Holodomor: l'olocausto contadino dimenticato .(25.11.08) Michele Corti
25 novembre: anniversario dell'Holodomor. Mai sentito nominare? Già perchè ....
"Da tempo si è formata una discriminazione culturale contro coloro che producono il cibo considerato il lavoro di minor valore e io penso che sia giunto il momento dell'evoluzione umana in cui questo lavoro deve essere considerato il più importante, la maniera più alta di servire la terra e la gente" VANDANA SHIVA
.... l'olocausto di 7 milioni di contadini (Holodomor) 75 anni fa non lo ricorda nessuno ma noi oggi celebriamo questa memoria.
La nuova Ucraiana celebra il 25 novembre l'anniversario dell'Holodomor, il genocidio scientificamente perpetrato dal regime comunista sovietico per imporre la collettivizzazione forzata e annientare la nazione ucraina.
Holodomor in ucraino Голодомор significa "lenta morte per fame". Nel 1932-33 venne perpetrato da uno dei peggiori genocidi ed etnocidi della storia dell'umanità. Milioni di contadini vennero fatti morire di stenti sequestrando loro le scorte di cibi, gli attrezzi, gli animali.
Chi cercava il cibo era colpevole e condannato.
E' stata una carestia terroristica pianificata scientificamente per imporre nel "granaio dell'Europa" la collettivizzazione forzata e distruggere la nazione ucraina nella sua consistenza politica sociale e culturale.
Per decenni la propaganda comunista, che tanta influenza ha avuto in Italia (e quanti strascichi ancor oggi ...), ha descritto questa tragedia come un episodio di "lotta di classe". Quelli che venivano colpiti erano i "nemici del popolo": Ma per essere "nemici del popolo" bastava possedere una mucca, gli strumenti di lavoro di ogni contadino del mondo. Erano I famosi "mezzi di produzione" marxiani che dovevano essere socializzati. Le "paroline magiche" giustificazioniste erano due "kulako" e "reazionario". Sono paroline che nella prassi comunista (le BR non sono archeologia!) equivalgono a una condanna a morte; il "reazionario" perde identità e diritti umani, è una cosa, ogni violenza contro di lui è legittima.
L'indottrinamento sessantottino è riuscito a suscitare l'odio per i "famigerati" kulaki ancora negli anni '70 (lo affermo per esperienza personale).Tanta violenza non è certo frutto del delirio di un uomo solo al comando e nemmeno di una "degenerazione" di un comunismo che non-era-così-cattivo-come-Stalin-lo-ha-fatto-diventare (il Gulag, con tutti i suoi orrori, l'ha creato Lenin). Da un punto di vista ruralista ci interessa, però, osservare che la posizione anticontadina è insita nel marxismo che ha preconizzato la totale industrializzazione dell'agricoltura (una profezia che si è avverata per opera del capitalismo "liberale" dopo il crollo del comunismo).
Il disprezzo per i contadini "autonomi" emerge in moltissime pagine dei "padri fondatori" del marxismo (Marx ed Engels); in loro l'odio per i contadini assume connotati apertamente razzistici. Senza queste premesse ideologiche non si capisce l'Holodomor.
“La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, ha accresciuto su larga scala la cifra della popolazione urbana in confronto a quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all’idiotismo della vita rurale”. Marx, Il Capitale. Vol. I.
Marx ha parlato dei contadini come di un amorfo "sacco di patate", esseri incapaci di pensare con la loro testa, schiavi delle consuetudini. Esseri sub-umani, non solo "idioti" (che si potrebbe tollerare), ma, peggio, "reazionari" (e questo non si può tollerare)..
“Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l’artigiano, il contadino combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché cercano di far girare indietro la ruota della storia”. ivi
Per Engels, anch'egli padre - sia pure meno "nobile" - dell'internazionalismo proletario, era un becero sciovinista e razzista che disprezza gli slavi ma anche gli italiani in quanto ... contadini.
