SaraS n° 41 Aprile/Giugno 2008
Trimestrale non in
vendita riservato ai Soci di SaraS
Pagg. 26,27.
Clonazione Umana. Quello che dobbiamo
sapere.
Dott. Francesco
Stracuzza
Responsabile Medico Scientifico di SaraS
La clonazione applicata all'uomo è un argomento che fino a qualche
tempo fa poteva interessare soltanto gli appassionati di fantascienza e di
romanzi utopistici. Nel passato non erano mancati gli autori che immaginarono
scenari inquietanti: società tecnologicamente avanzate, divenute in grado di
clonare uomini con lo scopo di costituire individui con caratteristiche
genetiche predeterminate e funzionali per lo svolgimento di particolari
mansioni. L'argomento poteva essere trattato con un certo distacco, ma da alcuni
anni la situazione è profondamente cambiata.
L'opinione pubblica è stata indotta a credere che si
potessero produrre cellule e tessuti per clonazione da altre cellule e tessuti,
senza considerare invece che tale procedura implica necessariamente lo sviluppo
di embrioni umani, sia pure allo stadio di blastocisti, stadio iniziale da cui
si genera negli stadi successivi di sviluppo un embrione umano, non destinati ad
essere trasferiti nell'utero di una madre per il successivo sviluppo, con il
solo scopo di usare le cellule così ottenute e poi distruggere quelle che non
servono.
Questo malinteso ha indotto molti a ritenere che tali procedimenti
dovessero essere giudicati positivamente dal momento che avrebbero una finalità
terapeutica di grande valore per la cura di determinate malattie, senza ledere
l'integrità dell'individuo umano.
Purtroppo le cose però non stanno così. Per avere le idee più chiare
sull'argomento che stiamo trattando, bisogna in primo
luogo sapere cos'è la clonazione.
La clonazione di un organo avviene attraverso una tecnica
chiamata "somatic cell nuclear transfer": letteralmente "trasferimento del
nucleo delle cellule somatiche".
Il nucleo di un ovocita, cellula riproduttiva femminile,
che in natura viene fecondata dallo spermatozoo, cellula
riproduttiva maschile, che contiene il materiale genetico dell'individuo a cui
esso appartiene, viene rimosso e sostituito con il nucleo di una cella somatica
proveniente dall'organismo di un individuo adulto. Se l'ovocita così
"rimaneggiato" viene successivamente stimolato a dividersi, può arrivare allo
stadio di blastocisti, fase della riproduzione che precede l'impianto
dell'ovocita nell'utero.
Nella clonazione riproduttiva, questa blastocisti
verrà impiantata nell'utero e proseguirà lo sviluppo fino alla nascita di un
nuovo essere vivente. Invece, nella clonazione a scopo di ricerca o terapia,
anziché venire impiantata nell'utero, la blastocisti viene trasformata in
tessuto per coltura per dare origine ad una linea di cellule staminali o per la
ricerca o per applicazioni cliniche.
In realtà, io credo che l'industria biotecnologica intende
realizzarea attraverso questa tecnologia, spacciata per
tecnologia a scopi terapeutici, una vera e propria clonazione di individui
umani. Questa tecnica si avvale di prelievi dal corpo umano di cellule in
grado di proliferare e generare tessuti in laboratorio, con lo scopo di sostituire
tessuti del corpo di un paziente che sono stati compromessi, ad esempio da una
grave ustione o da forme tumorali particolarmente aggressive.
Qualora si trattasse di interventi di ingegneria tissutale non ci sarebbe alcuna difficoltà
di tipo etico, morale, spirituale ad ammettere e sostenere la possibilità di
queste tecniche innovative, invece non è così ed i ricercatori sanno bene di
cosa si tratta.
Infatti, non si sta parlando di banali tecniche di
riproduzioni cellulari in laboratorio o di ingegneria tissutale, ma lo scopo è
la produzione di cellule e tessuti a partire da embrioni umani clonati, cioè di
esseri umani.
Qualsiasi forma di vita, anche negli stadi iniziali, è pur
sempre vita di cui si prevede l'interruzione dello sviluppo stesso per poterli
utilizzare come preziosi pezzi di ricambio biologici allo scopo di riparare o
sostituire tessuti od organi in un individuo adulto. In questo modo l'uomo si
sostituisce al Creatore e con la sua scienza, sovvertendo tutte le regole
naturali, calpesta ignorando volutamente tutti quegli aspetti etici, morali e
spirituali che sicuramente hanno una fondamentale importanza per la vita
stessa.
