un’idea stupida. La bella notizia è che bruciano idrogeno e ossigeno per generare elettricità, e come prodotto di scarto danno solo vapore acqueo.
Ma la cattiva è che ti impongono di gestire molecole di idrogeno gassoso, ed è questo il fattore che al momento principalmente ostacola la ricerca.
Per un certo periodo si è parlato di macchine al cento per cento elettriche, ma finora non è saltato fuori nulla. Con una carica sola, tanto per dirne una, non si può andare molto lontano.
Fino a che punto si potranno migliorare le batterie?
A mio avviso potremmo facilmente raddoppiarne la capacità energetica rispetto ai livelli attuali. In laboratorio abbiamo realizzato celle che garantiscono una durata dalle due alle tre volte superiore rispetto alle moderne batterie agli ioni di litio.
Ma c’è di più. Il sogno dei sogni sarebbe il cromo. Se riuscissimo a stabilizzarlo come materiale per catodi da batteria e a ottenere una batteria da 600-700 watt di capacità per chilogrammo con adeguati ritmi di consumo potremmo dire addio per sempre all’economia all’idrogeno.
In passato lei ha guidato un’auto elettrica. Com’era?
Aprivo il tettuccio solare, abbassavo i finestrini e mi sporgevo fuori. Era una specie di tappeto volante. Sentivi la gente parlare e ridere, interagivi con la città.
Quando ho restituito la macchina a Boston Edison, sono tornato nel mio ufficio e mi sono detto “Devo lavorare sodo. Devo fare in modo che tutto questo succeda davvero”.
L’unico motivo per cui veicoli del genere non sono diffusi è che non possono fare più di 110 chilometri con una carica. Ma se si riesce a portarli a 430 il gioco è fatto. A nessuno verrà mai più in mente di tornare al motore a combustione interna.
Io voglio che queste batterie diventino così a buon mercato da poterle regalare. Abbiamo tanta strada davanti a noi, ma dobbiamo lavorarci.
KEVIN BULLIS © Technology Review
Fonte: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2006/02/09/il_futuro_delle_batterie.htm
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