"Gli italiani devono fare ancora un po’ di scuola di esperienza, per imparare che un popolo di contadini arretrati, come loro, non fa che rendersi ridicolo quando vuole insegnare ai lavoratori dei grandi paesi industriali come devono contenersi per giungere all’emancipazione". Engels a Cuno, Londra, 22 aprile 1872
La stessa socialdemocrazia tedesca (odiata da Lenin in quanto "revisionista" perchè aveva abbandonato l'idea della presa del potere violenta) attraverso il suo leader più prestigioso, Karl Kautzy, espresse concetti analoghi:
“La socialdemocrazia rimarrà sempre nella sua essenza un partito urbano, proletario, rimarrà sempre un partito del progresso economico; con il contadino conservatore, avverso al modo di vita cittadino e attaccato alla famiglia patriarcale (...) essa si troverà sempre a lottare contro pregiudizi profondamente radicati (...)”.
E così Gramsci:
“La rivoluzione comunista sarà attuata dalla classe operaia, dal proletariato, inteso nel senso marxista di strato sociale costituito dagli operai urbani unificati e plasmati dalla fabbrica e dal sistema industriale capitalistico. La città, organismo industriale e di vita civile, come è stata lo strumento della potenza economica capitalista e della dittatura borghese, sarà lo strumento della potenza economica comunista e della dittatura proletaria”
Marx e i marxisti sono stati i più grandi ammiratori del capitalismo, i propugnatori di un'ideologia industralista e scientista, per loro uno dei meriti del capitalismo consisteva nel distruggere il contadino, nella industrializzazione dell'agricoltura.
“Nella sfera dell’agricoltura l’effetto più rivoluzionario della grande industria sta nell’abbattere il baluardo della vecchia società, il “contadino” e nell’inserire al suo posto l’operaio salariato. I bisogni sociali di rivolgimento e gli antagonismi sociali della campagna vengono in tal modo resi uguali a quelli della città. Al posto della conduzione più pigramente ligia alla consuetudine e più irrazionale subentra la applicazione cosciente, tecnologica della scienza”. Marx, Il Capitale, Vol. I
I comunisti sovietici ritenevano che, date le condizioni "arretrate" della Russia e delle altre provincie dell'impero comunista/grande russo(altro che "internazionalismo proletario"!), fosse compito dello stato, del partito sostituirsi alla grande borghesia industriale per fare di meglio e, soprattutto più in fretta, il suo "mestiere". Unire la forza del capitalismo a quella di un sistema di potere "asiatico". Prometeico!
L'industrializzazione agricola è stata oggetto di deliranti teorizzazioni(imperniate sulla meccanizzazione spinta e la coltivazione a grande scala sulla base di un'organizzazione ultracentralizzata di tipo militare con una terminologia mutuata dall'armata) e, purtroppo, anche di tragiche messe in pratica, costate le vita a milioni di esseri umani e danni ambientali colossali. Il comunismo ha voluto l'Ucraina ,che era il "granaio d'Europa", per produrre derrate alimentari a basso costo per il mercato interno e l'esportazione al fine di sostenere l'industrializzazione a tappe forzate. Il risultato è che essa è diventata oggi un paese che importa grano tanto è stata compromessa la fertilità dei terreni.
Il comunismo sovietico voleva "bruciare" le tappe anticipando una industrializzazione agricola che con le tecnologie di allora (solo meccaniche e chimiche) era impossibile. Solo con gli OGM la "guerra alla natura" e la "guerra al contadino" può arrivare ad una "soluzione finale".
Il capitalismo "liberal-democratico" attua il suo Holodomor in modo strisciante. Ma la desertificazione, gli "aiuti alimentari" in dumping, l'imposizione delle coltivazioni bioenergetiche, la violenta "apertura al mercato" imposta dai governi dei "paesi emergenti", la dipendenza dalle multinazionali del commercio granario e delle sementi sottendono prassi e ideologie altrettanto violente.
