Saperi negati

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Saperi negati

Raccolta di Saperi e Pensieri negati (ai più) dall'inconsapevolezza (altrui e propria) e da altre Cause.

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    POESIA. ( in dialetto sardo)

    nelda
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    POESIA.  ( in dialetto sardo) Empty POESIA. ( in dialetto sardo)

    Messaggio Da nelda Sab 26 Lug 2008, 22:24

    In questa poesia la proprietaria della voliera respinge l'uccelletto che chiedeva di finire in gabbia. Chi sa di latino la capisce così. Ma anche chi non ne mastica, prima di accedere alla traduzione, provi prima a leggerla nella sua straordinaria musicalità.

    Pilloni chi sesi de tantis e tantis
    non serbit chi cantis; torrandind'andai.
    Torrandind'andai ai cuddus limonis
    ai cuddus arrangius, chi aprimu abitasta;
    aundi cun suavis, e bella canzonis
    is oras, is mesis, is annus passasta:
    su cantu mudasta de dognia genia
    cun fint'armonia po tindi burlai.

    Po tindi burlai mudasta su cantu
    in cussu giardinu de floridas plantas,
    a chini has lassau tristura cun prantu
    in cambiu de s'affettu chi mostras e vantas!
    Invanu mi cantas, pilloni fingiu,
    in giardinu miu non podis intrai.

    Salvu chi non bollas fai ataras provas,
    gira sa campagna canta, gioga, e fui:
    custa giardinera zertu no dd'imbovas
    cun su dulci cantu chi presumis tui.
    Là! po no arrui t'avvertu, pilloni,
    don'attenzioni, lassa s'ingannai.

    Mira poi is alas non tanti seguras;
    si no ti ddas curas, lassas su bolai.
    Pilloni chi sesi de tantis e tantis,
    non serbit chi cantis, torradind'andai.

    (Efisio Pintor Sirigu)

    Tu che sei uccellino fra tanti e tanti,
    non serve che canti; vai via.
    Ritorna a quei limoni, a quegli aranci,
    che prima abitavi; dove con dolci e belle canzoni
    le ore, i mesi, gli anni passavi;
    il canto cambiavi di ogni specie,
    con finta armonia, per burlartene.

    Per burlartene cambiavi il canto
    in quel giardino di piante fiorite,
    a quella cui hai lasciato tristezza con pianto
    in cambio dell affetto che mostri e vanti !
    Invano canti a me, ipocrita uccellino,
    nel mio giardino non puoi entrare.

    A meno che tu non voglia fare altre esperienze,
    gira la campagna, canta, gioca e fuggi; questa
    giardiniera certo non la inganni con il dolce canto
    che presumi tu. Ecco ! Perché non cada male
    t’avverto, uccellino, fa’ attenzione, smetti d’ingannare.

    Bada alle ali, non troppo sicure:
    se non te ne preoccupi,
    puoi finir di volare. Finché sei uccellino
    fra tanti e tanti, non serve che canti; vai via.
    ----------
    Già, finchè si può non serve cantare nel coro. Magari in gabbia. Meglio volare!

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