E' infatti noto che le cellule staminali dell'embrione prima
dell'impianto in utero, sono presenti nell'organismo umano anche nell'adulto,
hanno la possibilità e capacità notevole di autorinnovarsi e di differenziarsi,
pertanto si vorrebbe sfruttare questa potenzialità laddove ce ne fosse
bisogno.
Sarebbe opportuno spiegare ai non addetti ai lavori cosa sono le
cellule staminali: cellule in grado di replicarsi e di generare cellule
specializzate.
Cellule staminali potrebbero essere impiegate per creare
cellule e tessuti sostitutivi per il trattamento di numerose malattie quali,
morbo di Parkinsin, leucemie, tumori particolarmente aggressivi, ictus, diabete,
ustioni, ecc.
Organi e tessuti verrebbero quindi colonizzati da queste
cellule staminali, in questo modo si instaurerebbe la condizione fisiologica
desiderata accelerando la guarigione. Alla luce di queste applicazioni, interi
organi potrebbero essere sostituiti grazie alle cellule staminali con
un'apposita impalcatura per la ricostruzione.
Le cellule staminali, lo abbiamo precedentemente affermato, sono presenti
sia negli embrioni che nell'adulto, queste tuttavia si possono reperire anche
nel sangue del cordone ombelicale al momento del parto, nel fegato e
nel midollo osseo del feto. Mentre le cellule staminali dell'embrione possono
riprodurre tutti i 200 diversi tipi cellulari specializzati che costituiscono il corpo umano
le cellule staminalidell'adulto sono in grado di produrre uno o comunque un numero
limitato di tipi cellulari.
Per questo motivo, la produzione di un organismo umano allo
stato embrionale di sviluppo si potrebbe considerare una sorta di corsia
preferenziale ed una riserva di cui disporre nel tempo, sfruttando la
crioconservazione (conservazione a freddo) dell'embrione stesso. Inoltre i
tessuti così ottenuti risulterebbero istocompatibili (compatibilità istologica)
con quelli del donatore del nucleo, cioè il paziente stesso; questo
consentirebbe di superare il problema del rigetto da trapianto con tessuti
estranei al paziente.
Non solo, ciò permetterebbe di avere un prodotto
selezionato ed abbondante portando così necessariamente al fiorire di attività
biotecnologiche fondate sulla commercializzazione di pezzi di ricambio umano su
scala industriale.
Gli studi scientifici nell'ambito della clonazione
riproduttiva sui mammiferi indicano che si verifica un'incidenza superiore alla
norma di feti malformati, aborti spontanei e di anomalie e decessi fra i
cuccioli, non vi è alcun motivo di ritenere che nell'uomo il risultato possa
essere diverso. Esiste una seria minaccia per la salute dell'individuo clonato
non soltanto alla nascita ma per tutta la vita e sotto il profilo scientifico,
oggi in base alle conoscenze in nostro possesso sarebbe irresponsabile per
chiunque tentare di realizzare la clonazione riproduttiva nell'uomo. Nonostante
tutte le evidenze scientifiche nella seconda metà degli anni '90, alcuni
laboratori sparsi nel mondo hanno dichiarato di avere già tentato la clonazione
umana o di essere in grado di attuarla.
Nell'autunno del 2001, le agenzie di stampa hanno divulgato
la notizia che sembra suggellare l'inizio di una nuova
era per la scienza; una società di ricerche Statunitense, l' "Advanced cell
Technology", ha eseguito con successo la prima clonazione di un embrione umano.
Nell'Aprile del 2002, il medico italiano Dott. Severino Antinori, fece un
commento improvvisato ad un giornalista, affermando che tre donne erano incinta
di un embrione clonato, da allora il medico sembra sia uscito di scena e non si
è più saputo se lo stesso abbia confermato o meno questa affermazione. Nel 2004
ricercatori dell'Università di Seul per la prima volta sono riusciti a
riprodurre in laboratorio una sequenza completa di cellule staminali umane
mature, compiendo così un'ulteriore passo avanti per la cura di gravi malattie
degenerative attraverso la biogenetica. L'annuncio della riuscita
dell'esperimento è stato dato dall'equipe degli scienziati sud-coreani, guidati
dal Dott. Woo Suk Hwang, attraverso un comunicato diramato a sostegno di uno
studio relativo ai progressi compiuti dall'American Association for the
Advancement of Science.
Non bisogna dimenticare che da un punto di vista spirituale
ogni singola cellula è vita ed in ognuna di queste, che tutte insieme
compongono la complessità del nostro organismo, vengono trasferite delle
informazioni genetiche e psichiche su quella che è la nostra unicità ed il
nostro percorso evolutivo, quindi è sbagliato interferire con la vita attraverso
tecniche di manipolazione, in vivo od in laboratorio, che non tengono conto
della dignità della vita stessa e della nostra natura spirituale.
