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| Etz Haim – L’Albero della Vita come modello energetico David Casulli | | «Il Signore Iddio fece germogliare dal suolo ogni specie di alberi piacevoli d’aspetto e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male.» Genesi 2,9
«…e dopo averlo cacciato pose davanti al giardino di Eden i Cherubini con la fiamma della spada fiammeggiante per impedire l’accesso all’albero della vita.» Genesi 3,24
Tra i modelli proposti per la comprensione e lo studio della realtà energetica-vibrazionale dalle varie tradizioni spirituali, l’Albero della Vita si colloca tra quelli che hanno lasciato una traccia indelebile nello scibile umano. Tra le motivazioni per una tale longevità c’è sicuramente quella per cui nell’Albero della Vita tutto può essere integrato, ogni conoscenza, se vera, può trovare posto; anche le altre teorie energetiche possono trovare, all’interno del diagramma più importante della tradizione cabalistica, un’integrazione ed un ulteriore sviluppo che non ne intacca minimamente la profondità.
Sarebbe di questo tipo la dialettica energetica intrinseca alla Creazione: un aumento costante del numero di interazioni vibrazionali, coerenti, che allontanano il caos e la confusione, lasciando spazio alla Consapevolezza. Sarà forse per la forma tipica che lo contraddistingue o per le geometrie della struttura, oppure per i contenuti numerologici che al suo interno si dispiegano, per quella “particolare sensazione” che nel percorrere questo mandala con la mente si sviluppa, certo è che, questo archetipo ha ancora tantissimo da dire.
Il rinnovato interesse verso questo antichissimo simbolo, citato per la prima volta nella Genesi, va ricercato nell’ampia gamma di correlazioni psicoemotive che è in grado di chiarire e nella profonda analisi del rapporto che intercorre tra la materia e l’energia che propone.
Uno degli aspetti fondamentali che caratterizza lo studio dell’Etz Haim, riconoscibile anche graficamente, è quello che al suo interno ogni elemento è in relazione con tutti gli altri elementi costituenti, vale a dire che non vi è separazione e che una certa informazione è condivisa e arricchita dall’insieme delle componenti. Questa multidimensionalità è un fattore per certi versi rivoluzionario rispetto alle precedenti teorie, in quanto testimonia che “tutto è presente e attivo nello stesso momento”, e quindi “croce e delizia” dell’esistenza.
La contemporaneità con cui gli elementi dell’Albero operano è certamente un importante elemento propulsivo verso la Conoscenza e l’equilibrio energetico perché quando le energie circolano senza ostacoli all’interno dell’Albero, l’essere umano vive una condizione di pace e consapevolezza. Creare una sana comunicazione tra i 32 elementi costituenti l’Albero della Vita, significa aumentare non solo la propria vitalità ma soprattutto l’integrazione tra le componenti che costituiscono un individuo da un punto di vista psicoenergetico, migliorando la comprensione degli eventi e delle emozioni ad essi associati.
Ci possiamo spingere a dire che i fatti contingenti della vita, a prescindere dalla valenza che gli diamo, altro non sono che esperienze di energie associate alle componenti dell’Albero che si attivano, che possiamo trasformare ed accogliere ma che certamente dobbiamo integrare. Una volta definiti gli elementi essenziali costituenti e la loro relazione in corrispondenza con l’essere umano, osserviamo che dinanzi agli occhi dello studioso si apre uno spettro di applicazioni nell’ambito delle discipline bioenergetiche, quasi senza limiti.
Di seguito cercheremo di dare dei cenni sull’Albero della Vita in chiave energetica, come modello fondamentale di come la coscienza-energia si muove e si dispiega nel micro come nel macro cosmo. L’Albero, come ci è stato tramandato dalla tradizione, è costituito da 32 elementi fondamentali. Si presenta costituito da tre pilastri verticali: quello di destra collegato alla Grazia, quello di sinistra al Rigore e quello centrale all'Equilibrio, sui quali si trovano 10 elementi o componenti chiamate sefirot. A collegare le sefirot sono destinati 22 percorsi o sentieri, ognuno dei quali corrisponde ad una delle 22 lettere dell'Alef-Beit (alfabeto) ebraico.
Immediato è l’accostamento al modello proposto nello Yoga con Pingala, Ida e Sushumna nadi, i tre “canali” principali dove scorre l’energia, anche se la simbologia dei tre “pilastri” nella tradizione cabalistica si arricchisce di ulteriori significati. Sui due rami laterali ci sono rispettivamente tre sefirot mentre in quello centrale ne risultano quattro più una quinta, aggiunta in seguito.
Le dieci sefirot sono state associate a parti del corpo e a sistemi corporei secondo lo schema che segue:
KETER CORONA cranio/sistema respiratorio, energia CHOKHMÀ SAPIENZA emisfero cerebrale destro/midollo BINÀ INTELLIGENZA emisfero cerebrale sinistro/sangue DA’AT CONOSCENZA UNITIVA cervelletto/sistema nervoso CHESED AMORE braccio destro/scheletro GHEVURÀ FORZA braccio sinistro/ sistema circolatorio TIFERET BELLEZZA torace/sistema muscolare NETZACH ETERNITÀ gamba destra/sistema endocrino HOD SPLENDORE gamba sinistra/sistema immunitario YESOD FONDAMENTO organi riproduttivi/sistema riproduttivi MALKHUT REGNO bocca (piedi)/sistema digestivo
L’Albero della Vita è sovrapponibile al corpo umano - inteso come insieme di membra ognuna delle quali porta con se una scintilla o energia che proviene direttamente dal Creatore – e descrive le relazioni energetiche profonde che intercorrono tra gli elementi/organi, sistemi e apparati ed emozioni.
L’energia dal punto più alto della struttura, la Corona, scende verso il livello più sensibile alle dinamiche legate all’elemento Terra, il Regno, attraversando tutti i crocevia dove l’energia da più sottile si fa più densa. Una volta che la coscienza-energia ha raggiunto il livello di Malkhut avviene una grande trasformazione quella in cui questo recipiente energetico diviene a sua volta generatore e comincia a “pompare” energia dal basso verso l’alto, dalla materia allo spirito, realizzando il motto alchemico “come in alto così in basso, per la Gloria della cosa Una”.
In altre parole l’energia dalla cima dell’Albero della Vita scende verso il basso a vivificare tutti gli strati inferiori in cui l’uomo normalmente si colloca; giunto al fondo di tale processo l’energia attiva un nuovo generatore, la sefirot di Malkhut, che rimanda verso i reami superni l’energia arricchita dall’esperienza umana, divenendo l’uomo stesso un generatore, un propulsore.
In questa comunicazione ci sono, come abbiamo detto, tutta una serie di passaggi e trasformazioni energetiche intermedie durante le quali prendiamo coscienza e facciamo esperienza dei pensieri, delle emozioni in riferimento ad una tematica precisa dal sapore vagamente karmico. Infatti succede spesso che tale processo di espansione s’inceppi in un qualche livello dell’Albero sul quale abbiamo bisogno di operare una trasmutazione, una volta riconosciuto a quale dei 32 elementi è in relazione l’esperienza che stiamo facendo.
Non è un caso se l’ultima stazione energetica è legata al femminile… Proprio a quel femminile che abbiamo esiliato e per il cui recupero ci dovremmo adoperare, senza il quale l’ultimo recipiente non si trasforma in generatore. | | |
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