Fonte: http://www.ruralpini.it/Holodomor.htm
25 novembre: anniversario dell'Holodomor. Mai sentito nominare? Già perchè ....
"Da tempo si è formata una discriminazione culturale contro coloro che producono il cibo considerato il lavoro di minor valore e io penso che sia giunto il momento dell'evoluzione umana in cui questo lavoro deve essere considerato il più importante, la maniera più alta di servire la terra e la gente" VANDANA SHIVA
.... l'olocausto di 7 milioni di contadini (Holodomor) 75 anni fa non lo ricorda nessuno ma noi oggi celebriamo questa memoria.
La nuova Ucraiana celebra il 25 novembre l'anniversario dell'Holodomor, il genocidio scientificamente perpetrato dal regime comunista sovietico per imporre la collettivizzazione forzata e annientare la nazione ucraina.
Holodomor in ucraino Голодомор significa "lenta morte per fame". Nel 1932-33 venne perpetrato da uno dei peggiori genocidi ed etnocidi della storia dell'umanità. Milioni di contadini vennero fatti morire di stenti sequestrando loro le scorte di cibi, gli attrezzi, gli animali.
Chi cercava il cibo era colpevole e condannato.
E' stata una carestia terroristica pianificata scientificamente per imporre nel "granaio dell'Europa" la collettivizzazione forzata e distruggere la nazione ucraina nella sua consistenza politica sociale e culturale.
Per decenni la propaganda comunista, che tanta influenza ha avuto in Italia (e quanti strascichi ancor oggi ...), ha descritto questa tragedia come un episodio di "lotta di classe". Quelli che venivano colpiti erano i "nemici del popolo": Ma per essere "nemici del popolo" bastava possedere una mucca, gli strumenti di lavoro di ogni contadino del mondo. Erano I famosi "mezzi di produzione" marxiani che dovevano essere socializzati. Le "paroline magiche" giustificazioniste erano due "kulako" e "reazionario". Sono paroline che nella prassi comunista (le BR non sono archeologia!) equivalgono a una condanna a morte; il "reazionario" perde identità e diritti umani, è una cosa, ogni violenza contro di lui è legittima.
L'indottrinamento sessantottino è riuscito a suscitare l'odio per i "famigerati" kulaki ancora negli anni '70 (lo affermo per esperienza personale).Tanta violenza non è certo frutto del delirio di un uomo solo al comando e nemmeno di una "degenerazione" di un comunismo che non-era-così-cattivo-come-Stalin-lo-ha-fatto-diventare (il Gulag, con tutti i suoi orrori, l'ha creato Lenin). Da un punto di vista ruralista ci interessa, però, osservare che la posizione anticontadina è insita nel marxismo che ha preconizzato la totale industrializzazione dell'agricoltura (una profezia che si è avverata per opera del capitalismo "liberale" dopo il crollo del comunismo).
Il disprezzo per i contadini "autonomi" emerge in moltissime pagine dei "padri fondatori" del marxismo (Marx ed Engels); in loro l'odio per i contadini assume connotati apertamente razzistici. Senza queste premesse ideologiche non si capisce l'Holodomor.
“La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, ha accresciuto su larga scala la cifra della popolazione urbana in confronto a quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all’idiotismo della vita rurale”. Marx, Il Capitale. Vol. I.
Marx ha parlato dei contadini come di un amorfo "sacco di patate", esseri incapaci di pensare con la loro testa, schiavi delle consuetudini. Esseri sub-umani, non solo "idioti" (che si potrebbe tollerare), ma, peggio, "reazionari" (e questo non si può tollerare)..
“Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l’artigiano, il contadino combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché cercano di far girare indietro la ruota della storia”. ivi
Per Engels, anch'egli padre - sia pure meno "nobile" - dell'internazionalismo proletario, era un becero sciovinista e razzista che disprezza gli slavi ma anche gli italiani in quanto ... contadini.
