DENTIFRICIO: QUESTO SCONOSCIUTO
La pubblicità giornalmente ci bombarda di nuovi ritrovati nel campo della prevenzione/pulizia dentaria: si va dal dentifricio anticarie, a quello sbiancante, da quello che protegge i denti durante il sonno a quello antinvecchiamento per chi ha più di 40 anni! C'è n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Nessuno dice però cosa contengono realmente questi dentifrici, né tantomeno si dice che la vera prevenzione per i denti non la fa il dentifricio bensì l'uso accurato dello spazzolino, cioè è l'azione meccanica dello spazzolino che rimuove lo “sporco” tra i denti! Il dentifricio è semplicemente superfluo, serve solo a lasciare un “buon” sapore in bocca... e basta.
Se alla base non c'è un buon utilizzo dello spazzolino tutto il resto non serve a nulla. Nelle pubblicità spesso si vedono bellissime ragazze dalla meravigliosa dentatura che muovono lo spazzolino in direzione sinistra-destra; ciò è assolutamente da evitare perché oltre a non essere efficace può produrre danni alle gengive, cioè le recessioni gengivali. I motivi per cui non si devono mai spazzolare i denti con un movimento orizzontale forte e vigoroso sono due.
Innanzitutto così facendo la placca batterica non viene ben rimossa ma piuttosto semplicemente trascinata e depositata negli interstizi dentali dove ristagna, favorendo l'insorgere di tartaro e carie.
Secondo: le setole dello spazzolino mosse parallelamente alla gengiva non rimuovono la placca sotto il solco gengivale anzi tendono a pressarcela. Inoltre questa azione contribuisce meccanicamente a distaccare la gengiva dai colletti dentali provocando le recessioni gengivali.
L'utilizzo corretto dello spazzolino è il seguente: esso va sempre mosso in direzione perpendicolare alla gengiva, e sempre dalla gengiva verso il dente. In altre parole, per pulire i denti superiori il suo movimento deve avvenire verso il basso, non verso l'alto, in modo da penetrare con le setole anche negli interstizi dentali e con una inclinazione di 45 gradi, per rimuovere la placca da sotto il colletto gengivale.
Per la parte inferiore della bocca vale esattamente l'opposto, cioè il movimento deve procedere verso l'alto; ovviamente l'operazione va ripetuta sia sulla parte esterna della dentatura che su quella interna.
Per quanto riguarda invece la pulizia della parte masticatoria dei denti posteriori, l'ideale é spazzolare queste superfici prima dal dietro verso l'avanti e viceversa e poi, ad operazione conclusa, con il solito movimento laterale per pulire gli interstizi dentali.
Ma torniamo agli ingredienti dei dentifrici ed esaminiamo se ce ne sono di rischiosi per la salute.
Diciamo subito che alcuni ingredienti sono basilari, cioè presenti in tutti i dentifrici. Essi sono in primis l'acqua. Poi abbiamo generalmente polvere abrasiva silice idrata, sorbitolo (dolcificante "anticarie" ma dagli effetti lassativi), e aromi di vario tipo. Inoltre può essere presente anche la glicerina o tensioattivi. Sin qui tutto ok. Nulla di strano o di sospetto.
I problemi possono nascere quando vengono aggiunti conservanti e sostanze biocide cioè sostanze o prodotti chimici capaci di controllare, limitare, respingere o distruggere gli organismi viventi (microrganismi, animali o vegetali) considerati come nocivi, o di opporsi al loro sviluppo.
Ma vediamo queste sostanze nocive più da vicino.
La prima sostanza da verificare negli ingredienti è la imidazolidinyl urea, vale a dire un conservante in grado di liberarei formaldeide, sostanza che la Iarc, cioè l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms, e l'Unione europea classificano come cancerogena, mutagena e tossica per la riproduzione.
Ovviamente se assunta quotidianamente e a piccole dosi, non provoca effetti immediati, ma di certo non è proprio quello che desidereremmo mettere in bocca.
Altri tipi di conservanti che è possibile trovare nei dentifrici sono i parabeni, cioè composti che dal punto di vista chimico raggruppano gli esteri dell’acido para-idrossi-benzoico, ovvero:
-metil parabene;
-etil parabene;
-propil parabene;
-butil parabene.
Nel giugno 2004 l’Afssaps, in collaborazione con l’Afssa (Agenzia di Sicurezza Sanitaria dell’Alimentazione) e l’InVS (Istituto di Vigilanza Sanitaria), ha organizzato una commissione di esperti con lo scopo di valutare la sicurezza d’uso di queste sostanze. Ad oggi, dunque, non è possibile caratterizzare e quantificare il rischio, in particolare cancerogeno, che potrebbe essere associato all’alterazione endocrina indotta da questi composti. Ragion per cui meglio evitare di assumerli!
