Saperi negati

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Saperi negati

Raccolta di Saperi e Pensieri negati (ai più) dall'inconsapevolezza (altrui e propria) e da altre Cause.

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    Cesare Pavese e la morte

    nelda
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    Messaggio Da nelda Dom 16 Nov 2008, 01:05


    You, wind of March

    Sei la vita e la morte.
    Sei venuta di marzo
    sulla terra nuda -
    il tuo brivido dura.
    Sangue di primavera
    anemone o nube -
    il tuo passo leggero
    ha violato la terra.
    Ricomincia il dolore.
    Il tuo passo leggero
    ha riaperto il dolore.
    Era fredda la terra
    sotto povero cielo,
    era immobile e chiusa
    in un torpido sogno,
    come chi piú non soffre.
    Anche il gelo era dolce
    dentro il cuore profondo.
    Tra la vita e la morte
    e la speranza taceva.
    Ora ha una voce e un sangue
    ogni cosa che vive.
    Ora la terra e il cielo sono
    un brivido forte,
    la speranza li torce,
    li sconvolge il mattino,
    li sommerge il tuo passo,
    il tuo fiato d'aurora.
    Sangue di primavera,
    tutta la terra trema
    di un antico tremore.
    Hai riaperto il dolore.
    Sei la vita e la morte.
    Sopra la terra nuda
    sei passata leggera
    come rondine o nube,
    il torrente del cuore
    si è ridestato e irrompe
    e si specchia nel cielo
    e rispecchia le cose -
    e le cose, nel cielo e nel cuore
    soffrono e si contorcono
    nell'attesa di te.
    È il mattino, è l'aurora,
    sangue di primavera,
    tu hai violato la terra.
    La speranza si torce,
    e ti attende ti chiama.
    Sei la vita e la morte.
    Il tuo passo è leggero.

    25 marzo '50


    Passerò per Piazza di Spagna
    Sarà un cielo chiaro.
    S'apriranno le strade
    sul colle di pini e di pietra.
    Il tumulto delle strade
    non muterà quell'aria ferma.
    I fiori spruzzati
    di colori alle fontane
    occhieggeranno come donne
    divertite. Le scalele terrazze le
    rondinicanteranno nel sole.
    S'aprirà quella strada,
    le pietre canteranno,
    il cuore batterà sussultando
    come l'acqua nelle fontane
    sarà questa la voce
    che salirà le tue scale.
    Le finestre sapranno
    l'odore della pietra e dell'aria
    mattutina. S'aprirà una porta.
    Il tumulto delle strade
    sarà il tumulto del cuore
    nella luce smarrita.
    Sarai tu - ferma e chiara.

    28 marzo '50

    I mattini passano chiari
    e deserti. Cosí i tuoi occhi
    s'aprivano un tempo. Il
    mattinotrascorreva lento, era un gorgo
    d'immobile luce. Taceva.
    Tu viva tacevi; le cose
    vivevano sotto i tuoi occhi
    (non pena non febbre non ombra)
    come un mare al mattino, chiaro.
    Dove sei tu, luce, è il mattino.
    Tu eri la vita e le cose.
    In te desti respiravamo
    sotto il cielo che ancora è in noi.
    Non pena non febbre allora,
    non quest'ombra greve del giorno
    affollato e diverso. O luce,
    chiarezza lontana, respiro
    affannoso, rivolgi gli occhi
    immobili e chiari su noi.
    È buio il mattino che passa
    senza la luce dei tuoi occhi.

    30 marzo '50

    The night you slept

    Anche la notte ti somiglia,
    la notte remota che piange muta,
    dentro il cuore profondo,
    e le stelle passano stanche.
    Una guancia tocca una guancia -
    è un brivido freddo,
    qualcunosi dibatte e t'implora, solo,
    sperduto in te, nella tua
    febbre.
    La notte soffre e anela l'alba,
    povero cuore che sussulti.
    O viso chiuso, buia angoscia,
    febbre che rattristi le stelle,
    c'è chi come te attende l'alba
    scrutando il tuo viso in silenzio.
    Sei distesa sotto la notte
    come un chiuso orizzonte morto.
    Povero cuore che sussulti,
    un giorno lontano eri l'alba.

    4 aprile '50

    The cats will know

    Ancora cadrà la pioggia
    sui tuoi dolci selciati,
    una pioggia leggera
    come un alito o un passo.
    Ancora la brezza e l'alba
    fioriranno leggere
    come sotto il tuo passo,
    quando tu rientrerai.
    Tra fiori e davanzali
    i gatti lo sapranno.
    Ci saranno altri giorni,
    ci saranno
    altre voci.
    Sorriderai da sola.
    I gatti lo sapranno.
    Udrai parole antiche,
    parole stanche e vane
    come i costumi smessi
    delle feste di ieri.
    Farai gesti anche tu.
    Risponderai parole -
    viso di primavera,
    farai gesti anche tu.
    I gatti lo sapranno,
    viso di primavera;
    e la pioggia leggera,
    l'alba color giacinto,
    che dilaniano il cuore
    di chi piú non ti spera,
    sono il triste sorriso
    che sorridi da sola.
    Ci saranno altri giorni,
    altre voci e risvegli.
    Soffriremo nell'alba,
    viso di primavera.

    10 aprile '50



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