"Gli italiani devono fare ancora un po’ di scuola di esperienza, per imparare che un popolo di contadini arretrati, come loro, non fa che rendersi ridicolo quando vuole insegnare ai lavoratori dei grandi paesi industriali come devono contenersi per giungere all’emancipazione". Engels a Cuno, Londra, 22 aprile 1872
La stessa socialdemocrazia tedesca (odiata da Lenin in quanto "revisionista" perchè aveva abbandonato l'idea della presa del potere violenta) attraverso il suo leader più prestigioso, Karl Kautzy, espresse concetti analoghi:
“La socialdemocrazia rimarrà sempre nella sua essenza un partito urbano, proletario, rimarrà sempre un partito del progresso economico; con il contadino conservatore, avverso al modo di vita cittadino e attaccato alla famiglia patriarcale (...) essa si troverà sempre a lottare contro pregiudizi profondamente radicati (...)”.
E così Gramsci:
“La rivoluzione comunista sarà attuata dalla classe operaia, dal proletariato, inteso nel senso marxista di strato sociale costituito dagli operai urbani unificati e plasmati dalla fabbrica e dal sistema industriale capitalistico. La città, organismo industriale e di vita civile, come è stata lo strumento della potenza economica capitalista e della dittatura borghese, sarà lo strumento della potenza economica comunista e della dittatura proletaria”
Marx e i marxisti sono stati i più grandi ammiratori del capitalismo, i propugnatori di un'ideologia industralista e scientista, per loro uno dei meriti del capitalismo consisteva nel distruggere il contadino, nella industrializzazione dell'agricoltura.
“Nella sfera dell’agricoltura l’effetto più rivoluzionario della grande industria sta nell’abbattere il baluardo della vecchia società, il “contadino” e nell’inserire al suo posto l’operaio salariato. I bisogni sociali di rivolgimento e gli antagonismi sociali della campagna vengono in tal modo resi uguali a quelli della città. Al posto della conduzione più pigramente ligia alla consuetudine e più irrazionale subentra la applicazione cosciente, tecnologica della scienza”. Marx, Il Capitale, Vol. I
I comunisti sovietici ritenevano che, date le condizioni "arretrate" della Russia e delle altre provincie dell'impero comunista/grande russo(altro che "internazionalismo proletario"!), fosse compito dello stato, del partito sostituirsi alla grande borghesia industriale per fare di meglio e, soprattutto più in fretta, il suo "mestiere". Unire la forza del capitalismo a quella di un sistema di potere "asiatico". Prometeico!
L'industrializzazione agricola è stata oggetto di deliranti teorizzazioni(imperniate sulla meccanizzazione spinta e la coltivazione a grande scala sulla base di un'organizzazione ultracentralizzata di tipo militare con una terminologia mutuata dall'armata) e, purtroppo, anche di tragiche messe in pratica, costate le vita a milioni di esseri umani e danni ambientali colossali. Il comunismo ha voluto l'Ucraina ,che era il "granaio d'Europa", per produrre derrate alimentari a basso costo per il mercato interno e l'esportazione al fine di sostenere l'industrializzazione a tappe forzate. Il risultato è che essa è diventata oggi un paese che importa grano tanto è stata compromessa la fertilità dei terreni.
Il comunismo sovietico voleva "bruciare" le tappe anticipando una industrializzazione agricola che con le tecnologie di allora (solo meccaniche e chimiche) era impossibile. Solo con gli OGM la "guerra alla natura" e la "guerra al contadino" può arrivare ad una "soluzione finale".
Il capitalismo "liberal-democratico" attua il suo Holodomor in modo strisciante. Ma la desertificazione, gli "aiuti alimentari" in dumping, l'imposizione delle coltivazioni bioenergetiche, la violenta "apertura al mercato" imposta dai governi dei "paesi emergenti", la dipendenza dalle multinazionali del commercio granario e delle sementi sottendono prassi e ideologie altrettanto violente.
Fonte: http://www.ruralpini.it/Holodomor.htm
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