Altro conservante da evitare: il nitrato di potassio, già molto presente negli alimenti e nell'acqua.
Questo composto azotato risulta convertibile in nitrito già a livello della bocca per azione delle ghiandole salivari. Tali nitriti, a loro volta, trovano le condizioni ottimali per produrre N-nitrosammine all'interno dello stomaco . Il problema di tali sostanze è che sono provatamente cancerogene.
Alla lista delle sostanze da evitare si aggiungono il triclosan la clorexidina, Peg e il polyethilene.
Il triclosan è un antibatterico impiegato in saponi e detersivi. A carico di questa sostanza non mancano le critiche visto che ha la tendenza ad accumularsi nei tessuti grassi. Inoltre, basta sapere che la sua struttura chimica è simile a quella della diossina, ed è forse questo fatto ad aver stimolato i primi studi sulla sua potenziale tossicità. Infine ricordiamo che nella mitica Svezia, il Ministero della Sanità ne sconsiglia l'uso in seguito ad uno studio dell’Università di Stoccolma. Fate un po' voi!
La Clorexidina, invece, è un antisettico che va usato con moderazione. Già presente nei colluttori è prescritto per non più di 7-10 giorni. Il motivo è che può provocare una eccessiva sensibilità ai denti.
I Peg, sostanze sintetiche, hanno la capacità di rendere la pelle più esposta a eventuali sostanze nocive.
Infine, tra le sostanze poco gradite è possibile incontrare il polythilene utilizzato come filmante. La sostanza, normalmente utilizzata per realizzare bottiglie e sacchetti di plastica, non crea problemi, ma non è proprio il massimo per chi aspira a una igiene orale più naturale possibile.
Infine c'è il Fluoro. Ci hanno sempre detto: “il fluoro fa bene, è un elemento essenziale che serve a prevenire la carie sia durante lo sviluppo dei denti che dopo ...” ecc.
Io non la penso proprio così, e a chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura del libro di Lorenzo Acerra: “Fluoro: pericolo per i denti, veleno per l'organismo.”Leggetelo e poi decidete voi!
Fonte: http://archimede.ning.com/profiles/blog/show?id=2056598:BlogPost:965&page=1#comment-2056598:Comment:1227
La pubblicità giornalmente ci bombarda di nuovi ritrovati nel campo della prevenzione/pulizia dentaria: si va dal dentifricio anticarie, a quello sbiancante, da quello che protegge i denti durante il sonno a quello antinvecchiamento per chi ha più di 40 anni! C'è n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Nessuno dice però cosa contengono realmente questi dentifrici, né tantomeno si dice che la vera prevenzione per i denti non la fa il dentifricio bensì l'uso accurato dello spazzolino, cioè è l'azione meccanica dello spazzolino che rimuove lo “sporco” tra i denti! Il dentifricio è semplicemente superfluo, serve solo a lasciare un “buon” sapore in bocca... e basta.
Se alla base non c'è un buon utilizzo dello spazzolino tutto il resto non serve a nulla. Nelle pubblicità spesso si vedono bellissime ragazze dalla meravigliosa dentatura che muovono lo spazzolino in direzione sinistra-destra; ciò è assolutamente da evitare perché oltre a non essere efficace può produrre danni alle gengive, cioè le recessioni gengivali. I motivi per cui non si devono mai spazzolare i denti con un movimento orizzontale forte e vigoroso sono due.
Innanzitutto così facendo la placca batterica non viene ben rimossa ma piuttosto semplicemente trascinata e depositata negli interstizi dentali dove ristagna, favorendo l'insorgere di tartaro e carie.
Secondo: le setole dello spazzolino mosse parallelamente alla gengiva non rimuovono la placca sotto il solco gengivale anzi tendono a pressarcela. Inoltre questa azione contribuisce meccanicamente a distaccare la gengiva dai colletti dentali provocando le recessioni gengivali.
L'utilizzo corretto dello spazzolino è il seguente: esso va sempre mosso in direzione perpendicolare alla gengiva, e sempre dalla gengiva verso il dente. In altre parole, per pulire i denti superiori il suo movimento deve avvenire verso il basso, non verso l'alto, in modo da penetrare con le setole anche negli interstizi dentali e con una inclinazione di 45 gradi, per rimuovere la placca da sotto il colletto gengivale.
Per la parte inferiore della bocca vale esattamente l'opposto, cioè il movimento deve procedere verso l'alto; ovviamente l'operazione va ripetuta sia sulla parte esterna della dentatura che su quella interna.
