Il mito del colesterolo
Nel 1953 Ancel Keys, un ricercatore dell'Università del Minnesota, ha pubblicato un lavoro che sarebbe diventato il mito fondante della teoria sul colesterolo. In quello studio Keys ha inserito un diagramma basato sui dati di 6 diversi paesi del mondo in cui era riscontrabile una relazione evidente tra il consumo di grassi e la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche.
La prestigiosa rivista «Lancet» ha immediatamente commentato che «la curva tracciata non lascia dubbi sul fatto che esista un rapporto tra la percentuale di grassi negli alimenti consumati e il rischio di morte a causa di una cardiopatia coronarica».
Tale diagramma però si basa su un errore grossolano.
Non è un vero e proprio errore, ma è la classica strategia messa in atto da chi vuole ottenere un certo risultato piuttosto che un altro. Keys ha infatti preso in considerazione soltanto i dati provenienti da 6 paesi del mondo, pur avendo a disposizione le cifre relative a 22 paesi.
Perché si è limitato a 6 e non ha usato tutti i dati che aveva? La risposta è scontata: se avesse utilizzato i dati completi, il rapporto tra il consumo di grassi e la morte per arresto cardiaco si sarebbe dimostrato inesistente e inconsistente!
Per esempio «negli Stati Uniti la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche era 3 volte più alta che in Norvegia, anche se in entrambi i paesi il consumo di grassi era all'incirca lo stesso».
Milioni di persone sono state “ingannate” da uno studio decisamente fazioso.
Vendere la paura del colesterolo
L’ipercolesterolemia, era quasi sconosciuta 30 anni fa, ma nel giro di pochissimo tempo è salita al primo posto tra i timori per la propria salute di decine di milioni di persone in tutto il mondo.
Nel 1987 la Merck lancia la prima statina (un farmaco che abbassa il livello di colesterolo nel sangue): il Mevacor.
La cosa interessante è che questo farmaco era omologato non solo per livelli alti di colesterolo, ma anche per livelli bassi, cioè poteva essere prescritto anche a persone sane: un mercato potenzialmente sconfinato!
Si è speso più per i farmaci anticolesterolo che per ogni altro genere di medicinale con obbligo di ricetta medica.
Oggi i farmaci anticolesterolo generano introiti di oltre 25 miliardi di dollari all'anno per i loro produttori: la tedesca Bayer, l’anglo-svedese AstraZeneca e le americane Pfizer e Merck, tanto per citare le più potenti e ricche.
La creazione dei nuovi malati
Un comitato dell'Associazione Americana di cardiologia afferma che occorre controllare regolarmente la colesterolemia già nei bambini di cinque anni, anzi sarebbe bene che un medico verificasse se nei neonati sussistano rischi di malattie cardiache.
Non appena i bambini sono in grado di consumare cibi solidi, è bene dar loro alimenti poveri di colesterolo e far controllare la pressione sanguigna a partire dai 3 anni di età: parola di cardiologo!
Proprio l'associazione federale dei cardiologi tedeschi, insieme alle aziende Becel (margarina), Pfizer (statine) e Roche Diagnostics (strumenti per gli esami), organizzano regolarmente delle “iniziative per la salute”, il cui obiettivo è di convincere le persone a farsi misurare il tasso di colesterolo nel sangue. Il messaggio che si vuole far passare è che una colesterolemia elevata rappresenta «uno dei più frequenti fattori di rischio» per le malattie cardiocircolatorie, sapendo bene che tanti più esami del sangue vengono eseguiti dalla popolazione tanto maggiore sarà il numero di nuovi malati.
(…)
Infiammazioni e/o microlesioni arteriose
Cosa provoca le microlesioni e le infiammazioni alle arterie?
1) Il latte pastorizzato e omogeneizzato certamente rientra tra le sostanze più dannose per il nostro sistema circolatorio.
Da una parte il latte, come tutte le proteine animali, contribuisce all’acidificazione del terreno biologico che porta a sottrarre calcio dalle ossa (vedi osteoporosi), dall’altra i processi industriali che subisce per la commercializzazione lo rendono inadatto all’alimentazione umana.
Ma il colpo finale alla circolazione è dato dall’omogeneizzazione, che consiste in una centrifugazione del latte ad altissima velocità. Questa tecnica industriale frantuma i globuli di grasso (il tutto solo per evitare l’affioramento della panna) creando degli aggregati molecolari così minuti, che una volta ingeriti, possono provocare delle microlesioni all’interno delle arterie, oltre ad ammassarsi nell’apparato digerente, ostacolare la digestione e causare reflusso, obesità, allergie e stipsi.
