Conversazione tra gemelli
C’erano una volta due gemelli che erano stati concepiti nello stesso utero.
Passavano i secondi,i minuti e le ore mentre le due vite si formavano.
La scintilla della vita aveva attivato la fiamma che aveva portato alla formazione
del loro cervello embrionale.
Con questo semplice cervello venne il sentire e con il sentire la percezione;
una percezione dell’ambiente intorno,dell’altro e di se stessi.
Le settimane diventarono mesi e con l’arrivo del nono mese si accorsero
di un cambiamento nell’altro ed ognuno cominciò ad avvertirlo anche in se stesso.
“Stiamo cambiando” disse il primo “Che vorrà dire?”
“Vuol dire” replicò l’altro “Che ci stiamo avvicinando alla nascita.”
Un brivido li attraversò,ed entrambi ebbero paura poichè sapevano che l
a nascita significava abbandonare il loro mondo.
“Che ne pensi? Ci potrà essere vita dopo la nascita?” Domandò il primo.
“Penso di si. La nostra esistenza qui significa soltanto crescere e svilupparsi
allo scopo di prepararsi alla vita dopo la nascita, così che saremo abbastanza
forti per affrontare ciò che dovremo incontrare.”
“Come può esserci vita dopo la nascita?” Urlò il primo
“In che modo potrebbe esserci?”
“Bè,non lo so con esattezza. Ma come minimo sarà sicuramente
più luminosa di qui,e forse potremo camminare e nutrirci con la bocca”
“Che sciocchezze!!! Come potremmo andare in giro?
E’ impossibile. E mangiare con la bocca…che idea bislacca!!
Abbiamo il cordone ombelicale che ci nutre,non lo sai?
E camminare poi,che sciocchezza,sarebbe impedito dallo stesso cordone.
E’ così corto!”
“Invece io penso che esista. Diventerà tutto un po’ diverso da come è qui”
“Nessuno è mai tornato dopo la nascita!
Con la nascita la vita finisce….e la vita qui è sofferenza e buio.”
“Hai mai parlato con qualcuno che è nato?
E’ mai rientrato qualcuno nell’utero dopo la nascita? NO!
Con la nascita la vita termina. E la vita in sé è scura e tormentosa…questo è tutto
” Cadde poi in grande disperazione e nella sua disperazione mormorò
“Se lo scopo del concepimento e di tutta la crescita è finire con la nascita,
allora la vita è proprio assurda”
“Sebbene io non sappia esattamente come possa essere la vita dopo la nascita,
sicuramente incontreremo nostra madre e lei si prenderà cura di noi” Disse l’altro.
“Madre? Tu credi nell’esistenza di una madre?”
“Ma certo che c’è una madre” protestò l’altro “Chi è secondo te
che ci dà da mangiare e crea il mondo in cui viviamo?”
“Noi prendiamo da soli il cibo ed il mondo è sempre stato qui.
E se ci fosse una madre dove sarebbe? Tu l’hai mai vista?
Ti ha mai parlato? Noi abbiamo inventato la madre perché questo
soddisfa i nostri bisogni. Ci fa sentire al sicuro e felici.”
“No,lei è qui,tutto intorno a noi. Viviamo grazie ad essa ed in essa.
Senza di lei non potremmo esistere.”
“Sciocchezze. Non mi sono mai accorto di qualcosa
come ‘una madre.’ Non esiste proprio.”
“Eppure a volte,disse l’altro, quando scende il silenzio,
la si può sentire magari cantare per noi, o accarezzare il nostro mondo,
o sussurrarci parole d’amore e attendere trepidante la nostra nascita”
C’erano una volta due gemelli che erano stati concepiti nello stesso utero.
Passavano i secondi,i minuti e le ore mentre le due vite si formavano.
La scintilla della vita aveva attivato la fiamma che aveva portato alla formazione
del loro cervello embrionale.
Con questo semplice cervello venne il sentire e con il sentire la percezione;
una percezione dell’ambiente intorno,dell’altro e di se stessi.
Le settimane diventarono mesi e con l’arrivo del nono mese si accorsero
di un cambiamento nell’altro ed ognuno cominciò ad avvertirlo anche in se stesso.
“Stiamo cambiando” disse il primo “Che vorrà dire?”
“Vuol dire” replicò l’altro “Che ci stiamo avvicinando alla nascita.”
Un brivido li attraversò,ed entrambi ebbero paura poichè sapevano che l
a nascita significava abbandonare il loro mondo.
“Che ne pensi? Ci potrà essere vita dopo la nascita?” Domandò il primo.
“Penso di si. La nostra esistenza qui significa soltanto crescere e svilupparsi
allo scopo di prepararsi alla vita dopo la nascita, così che saremo abbastanza
forti per affrontare ciò che dovremo incontrare.”
“Come può esserci vita dopo la nascita?” Urlò il primo
“In che modo potrebbe esserci?”
“Bè,non lo so con esattezza. Ma come minimo sarà sicuramente
più luminosa di qui,e forse potremo camminare e nutrirci con la bocca”
“Che sciocchezze!!! Come potremmo andare in giro?
E’ impossibile. E mangiare con la bocca…che idea bislacca!!
Abbiamo il cordone ombelicale che ci nutre,non lo sai?
E camminare poi,che sciocchezza,sarebbe impedito dallo stesso cordone.
E’ così corto!”
“Invece io penso che esista. Diventerà tutto un po’ diverso da come è qui”
“Nessuno è mai tornato dopo la nascita!
Con la nascita la vita finisce….e la vita qui è sofferenza e buio.”
“Hai mai parlato con qualcuno che è nato?
E’ mai rientrato qualcuno nell’utero dopo la nascita? NO!
Con la nascita la vita termina. E la vita in sé è scura e tormentosa…questo è tutto
” Cadde poi in grande disperazione e nella sua disperazione mormorò
“Se lo scopo del concepimento e di tutta la crescita è finire con la nascita,
allora la vita è proprio assurda”
“Sebbene io non sappia esattamente come possa essere la vita dopo la nascita,
sicuramente incontreremo nostra madre e lei si prenderà cura di noi” Disse l’altro.
“Madre? Tu credi nell’esistenza di una madre?”
“Ma certo che c’è una madre” protestò l’altro “Chi è secondo te
che ci dà da mangiare e crea il mondo in cui viviamo?”
“Noi prendiamo da soli il cibo ed il mondo è sempre stato qui.
E se ci fosse una madre dove sarebbe? Tu l’hai mai vista?
Ti ha mai parlato? Noi abbiamo inventato la madre perché questo
soddisfa i nostri bisogni. Ci fa sentire al sicuro e felici.”
“No,lei è qui,tutto intorno a noi. Viviamo grazie ad essa ed in essa.
Senza di lei non potremmo esistere.”
“Sciocchezze. Non mi sono mai accorto di qualcosa
come ‘una madre.’ Non esiste proprio.”
“Eppure a volte,disse l’altro, quando scende il silenzio,
la si può sentire magari cantare per noi, o accarezzare il nostro mondo,
o sussurrarci parole d’amore e attendere trepidante la nostra nascita”
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