Per quanto riguarda invece la pulizia della parte masticatoria dei denti posteriori, l'ideale é spazzolare queste superfici prima dal dietro verso l'avanti e viceversa e poi, ad operazione conclusa, con il solito movimento laterale per pulire gli interstizi dentali.
Ma torniamo agli ingredienti dei dentifrici ed esaminiamo se ce ne sono di rischiosi per la salute.
Diciamo subito che alcuni ingredienti sono basilari, cioè presenti in tutti i dentifrici. Essi sono in primis l'acqua. Poi abbiamo generalmente polvere abrasiva silice idrata, sorbitolo (dolcificante "anticarie" ma dagli effetti lassativi), e aromi di vario tipo. Inoltre può essere presente anche la glicerina o tensioattivi. Sin qui tutto ok. Nulla di strano o di sospetto.
I problemi possono nascere quando vengono aggiunti conservanti e sostanze biocide cioè sostanze o prodotti chimici capaci di controllare, limitare, respingere o distruggere gli organismi viventi (microrganismi, animali o vegetali) considerati come nocivi, o di opporsi al loro sviluppo.
Ma vediamo queste sostanze nocive più da vicino.
La prima sostanza da verificare negli ingredienti è la imidazolidinyl urea, vale a dire un conservante in grado di liberarei formaldeide, sostanza che la Iarc, cioè l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms, e l'Unione europea classificano come cancerogena, mutagena e tossica per la riproduzione.
Ovviamente se assunta quotidianamente e a piccole dosi, non provoca effetti immediati, ma di certo non è proprio quello che desidereremmo mettere in bocca.
Altri tipi di conservanti che è possibile trovare nei dentifrici sono i parabeni, cioè composti che dal punto di vista chimico raggruppano gli esteri dell’acido para-idrossi-benzoico, ovvero:
-metil parabene;
-etil parabene;
-propil parabene;
-butil parabene.
Nel giugno 2004 l’Afssaps, in collaborazione con l’Afssa (Agenzia di Sicurezza Sanitaria dell’Alimentazione) e l’InVS (Istituto di Vigilanza Sanitaria), ha organizzato una commissione di esperti con lo scopo di valutare la sicurezza d’uso di queste sostanze. Ad oggi, dunque, non è possibile caratterizzare e quantificare il rischio, in particolare cancerogeno, che potrebbe essere associato all’alterazione endocrina indotta da questi composti. Ragion per cui meglio evitare di assumerli!
Altro conservante da evitare: il nitrato di potassio, già molto presente negli alimenti e nell'acqua.
Questo composto azotato risulta convertibile in nitrito già a livello della bocca per azione delle ghiandole salivari. Tali nitriti, a loro volta, trovano le condizioni ottimali per produrre N-nitrosammine all'interno dello stomaco . Il problema di tali sostanze è che sono provatamente cancerogene.
Alla lista delle sostanze da evitare si aggiungono il triclosan la clorexidina, Peg e il polyethilene.
Il triclosan è un antibatterico impiegato in saponi e detersivi. A carico di questa sostanza non mancano le critiche visto che ha la tendenza ad accumularsi nei tessuti grassi. Inoltre, basta sapere che la sua struttura chimica è simile a quella della diossina, ed è forse questo fatto ad aver stimolato i primi studi sulla sua potenziale tossicità. Infine ricordiamo che nella mitica Svezia, il Ministero della Sanità ne sconsiglia l'uso in seguito ad uno studio dell’Università di Stoccolma. Fate un po' voi!
La Clorexidina, invece, è un antisettico che va usato con moderazione. Già presente nei colluttori è prescritto per non più di 7-10 giorni. Il motivo è che può provocare una eccessiva sensibilità ai denti.
I Peg, sostanze sintetiche, hanno la capacità di rendere la pelle più esposta a eventuali sostanze nocive.
Infine, tra le sostanze poco gradite è possibile incontrare il polythilene utilizzato come filmante. La sostanza, normalmente utilizzata per realizzare bottiglie e sacchetti di plastica, non crea problemi, ma non è proprio il massimo per chi aspira a una igiene orale più naturale possibile.
Infine c'è il Fluoro. Ci hanno sempre detto: “il fluoro fa bene, è un elemento essenziale che serve a prevenire la carie sia durante lo sviluppo dei denti che dopo ...” ecc.
Io non la penso proprio così, e a chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura del libro di Lorenzo Acerra: “Fluoro: pericolo per i denti, veleno per l'organismo.”Leggetelo e poi decidete voi!
Fonte: http://archimede.ning.com/profiles/blog/show?id=2056598:BlogPost:965&page=1#comment-2056598:Comment:1227
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