Manipolare un essere umano ai suoi primi stadi vitali per ricavarne il materiale biologico
necessario alla sperimentazione di nuove terapie, procedendo all'uccisione di
questo stesso essere umano, contraddice il sottinteso scopo di salvare la vita
di altri esseri umani. Il valore della vita umana rende illegittimo un uso
strumentale dell'esistenza di un individuo chiamato alla vita per essere usato
solamente come materiale biologico. Cosa dire poi dell'atto della procreazione,
sostituito con pratiche di fecondazione extracorporea, che rende lo stesso
essere umano proprietà ad uso e consumo di chi è in grado di generarlo in
laboratorio. Privo di ogni logica è poi il riferimento al fatto che questi
esseri umani allo stadio embrionale, destinati a fornire cellule e tessuti, non
siano in grado di sentire dolore: la mancanza di dolore non giustifica la
soppressione di un essere umano, e l'uccisione dello stesso sotto anestesia non
cesserebbe di essere sempre un omicidio.
Gli scopi terapeutici, anche se fossero veri, non possono giustificare mai l'uccisione
programmata del proprio simile o la sua produzione in serie. La logica che alimenta
e governa questo progetto è legata al mercato biotecnologico e non ha nulla
a che vedere con la scienza.
Diciamolo pure che tutto questo è un affare economico inestimabile
per il industrie biotecnologiche che scateneranno una guerra per i brevetti
sugli embrioni e le cellule staminali, e chiunque, governi, laboratori, o
aziende private, vorrà accedere a questi tesori ed ottenere diritti di ricerca o
licenze commerciali, dovrà pagare un conto assai salato.
La scienza ha saputo trovare e pensiamo possa trovare forme
terapeutiche per le malattie su base genetica o degenerativa, attraverso altri
procedimenti, come per esempio l'utilizzo di cellule staminali prelevate dal
cordone ombelicale pelle partorienti ma se per ipotesi, l'unica via possibile
fosse invece quella della clonazione umana, allora bisognerebbe avere il
coraggio intellettuale e morale di rinunciare a questa tecnologia, poiché
imporre l'origine e la morte è un atto di ingiustizia che lede nelle sue
fondamenta la nostra dignità e la nostra civiltà.
http://www.associazionesaras.it/home/default.asp
Trimestrale non in
vendita riservato ai Soci di SaraS
Pagg. 26,27.
Clonazione Umana. Quello che dobbiamo
sapere.
Dott. Francesco
Stracuzza
Responsabile Medico Scientifico di SaraS
La clonazione applicata all'uomo è un argomento che fino a qualche
tempo fa poteva interessare soltanto gli appassionati di fantascienza e di
romanzi utopistici. Nel passato non erano mancati gli autori che immaginarono
scenari inquietanti: società tecnologicamente avanzate, divenute in grado di
clonare uomini con lo scopo di costituire individui con caratteristiche
genetiche predeterminate e funzionali per lo svolgimento di particolari
mansioni. L'argomento poteva essere trattato con un certo distacco, ma da alcuni
anni la situazione è profondamente cambiata.
L'opinione pubblica è stata indotta a credere che si
potessero produrre cellule e tessuti per clonazione da altre cellule e tessuti,
senza considerare invece che tale procedura implica necessariamente lo sviluppo
di embrioni umani, sia pure allo stadio di blastocisti, stadio iniziale da cui
si genera negli stadi successivi di sviluppo un embrione umano, non destinati ad
essere trasferiti nell'utero di una madre per il successivo sviluppo, con il
solo scopo di usare le cellule così ottenute e poi distruggere quelle che non
servono.
Questo malinteso ha indotto molti a ritenere che tali procedimenti
dovessero essere giudicati positivamente dal momento che avrebbero una finalità
terapeutica di grande valore per la cura di determinate malattie, senza ledere
l'integrità dell'individuo umano.
Purtroppo le cose però non stanno così. Per avere le idee più chiare
sull'argomento che stiamo trattando, bisogna in primo
luogo sapere cos'è la clonazione.
La clonazione di un organo avviene attraverso una tecnica
chiamata "somatic cell nuclear transfer": letteralmente "trasferimento del
nucleo delle cellule somatiche".
Il nucleo di un ovocita, cellula riproduttiva femminile,
che in natura viene fecondata dallo spermatozoo, cellula
riproduttiva maschile, che contiene il materiale genetico dell'individuo a cui
esso appartiene, viene rimosso e sostituito con il nucleo di una cella somatica
proveniente dall'organismo di un individuo adulto. Se l'ovocita così
"rimaneggiato" viene successivamente stimolato a dividersi, può arrivare allo
stadio di blastocisti, fase della riproduzione che precede l'impianto
dell'ovocita nell'utero.