La cicatrizzazione di queste microlesioni nelle arterie, permette al colesterolo “cattivo” (LDL) di fissarsi sulle pareti (placche ateromatose) e questa è una delle maggiori cause di arteriosclerosi e cardiopatie (ictus, infarto, ecc.).
2) Gli oli idrogenati, detti grassi “trans” sono tossici e aggrediscono le pareti arteriose provocando problemi seri alla salute: danneggiano tra l’altro il fegato, la milza, l’intestino, i reni e la cistifellea.
Sono presenti in quasi tutti i cibi industriali confezionati, per cui è necessario ricorrere agli alimenti biologici e/o biodinamici, che almeno sono più controllati e non hanno necessità, essendo buoni e vitali, di additivi, aromi e altre sostanze chimiche dannose e acidificanti.
3) Il cloro e i suoi derivati aggiunti all’acqua del rubinetto per disinfettarla sterilizzano anche il terreno biologico, cioè il nostro organismo, lesionando le arterie.
Il cloro è un gas velenoso e molto irritante che crea microlesioni e infiammazioni nelle arterie.
Un altro grosso problema dell’acqua potabile è il fluoro.
Ufficialmente i fluoruri sono considerati “contaminanti” dalla Environmental Protection Agency (l’Agenzia governativa statunitense per la protezione ambientale) e possono contenere sostanze tossiche come il piombo, berillio, mercurio, cadmio e arsenico.[1][1] Secondo il dottor Dean Burk del National Cancer Center: “il fluoruro causa ulteriori decessi per cancro e li provoca più velocemente di qualsiasi altra sostanza chimica”.[2][2]
Il fluoruro di sodio, utilizzato come veleno per topi[3][3], è contenuto nei dentifrici che troviamo nei supermercati, come prevenzione della carie!
(…)
Le statine
(…)
Gli effetti collaterali delle statine
(…)
Il falso problema del colesterolo
(…)
Cosa possiamo fare?
(…)Tratto dalla dispensa "Siamo sempre più malati" di Marcello Pamio
Fonte: http://www.disinformazione.it/mito_colesterolo.htm
[1][1] “Diventa il medico di te stesso”, Dottor Giuseppe Nacci, pag. 56, ed. Supermercato del libro.
[2][2] Idem
[3][3] Idem, pag. 58
Nel 1953 Ancel Keys, un ricercatore dell'Università del Minnesota, ha pubblicato un lavoro che sarebbe diventato il mito fondante della teoria sul colesterolo. In quello studio Keys ha inserito un diagramma basato sui dati di 6 diversi paesi del mondo in cui era riscontrabile una relazione evidente tra il consumo di grassi e la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche.
La prestigiosa rivista «Lancet» ha immediatamente commentato che «la curva tracciata non lascia dubbi sul fatto che esista un rapporto tra la percentuale di grassi negli alimenti consumati e il rischio di morte a causa di una cardiopatia coronarica».
Tale diagramma però si basa su un errore grossolano.
Non è un vero e proprio errore, ma è la classica strategia messa in atto da chi vuole ottenere un certo risultato piuttosto che un altro. Keys ha infatti preso in considerazione soltanto i dati provenienti da 6 paesi del mondo, pur avendo a disposizione le cifre relative a 22 paesi.
Perché si è limitato a 6 e non ha usato tutti i dati che aveva? La risposta è scontata: se avesse utilizzato i dati completi, il rapporto tra il consumo di grassi e la morte per arresto cardiaco si sarebbe dimostrato inesistente e inconsistente!
Per esempio «negli Stati Uniti la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche era 3 volte più alta che in Norvegia, anche se in entrambi i paesi il consumo di grassi era all'incirca lo stesso».
Milioni di persone sono state “ingannate” da uno studio decisamente fazioso.
Vendere la paura del colesterolo
L’ipercolesterolemia, era quasi sconosciuta 30 anni fa, ma nel giro di pochissimo tempo è salita al primo posto tra i timori per la propria salute di decine di milioni di persone in tutto il mondo.
Nel 1987 la Merck lancia la prima statina (un farmaco che abbassa il livello di colesterolo nel sangue): il Mevacor.
La cosa interessante è che questo farmaco era omologato non solo per livelli alti di colesterolo, ma anche per livelli bassi, cioè poteva essere prescritto anche a persone sane: un mercato potenzialmente sconfinato!
Si è speso più per i farmaci anticolesterolo che per ogni altro genere di medicinale con obbligo di ricetta medica.
