La bufala dei cellulari cuociuova Da Paolo Attivissimo, permalink
Grazie alla risonanza di siti come www.disinformazione.it e la corazzata www.beppegrillo.it, sta circolando di nuovo vivacemente una bufala secondo la quale due cellulari accesi sono in grado di cuocere un uovo.
Figuriamoci, quindi, cosa sarebbero in grado di fare al vostro cervello.
La storia è raccontata da www.disinformazione.it (un nome, un programma) e da www.beppegrillo.it:
" Alcuni ricercatori hanno messo un uovo in un portauovo di porcellana tra due cellulari. Quindi li hanno messi in comunicazione tenendoli accesi. Nei primi 15 minuti non è cambiato nulla. Dopo 25 minuti il guscio dell'uovo ha cominciato a scaldarsi. Dopo 40 minuti la parte bianca dell'uovo era solida. Dopo 65 minuti l'uovo era ben cotto."
Il fatto che sia Beppegrillo.it, sia Disinformazione.it parlino vagamente di "alcuni ricercatori", senza indicare una fonte precisa, dovrebbe mettere la pulce nell'orecchio (o nell'auricolare, per i telefoninomani).
Infatti si tratta di una bufala messa in giro di recente dal sito russo Komsomolskaya Pravda in questo articolo (in russo) del 2006, che però a sua volta si ispira a una pagina-burla datata 2000 e scritta dall'inglese Charlie Ivermee.
Caso mai non fosse chiaro che l'articolo originale di Ivermee era humour britannico (una satira dell'incapacità culinaria delle nuove generazioni, viziati come sono dal preconfezionato dei supermercati, e della loro ossessione per i telefonini), c'è chi ha fatto due conti e dimostrato che neppure tutta l'energia delle batterie di due cellulari è sufficiente a cuocere un uovo, persino nel caso (assolutamente ipotetico) in cui tutta l'energia venisse convertita in onde radio (in realtà parte dell'energia si disperde sotto forma di calore) e tutte le onde radio si concentrassero sull'uovo invece di disperdersi in tutte le direzioni.
Come capita spesso, quando si è innamorati di un proprio preconcetto, si perde il senso dell'umorismo e si diventa facile preda di qualsiasi baggianata che sembra confermare quel preconcetto.
Complimenti vivissimi per il rigore giornalistico, dunque, a Beppegrillo.it e Disinformazione.it e a tutti gli altri siti che hanno fatto circolare questa bufala senza prendersi la briga di controllarla.
E poi c'è chi se la prende con me perché la meno sempre con la richiesta delle fonti delle notizie: questi sono i mirabili risultati che si ottengono quando si pensa che le fonti siano superflue. Grillo dixit, dunque dev'essere vero, non c'è bisogno di controllare le fonti, giusto?
Sia ben chiaro che questo non vuol dire che i telefonini siano innocui: vuol dire semplicemente che non è possibile usarli per cuocere un uovo e che quindi diffondere questa storia falsa come "dimostrazione" della pericolosità dei cellulari rischia di gettare nel ridicolo anche le preoccupazioni legittime basate su dati meno spettacolari.
Paolo Attivissimo
Indirizzo: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2006/07/20/la_bufala_dei_cellulari_cuociuova.htm
Grazie alla risonanza di siti come www.disinformazione.it e la corazzata www.beppegrillo.it, sta circolando di nuovo vivacemente una bufala secondo la quale due cellulari accesi sono in grado di cuocere un uovo.
Figuriamoci, quindi, cosa sarebbero in grado di fare al vostro cervello.
La storia è raccontata da www.disinformazione.it (un nome, un programma) e da www.beppegrillo.it:
" Alcuni ricercatori hanno messo un uovo in un portauovo di porcellana tra due cellulari. Quindi li hanno messi in comunicazione tenendoli accesi. Nei primi 15 minuti non è cambiato nulla. Dopo 25 minuti il guscio dell'uovo ha cominciato a scaldarsi. Dopo 40 minuti la parte bianca dell'uovo era solida. Dopo 65 minuti l'uovo era ben cotto."
Il fatto che sia Beppegrillo.it, sia Disinformazione.it parlino vagamente di "alcuni ricercatori", senza indicare una fonte precisa, dovrebbe mettere la pulce nell'orecchio (o nell'auricolare, per i telefoninomani).
Infatti si tratta di una bufala messa in giro di recente dal sito russo Komsomolskaya Pravda in questo articolo (in russo) del 2006, che però a sua volta si ispira a una pagina-burla datata 2000 e scritta dall'inglese Charlie Ivermee.
Caso mai non fosse chiaro che l'articolo originale di Ivermee era humour britannico (una satira dell'incapacità culinaria delle nuove generazioni, viziati come sono dal preconfezionato dei supermercati, e della loro ossessione per i telefonini), c'è chi ha fatto due conti e dimostrato che neppure tutta l'energia delle batterie di due cellulari è sufficiente a cuocere un uovo, persino nel caso (assolutamente ipotetico) in cui tutta l'energia venisse convertita in onde radio (in realtà parte dell'energia si disperde sotto forma di calore) e tutte le onde radio si concentrassero sull'uovo invece di disperdersi in tutte le direzioni.
Come capita spesso, quando si è innamorati di un proprio preconcetto, si perde il senso dell'umorismo e si diventa facile preda di qualsiasi baggianata che sembra confermare quel preconcetto.
Complimenti vivissimi per il rigore giornalistico, dunque, a Beppegrillo.it e Disinformazione.it e a tutti gli altri siti che hanno fatto circolare questa bufala senza prendersi la briga di controllarla.
E poi c'è chi se la prende con me perché la meno sempre con la richiesta delle fonti delle notizie: questi sono i mirabili risultati che si ottengono quando si pensa che le fonti siano superflue. Grillo dixit, dunque dev'essere vero, non c'è bisogno di controllare le fonti, giusto?
Sia ben chiaro che questo non vuol dire che i telefonini siano innocui: vuol dire semplicemente che non è possibile usarli per cuocere un uovo e che quindi diffondere questa storia falsa come "dimostrazione" della pericolosità dei cellulari rischia di gettare nel ridicolo anche le preoccupazioni legittime basate su dati meno spettacolari.
Paolo Attivissimo
Indirizzo: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2006/07/20/la_bufala_dei_cellulari_cuociuova.htm
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