Nella clonazione riproduttiva, questa blastocisti
verrà impiantata nell'utero e proseguirà lo sviluppo fino alla nascita di un
nuovo essere vivente. Invece, nella clonazione a scopo di ricerca o terapia,
anziché venire impiantata nell'utero, la blastocisti viene trasformata in
tessuto per coltura per dare origine ad una linea di cellule staminali o per la
ricerca o per applicazioni cliniche.
In realtà, io credo che l'industria biotecnologica intende
realizzarea attraverso questa tecnologia, spacciata per
tecnologia a scopi terapeutici, una vera e propria clonazione di individui
umani. Questa tecnica si avvale di prelievi dal corpo umano di cellule in
grado di proliferare e generare tessuti in laboratorio, con lo scopo di sostituire
tessuti del corpo di un paziente che sono stati compromessi, ad esempio da una
grave ustione o da forme tumorali particolarmente aggressive.
Qualora si trattasse di interventi di ingegneria tissutale non ci sarebbe alcuna difficoltà
di tipo etico, morale, spirituale ad ammettere e sostenere la possibilità di
queste tecniche innovative, invece non è così ed i ricercatori sanno bene di
cosa si tratta.
Infatti, non si sta parlando di banali tecniche di
riproduzioni cellulari in laboratorio o di ingegneria tissutale, ma lo scopo è
la produzione di cellule e tessuti a partire da embrioni umani clonati, cioè di
esseri umani.
Qualsiasi forma di vita, anche negli stadi iniziali, è pur
sempre vita di cui si prevede l'interruzione dello sviluppo stesso per poterli
utilizzare come preziosi pezzi di ricambio biologici allo scopo di riparare o
sostituire tessuti od organi in un individuo adulto. In questo modo l'uomo si
sostituisce al Creatore e con la sua scienza, sovvertendo tutte le regole
naturali, calpesta ignorando volutamente tutti quegli aspetti etici, morali e
spirituali che sicuramente hanno una fondamentale importanza per la vita
stessa.
E' infatti noto che le cellule staminali dell'embrione prima
dell'impianto in utero, sono presenti nell'organismo umano anche nell'adulto,
hanno la possibilità e capacità notevole di autorinnovarsi e di differenziarsi,
pertanto si vorrebbe sfruttare questa potenzialità laddove ce ne fosse
bisogno.
Sarebbe opportuno spiegare ai non addetti ai lavori cosa sono le
cellule staminali: cellule in grado di replicarsi e di generare cellule
specializzate.
Cellule staminali potrebbero essere impiegate per creare
cellule e tessuti sostitutivi per il trattamento di numerose malattie quali,
morbo di Parkinsin, leucemie, tumori particolarmente aggressivi, ictus, diabete,
ustioni, ecc.
Organi e tessuti verrebbero quindi colonizzati da queste
cellule staminali, in questo modo si instaurerebbe la condizione fisiologica
desiderata accelerando la guarigione. Alla luce di queste applicazioni, interi
organi potrebbero essere sostituiti grazie alle cellule staminali con
un'apposita impalcatura per la ricostruzione.
Le cellule staminali, lo abbiamo precedentemente affermato, sono presenti
sia negli embrioni che nell'adulto, queste tuttavia si possono reperire anche
nel sangue del cordone ombelicale al momento del parto, nel fegato e
nel midollo osseo del feto. Mentre le cellule staminali dell'embrione possono
riprodurre tutti i 200 diversi tipi cellulari specializzati che costituiscono il corpo umano
le cellule staminalidell'adulto sono in grado di produrre uno o comunque un numero
limitato di tipi cellulari.
Per questo motivo, la produzione di un organismo umano allo
stato embrionale di sviluppo si potrebbe considerare una sorta di corsia
preferenziale ed una riserva di cui disporre nel tempo, sfruttando la
crioconservazione (conservazione a freddo) dell'embrione stesso. Inoltre i
tessuti così ottenuti risulterebbero istocompatibili (compatibilità istologica)
con quelli del donatore del nucleo, cioè il paziente stesso; questo
consentirebbe di superare il problema del rigetto da trapianto con tessuti
estranei al paziente.
Non solo, ciò permetterebbe di avere un prodotto
selezionato ed abbondante portando così necessariamente al fiorire di attività
biotecnologiche fondate sulla commercializzazione di pezzi di ricambio umano su
scala industriale.
