L’ UOMO E LA MORTE
La morte rappresenta un elemento estraneo alla cultura consumistica, un evento che giunge inaspettatamente e scomodamente a disturbare un sistema di vita che non la contempla.
In questo modello di società l'individuo è agganciato alla parvenza di una continuità data dai ritmi produttivi e dai miti sociali in cui trova un surrogato di esistenza e di eternità personale. L'esaltazione dei valori della sfera psichica lo condiziona ad accettare la soggettività della gratificazione della riuscita personale, del potere sugli altri e della ricchezza, giungendo a considerarle come il vero senso della vita.
Chi muore è considerato sfortunato, poiche è sottratto al suo benessere quotidiano per essere annullato o proiettato in un ignoto crudele che lo espone all'orrore e al terrore dell'ignoto.
Meglio evitare l'argomento e tuffarsi nella finzione di eternità dell'ordinario quotidiano. Il tema della morte diviene così un tabù, oggetto di racconti del terrore e del bizzarro. Ovvero, le persone normali e sane di mente non parlano della morte ma si dedicano alle cose dei vivi per dare un senso "reale" alla propria vita.
Sebbene vengano studiati tutti i fenomeni che sono relativi alla sfera umana, la scienza del mondo consumistico ignora il problema della morte. La curiosità dei ricercatori della società consumistica si è spinta ai limiti dell'impossibile, ma nessun progetto di ricerca è stato mai dedicato seriamente allo studio del campo della morte.
Benchè oggi si studino i fenomeni relativi all'evento della nascita, dai test sulla vita uterina alle dissertazioni sull'intelligenza del feto, si trascura clamorosamente di prendere in esame i fenomeni relativi al trapasso.
Probabilmente questo atteggiamento è dovuto al fatto che il problema viene delegato al campo delle religioni considerate come i soli enti competenti a operare e a indagare nel settore.
Tuttavia la società consumistica si trova spesso di fronte ad una serie di fenomeni che si legano al problema della morte e che suggeriscono l'esistenza di una realtà inesplorata che si affianca al visibile quotidiano. Fenomeni che danno corpo a una inevitabile intuizione dell'ignoto e del mistero che ci accompagna nostro malgrado nella nostra vita.
Esiste infatti una imponente casistica di fenomeni percettivi che si verificano in prossimità del trapasso costituita da sensazioni extracorporee, da visioni di luoghi e di persone defunte che sono in attesa di accogliere i morenti.
Non da meno è la casistica relativa alle apparizioni, nei luoghi e nelle occasioni più disparate, di defunti che sembrano voler comunicare con i viventi di questo mondo.
Continua.....al link: http://www.mediafire.com/?mkxhlmmjvtd
La morte rappresenta un elemento estraneo alla cultura consumistica, un evento che giunge inaspettatamente e scomodamente a disturbare un sistema di vita che non la contempla.
In questo modello di società l'individuo è agganciato alla parvenza di una continuità data dai ritmi produttivi e dai miti sociali in cui trova un surrogato di esistenza e di eternità personale. L'esaltazione dei valori della sfera psichica lo condiziona ad accettare la soggettività della gratificazione della riuscita personale, del potere sugli altri e della ricchezza, giungendo a considerarle come il vero senso della vita.
Chi muore è considerato sfortunato, poiche è sottratto al suo benessere quotidiano per essere annullato o proiettato in un ignoto crudele che lo espone all'orrore e al terrore dell'ignoto.
Meglio evitare l'argomento e tuffarsi nella finzione di eternità dell'ordinario quotidiano. Il tema della morte diviene così un tabù, oggetto di racconti del terrore e del bizzarro. Ovvero, le persone normali e sane di mente non parlano della morte ma si dedicano alle cose dei vivi per dare un senso "reale" alla propria vita.
Sebbene vengano studiati tutti i fenomeni che sono relativi alla sfera umana, la scienza del mondo consumistico ignora il problema della morte. La curiosità dei ricercatori della società consumistica si è spinta ai limiti dell'impossibile, ma nessun progetto di ricerca è stato mai dedicato seriamente allo studio del campo della morte.
Benchè oggi si studino i fenomeni relativi all'evento della nascita, dai test sulla vita uterina alle dissertazioni sull'intelligenza del feto, si trascura clamorosamente di prendere in esame i fenomeni relativi al trapasso.
Probabilmente questo atteggiamento è dovuto al fatto che il problema viene delegato al campo delle religioni considerate come i soli enti competenti a operare e a indagare nel settore.
Tuttavia la società consumistica si trova spesso di fronte ad una serie di fenomeni che si legano al problema della morte e che suggeriscono l'esistenza di una realtà inesplorata che si affianca al visibile quotidiano. Fenomeni che danno corpo a una inevitabile intuizione dell'ignoto e del mistero che ci accompagna nostro malgrado nella nostra vita.
Esiste infatti una imponente casistica di fenomeni percettivi che si verificano in prossimità del trapasso costituita da sensazioni extracorporee, da visioni di luoghi e di persone defunte che sono in attesa di accogliere i morenti.
Non da meno è la casistica relativa alle apparizioni, nei luoghi e nelle occasioni più disparate, di defunti che sembrano voler comunicare con i viventi di questo mondo.
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