Terranauta, l’origine in un nome
Terranauta nasce dall’unione di Terra e Nauta. Con la prima parola abbiamo voluto focalizzare l’oggetto delle nostre attenzioni: il nostro Pianeta, Madre Terra. Studiare la Terra significa studiarne gli equilibri, le leggi, i capricci. Ma significa anche interrogarsi sulla sua natura e sui suoi frutti. Con la seconda parola, invece, abbiamo voluto indicare i soggetti delle nostre attenzioni, i veri protagonisti: l’Uomo, la Donna e gli altri Animali. Nauta, quindi, sta per cosmonauta, il viaggiatore dello spazio reale, ma anche per internauta, il viaggiatore dello spazio virtuale.
L’essere vivente, quindi, al centro degli studi. La Terra come contesto, come luogo in cui il primo si muove. Questa è la chiave con la quale interpretare il nostro lavoro. I nostri articoli, i nostri video, i servizi che offriremo, andranno interpretati come le diverse tappe di questo unico grande viaggio.
Un’informazione eco-logica per un giornalismo senza confini
Fin dalla sua nascita (2004), Terranauta ha guardato con molta attenzione a temi oggi tristemente diventati di moda in seguito alle sempre più frequenti e allarmanti notizie sui cambiamenti climatici, sui problemi dello smaltimento dei rifiuti, sul rispetto delle biodiversità. Ci siamo quindi resi conto che una visione olistica ed ecologica del mondo era l’unica in grado di interpretare i fenomeni che contraddistinguono la nostra epoca.
Una visione “eco-logica” del mondo ed un approccio olistico alla vita, infatti, comporterebbero un netto miglioramento delle drammatiche situazioni planetarie. Liberarsi dalla dipendenza dal petrolio, ad esempio, non significherebbe soltanto affrancarsi dai ricatti di chi lo controlla, o abbattere le emissioni di sostanze inquinanti, ma anche eliminare le cause di molte guerre, morti e distruzioni. Rispettare e proteggere le risorse naturali, allo stesso modo, significherebbe impedire le sempre più imminenti “guerre dell’acqua”.
E ancora: diffondere una coscienza eco-logica nella vita quotidiana significa assicurare un futuro migliore (ma prima di tutto un futuro) a noi e ai nostri figli, significa non affogare nei rifiuti, non bagnarsi in estate in una fogna, non rinchiudere i nostri “fratelli animali” negli zoo e non rinchiudere noi stessi in queste tristi gabbie che sono diventate le città di tutto il pianeta.
Oggi viviamo in un paradosso estremo: in “occidente” il benessere è sempre più diffuso, il tenore di vita altissimo, gli sprechi incredibili. Eppure la depressione è diventata la malattia più comune e le facce che incontriamo per strada sono tristi o ostili. E nonostante ciò, viene considerato un fattore di crescita positivo l’aumento dei consumi (e degli sprechi!) quando il dimezzamento di essi dovrebbe essere il nostro obiettivo primario.
Poi capita di incontrare i cosiddetti popoli del terzo mondo: africani, indiani, pakistani. E ci si rende conto che pur vivendo in una “miseria estrema” queste persone, se non coinvolte in guerre o genocidi e se protette dalle innumerevoli malattie che li circondano, sono tendenzialmente più ottimiste e pronte al sorriso di noi.
Coscienza eco-logica, quindi, significa semplicemente ricordarsi che lavoriamo e produciamo per vivere e non viviamo per lavorare e produrre.
Ma di cosa parla Terranauta?
Riduzione degli sprechi e dei rifiuti, consumo critico e consapevole, nuovi e vecchi stili di vita, riciclo, filiera corta, decrescita felice, salute e alimentazione, autoproduzione, energie alternative, risparmio energetico, città e cultura ecologiche, bioedilizia, città in transizione, permacultura, ecosistemi e ambiente sono solo alcuni dei temi che quotidianamente cercheremo di approfondire. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di proporre soluzioni concrete alle complessità che di volta in volta si verranno a presentare.
Un’informazione quotidiana su ciò che accade nel nostro pianeta e su come provare a cambiare il nostro piccolo mondo.