Oggi i farmaci anticolesterolo generano introiti di oltre 25 miliardi di dollari all'anno per i loro produttori: la tedesca Bayer, l’anglo-svedese AstraZeneca e le americane Pfizer e Merck, tanto per citare le più potenti e ricche.
La creazione dei nuovi malati
Un comitato dell'Associazione Americana di cardiologia afferma che occorre controllare regolarmente la colesterolemia già nei bambini di cinque anni, anzi sarebbe bene che un medico verificasse se nei neonati sussistano rischi di malattie cardiache.
Non appena i bambini sono in grado di consumare cibi solidi, è bene dar loro alimenti poveri di colesterolo e far controllare la pressione sanguigna a partire dai 3 anni di età: parola di cardiologo!
Proprio l'associazione federale dei cardiologi tedeschi, insieme alle aziende Becel (margarina), Pfizer (statine) e Roche Diagnostics (strumenti per gli esami), organizzano regolarmente delle “iniziative per la salute”, il cui obiettivo è di convincere le persone a farsi misurare il tasso di colesterolo nel sangue. Il messaggio che si vuole far passare è che una colesterolemia elevata rappresenta «uno dei più frequenti fattori di rischio» per le malattie cardiocircolatorie, sapendo bene che tanti più esami del sangue vengono eseguiti dalla popolazione tanto maggiore sarà il numero di nuovi malati.
(…)
Infiammazioni e/o microlesioni arteriose
Cosa provoca le microlesioni e le infiammazioni alle arterie?
1) Il latte pastorizzato e omogeneizzato certamente rientra tra le sostanze più dannose per il nostro sistema circolatorio.
Da una parte il latte, come tutte le proteine animali, contribuisce all’acidificazione del terreno biologico che porta a sottrarre calcio dalle ossa (vedi osteoporosi), dall’altra i processi industriali che subisce per la commercializzazione lo rendono inadatto all’alimentazione umana.
Ma il colpo finale alla circolazione è dato dall’omogeneizzazione, che consiste in una centrifugazione del latte ad altissima velocità. Questa tecnica industriale frantuma i globuli di grasso (il tutto solo per evitare l’affioramento della panna) creando degli aggregati molecolari così minuti, che una volta ingeriti, possono provocare delle microlesioni all’interno delle arterie, oltre ad ammassarsi nell’apparato digerente, ostacolare la digestione e causare reflusso, obesità, allergie e stipsi.
La cicatrizzazione di queste microlesioni nelle arterie, permette al colesterolo “cattivo” (LDL) di fissarsi sulle pareti (placche ateromatose) e questa è una delle maggiori cause di arteriosclerosi e cardiopatie (ictus, infarto, ecc.).
2) Gli oli idrogenati, detti grassi “trans” sono tossici e aggrediscono le pareti arteriose provocando problemi seri alla salute: danneggiano tra l’altro il fegato, la milza, l’intestino, i reni e la cistifellea.
Sono presenti in quasi tutti i cibi industriali confezionati, per cui è necessario ricorrere agli alimenti biologici e/o biodinamici, che almeno sono più controllati e non hanno necessità, essendo buoni e vitali, di additivi, aromi e altre sostanze chimiche dannose e acidificanti.
3) Il cloro e i suoi derivati aggiunti all’acqua del rubinetto per disinfettarla sterilizzano anche il terreno biologico, cioè il nostro organismo, lesionando le arterie.
Il cloro è un gas velenoso e molto irritante che crea microlesioni e infiammazioni nelle arterie.
Un altro grosso problema dell’acqua potabile è il fluoro.
Ufficialmente i fluoruri sono considerati “contaminanti” dalla Environmental Protection Agency (l’Agenzia governativa statunitense per la protezione ambientale) e possono contenere sostanze tossiche come il piombo, berillio, mercurio, cadmio e arsenico.[1][1] Secondo il dottor Dean Burk del National Cancer Center: “il fluoruro causa ulteriori decessi per cancro e li provoca più velocemente di qualsiasi altra sostanza chimica”.[2][2]
Il fluoruro di sodio, utilizzato come veleno per topi[3][3], è contenuto nei dentifrici che troviamo nei supermercati, come prevenzione della carie!
(…)
Le statine
(…)
Gli effetti collaterali delle statine
(…)
Il falso problema del colesterolo
(…)
Cosa possiamo fare?
(…)Tratto dalla dispensa "Siamo sempre più malati" di Marcello Pamio
Fonte: http://www.disinformazione.it/mito_colesterolo.htm
[1][1] “Diventa il medico di te stesso”, Dottor Giuseppe Nacci, pag. 56, ed. Supermercato del libro.
[2][2] Idem
[3][3] Idem, pag. 58
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