L'acqua del rubinetto contaminata
14/05/2009 - Gabriele Bindi
Contaminazione fecale, cloroformio, antibiotici: l'acqua pubblica che sgorga dal rubinetto purtroppo non è così pura e controllata come vorremmo. Lo studio dell'Università di Napoli anticipato dal Corriere mostra una situazione allarmante. Cosa fare?
L'acqua dell'acquedotto rispetto alla minerale in bottiglia è senz'altro più ecologica, ma cosa dire della qualità? L'idea che l'acqua del sindaco sia più buona e controllata può anche esser vero. Ma l'acqua del sindaco ahimé arriva fino al contatore, dopodiché...sono cavoli nostri.
Non che l'acqua nelle bottiglie di plastica sia qualitativamente superiore, ma il monito ecologista purtroppo si scontra con i risultati poco rassicuranti di un'analisi dell'Università di Napoli, che si è allargato a 50 città italiane e 17 regioni.
Secondo un primo bilancio di questo studio, dai nostri rubinetti sgorgano batteri che la disinfezione dovrebbe eliminare insieme ad inquinanti derivati dal cloro. Nel 24% dei casi si presenta una contaminazione fecale, probabilmente a causa di una scarsa manutenzione delle tubature o dei serbatoi.
Preoccupa la presenza sistematica di trialometani come il cloroformio e di composti organoalogenati come trielina, percloroetilene, dicloroetano. Si tratta dei sottoprodotti chimici determinati dall'ormai vetusta clorazione, che in molti casi non è in grado di uccidere i batteri della sostanza organica.
Il 32,82% dei campioni supera i limiti dei composti organoalogenati, il 72% di trialometani, il 77,44 di entrambi.
Rilevanti anche le contaminazioni di medicinali come antibiotici, ansiolitici e antinfiammatori.
Purtroppo i comuni hanno l'obbligo di controllare la qualità dell'acqua fino al contatore. Di lì in poi spesso non esistono controlli, che andrebbero richiesti ad amministratori di condomini o privatamente.
Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la raccomandazione dell'esercito della marina americana ai militari presenti in Campania e alle loro famiglie di non utilizzare l'acqua per bere o per lavarsi i denti.
Tornando allo studio, per quanto riguarda la rilevazione geografica nel Nord-Italia si riscontra una netta prevalenza dei composti organo alogenati, mentre nelle regioni del Sud prevalgono i trialometani, in particolare il cloroformio. Il bromoformio è stato riscontrato nelle zone costiere della Toscana, della Bassa Liguria e Puglia Ionica.
Cosa fare? Passare all'acqua in bottiglia, magari di plastica? Come abbiamo più volte scritto riportando altre ricerche, l'acqua confezionata non è affatto immune da pericolose contaminazioni.
Per chi non può utilizzare acqua di fonte è raccomandabile una corretta manutenzione degli impianti domestici e magari l'adozione di sistemi di filtraggio e rivitalizzazione.
Fonte: Corriere della Sera (12 maggio 2009)
14/05/2009 - Gabriele Bindi
Contaminazione fecale, cloroformio, antibiotici: l'acqua pubblica che sgorga dal rubinetto purtroppo non è così pura e controllata come vorremmo. Lo studio dell'Università di Napoli anticipato dal Corriere mostra una situazione allarmante. Cosa fare?
L'acqua dell'acquedotto rispetto alla minerale in bottiglia è senz'altro più ecologica, ma cosa dire della qualità? L'idea che l'acqua del sindaco sia più buona e controllata può anche esser vero. Ma l'acqua del sindaco ahimé arriva fino al contatore, dopodiché...sono cavoli nostri.
Non che l'acqua nelle bottiglie di plastica sia qualitativamente superiore, ma il monito ecologista purtroppo si scontra con i risultati poco rassicuranti di un'analisi dell'Università di Napoli, che si è allargato a 50 città italiane e 17 regioni.
Secondo un primo bilancio di questo studio, dai nostri rubinetti sgorgano batteri che la disinfezione dovrebbe eliminare insieme ad inquinanti derivati dal cloro. Nel 24% dei casi si presenta una contaminazione fecale, probabilmente a causa di una scarsa manutenzione delle tubature o dei serbatoi.
Preoccupa la presenza sistematica di trialometani come il cloroformio e di composti organoalogenati come trielina, percloroetilene, dicloroetano. Si tratta dei sottoprodotti chimici determinati dall'ormai vetusta clorazione, che in molti casi non è in grado di uccidere i batteri della sostanza organica.
Il 32,82% dei campioni supera i limiti dei composti organoalogenati, il 72% di trialometani, il 77,44 di entrambi.
Rilevanti anche le contaminazioni di medicinali come antibiotici, ansiolitici e antinfiammatori.
Purtroppo i comuni hanno l'obbligo di controllare la qualità dell'acqua fino al contatore. Di lì in poi spesso non esistono controlli, che andrebbero richiesti ad amministratori di condomini o privatamente.
Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la raccomandazione dell'esercito della marina americana ai militari presenti in Campania e alle loro famiglie di non utilizzare l'acqua per bere o per lavarsi i denti.
Tornando allo studio, per quanto riguarda la rilevazione geografica nel Nord-Italia si riscontra una netta prevalenza dei composti organo alogenati, mentre nelle regioni del Sud prevalgono i trialometani, in particolare il cloroformio. Il bromoformio è stato riscontrato nelle zone costiere della Toscana, della Bassa Liguria e Puglia Ionica.
Cosa fare? Passare all'acqua in bottiglia, magari di plastica? Come abbiamo più volte scritto riportando altre ricerche, l'acqua confezionata non è affatto immune da pericolose contaminazioni.
Per chi non può utilizzare acqua di fonte è raccomandabile una corretta manutenzione degli impianti domestici e magari l'adozione di sistemi di filtraggio e rivitalizzazione.
Fonte: Corriere della Sera (12 maggio 2009)
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