Gli studi scientifici nell'ambito della clonazione
riproduttiva sui mammiferi indicano che si verifica un'incidenza superiore alla
norma di feti malformati, aborti spontanei e di anomalie e decessi fra i
cuccioli, non vi è alcun motivo di ritenere che nell'uomo il risultato possa
essere diverso. Esiste una seria minaccia per la salute dell'individuo clonato
non soltanto alla nascita ma per tutta la vita e sotto il profilo scientifico,
oggi in base alle conoscenze in nostro possesso sarebbe irresponsabile per
chiunque tentare di realizzare la clonazione riproduttiva nell'uomo. Nonostante
tutte le evidenze scientifiche nella seconda metà degli anni '90, alcuni
laboratori sparsi nel mondo hanno dichiarato di avere già tentato la clonazione
umana o di essere in grado di attuarla.
Nell'autunno del 2001, le agenzie di stampa hanno divulgato
la notizia che sembra suggellare l'inizio di una nuova
era per la scienza; una società di ricerche Statunitense, l' "Advanced cell
Technology", ha eseguito con successo la prima clonazione di un embrione umano.
Nell'Aprile del 2002, il medico italiano Dott. Severino Antinori, fece un
commento improvvisato ad un giornalista, affermando che tre donne erano incinta
di un embrione clonato, da allora il medico sembra sia uscito di scena e non si
è più saputo se lo stesso abbia confermato o meno questa affermazione. Nel 2004
ricercatori dell'Università di Seul per la prima volta sono riusciti a
riprodurre in laboratorio una sequenza completa di cellule staminali umane
mature, compiendo così un'ulteriore passo avanti per la cura di gravi malattie
degenerative attraverso la biogenetica. L'annuncio della riuscita
dell'esperimento è stato dato dall'equipe degli scienziati sud-coreani, guidati
dal Dott. Woo Suk Hwang, attraverso un comunicato diramato a sostegno di uno
studio relativo ai progressi compiuti dall'American Association for the
Advancement of Science.
Non bisogna dimenticare che da un punto di vista spirituale
ogni singola cellula è vita ed in ognuna di queste, che tutte insieme
compongono la complessità del nostro organismo, vengono trasferite delle
informazioni genetiche e psichiche su quella che è la nostra unicità ed il
nostro percorso evolutivo, quindi è sbagliato interferire con la vita attraverso
tecniche di manipolazione, in vivo od in laboratorio, che non tengono conto
della dignità della vita stessa e della nostra natura spirituale.
Manipolare un essere umano ai suoi primi stadi vitali per ricavarne il materiale biologico
necessario alla sperimentazione di nuove terapie, procedendo all'uccisione di
questo stesso essere umano, contraddice il sottinteso scopo di salvare la vita
di altri esseri umani. Il valore della vita umana rende illegittimo un uso
strumentale dell'esistenza di un individuo chiamato alla vita per essere usato
solamente come materiale biologico. Cosa dire poi dell'atto della procreazione,
sostituito con pratiche di fecondazione extracorporea, che rende lo stesso
essere umano proprietà ad uso e consumo di chi è in grado di generarlo in
laboratorio. Privo di ogni logica è poi il riferimento al fatto che questi
esseri umani allo stadio embrionale, destinati a fornire cellule e tessuti, non
siano in grado di sentire dolore: la mancanza di dolore non giustifica la
soppressione di un essere umano, e l'uccisione dello stesso sotto anestesia non
cesserebbe di essere sempre un omicidio.
Gli scopi terapeutici, anche se fossero veri, non possono giustificare mai l'uccisione
programmata del proprio simile o la sua produzione in serie. La logica che alimenta
e governa questo progetto è legata al mercato biotecnologico e non ha nulla
a che vedere con la scienza.
Diciamolo pure che tutto questo è un affare economico inestimabile
per il industrie biotecnologiche che scateneranno una guerra per i brevetti
sugli embrioni e le cellule staminali, e chiunque, governi, laboratori, o
aziende private, vorrà accedere a questi tesori ed ottenere diritti di ricerca o
licenze commerciali, dovrà pagare un conto assai salato.
La scienza ha saputo trovare e pensiamo possa trovare forme
terapeutiche per le malattie su base genetica o degenerativa, attraverso altri
procedimenti, come per esempio l'utilizzo di cellule staminali prelevate dal
cordone ombelicale pelle partorienti ma se per ipotesi, l'unica via possibile
fosse invece quella della clonazione umana, allora bisognerebbe avere il
coraggio intellettuale e morale di rinunciare a questa tecnologia, poiché
imporre l'origine e la morte è un atto di ingiustizia che lede nelle sue
fondamenta la nostra dignità e la nostra civiltà.
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