Link: http://www.terranauta.it/chi_siamo
Terranauta nasce dall’unione di Terra e Nauta. Con la prima parola abbiamo voluto focalizzare l’oggetto delle nostre attenzioni: il nostro Pianeta, Madre Terra. Studiare la Terra significa studiarne gli equilibri, le leggi, i capricci. Ma significa anche interrogarsi sulla sua natura e sui suoi frutti. Con la seconda parola, invece, abbiamo voluto indicare i soggetti delle nostre attenzioni, i veri protagonisti: l’Uomo, la Donna e gli altri Animali. Nauta, quindi, sta per cosmonauta, il viaggiatore dello spazio reale, ma anche per internauta, il viaggiatore dello spazio virtuale.
L’essere vivente, quindi, al centro degli studi. La Terra come contesto, come luogo in cui il primo si muove. Questa è la chiave con la quale interpretare il nostro lavoro. I nostri articoli, i nostri video, i servizi che offriremo, andranno interpretati come le diverse tappe di questo unico grande viaggio.
Un’informazione eco-logica per un giornalismo senza confini
Fin dalla sua nascita (2004), Terranauta ha guardato con molta attenzione a temi oggi tristemente diventati di moda in seguito alle sempre più frequenti e allarmanti notizie sui cambiamenti climatici, sui problemi dello smaltimento dei rifiuti, sul rispetto delle biodiversità. Ci siamo quindi resi conto che una visione olistica ed ecologica del mondo era l’unica in grado di interpretare i fenomeni che contraddistinguono la nostra epoca.
Una visione “eco-logica” del mondo ed un approccio olistico alla vita, infatti, comporterebbero un netto miglioramento delle drammatiche situazioni planetarie. Liberarsi dalla dipendenza dal petrolio, ad esempio, non significherebbe soltanto affrancarsi dai ricatti di chi lo controlla, o abbattere le emissioni di sostanze inquinanti, ma anche eliminare le cause di molte guerre, morti e distruzioni. Rispettare e proteggere le risorse naturali, allo stesso modo, significherebbe impedire le sempre più imminenti “guerre dell’acqua”.
E ancora: diffondere una coscienza eco-logica nella vita quotidiana significa assicurare un futuro migliore (ma prima di tutto un futuro) a noi e ai nostri figli, significa non affogare nei rifiuti, non bagnarsi in estate in una fogna, non rinchiudere i nostri “fratelli animali” negli zoo e non rinchiudere noi stessi in queste tristi gabbie che sono diventate le città di tutto il pianeta.
Oggi viviamo in un paradosso estremo: in “occidente” il benessere è sempre più diffuso, il tenore di vita altissimo, gli sprechi incredibili. Eppure la depressione è diventata la malattia più comune e le facce che incontriamo per strada sono tristi o ostili. E nonostante ciò, viene considerato un fattore di crescita positivo l’aumento dei consumi (e degli sprechi!) quando il dimezzamento di essi dovrebbe essere il nostro obiettivo primario.
Poi capita di incontrare i cosiddetti popoli del terzo mondo: africani, indiani, pakistani. E ci si rende conto che pur vivendo in una “miseria estrema” queste persone, se non coinvolte in guerre o genocidi e se protette dalle innumerevoli malattie che li circondano, sono tendenzialmente più ottimiste e pronte al sorriso di noi.
Coscienza eco-logica, quindi, significa semplicemente ricordarsi che lavoriamo e produciamo per vivere e non viviamo per lavorare e produrre.
Ma di cosa parla Terranauta?
Riduzione degli sprechi e dei rifiuti, consumo critico e consapevole, nuovi e vecchi stili di vita, riciclo, filiera corta, decrescita felice, salute e alimentazione, autoproduzione, energie alternative, risparmio energetico, città e cultura ecologiche, bioedilizia, città in transizione, permacultura, ecosistemi e ambiente sono solo alcuni dei temi che quotidianamente cercheremo di approfondire. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di proporre soluzioni concrete alle complessità che di volta in volta si verranno a presentare.
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