L'invito dello Zarathustra di Nietzsche:
Dette queste parole, Zarathustra tacque, ma come uno che non ha ancora detto la sua ultima parola; a lungo soppesò dubitoso il bastone nella mano. Infine così parlò - e la sua voce si era trasformata:
Adesso andrò solo, discepoli miei! Anche voi, adesso andatevene, e soli! Così voglio.
In verità, io vi consiglio : andate via da me e guardatevi da Zarathustra! E meglio ancora: vergognatevi di lui! Forse vi ha ingannati.
L'uomo della conoscenza deve non solo saper amare i suoi nemici, ma anche saper odiare i suoi amici.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre e solo un discepolo. E perché non volete spennacchiare la mia corona?
Voi mi venerate; ma come farete se un giorno la vostra venerazione cadrà? Badate che non vi schiacci una statua!
Dite che credete in Zarathustra? Ma che importa Zarathustra? Voi siete i miei credenti: ma che importano tutti i credenti?
Non vi eravate ancora cercati: allora trovaste me. Cosi fanno tutti i credenti; perciò ogni fede è così poco importante.
Ora io vi ordino di perdere me e di trovare voi; e solo quando mi avrete tutti rinnegato ritornerò tra voi.
In verità, con altri occhi, fratelli, cercherò allora i miei discepoli perduti; con un altro amore vi amerò allora.
E un'altra volta ancora dovrete essermi diventati amici e figli di una sola speranza: allora sarò con voi per la terza volta, per celebrare con voi il grande meriggio.
E il grande meriggio è quello in cui l'uomo si trova a metà della sua parabola fra l'animale e il superuomo e celebra il suo cammino verso la sera come la sua più alta speranza: giacché quella è la via che porta a un nuovo mattino.
Allora colui che tramonta benedirà se stesso, come uno che passa dall'altra parte; e il sole della sua conoscenza sarà per lui nel meriggio.
"Morti sono tutti gli dei. ora vogliamo che viva il superuomo." - sia questa un giorno, nel grande meriggio, la nostra ultima volontà!
Così parlò Zarathustra.
Dette queste parole, Zarathustra tacque, ma come uno che non ha ancora detto la sua ultima parola; a lungo soppesò dubitoso il bastone nella mano. Infine così parlò - e la sua voce si era trasformata:
Adesso andrò solo, discepoli miei! Anche voi, adesso andatevene, e soli! Così voglio.
In verità, io vi consiglio : andate via da me e guardatevi da Zarathustra! E meglio ancora: vergognatevi di lui! Forse vi ha ingannati.
L'uomo della conoscenza deve non solo saper amare i suoi nemici, ma anche saper odiare i suoi amici.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre e solo un discepolo. E perché non volete spennacchiare la mia corona?
Voi mi venerate; ma come farete se un giorno la vostra venerazione cadrà? Badate che non vi schiacci una statua!
Dite che credete in Zarathustra? Ma che importa Zarathustra? Voi siete i miei credenti: ma che importano tutti i credenti?
Non vi eravate ancora cercati: allora trovaste me. Cosi fanno tutti i credenti; perciò ogni fede è così poco importante.
Ora io vi ordino di perdere me e di trovare voi; e solo quando mi avrete tutti rinnegato ritornerò tra voi.
In verità, con altri occhi, fratelli, cercherò allora i miei discepoli perduti; con un altro amore vi amerò allora.
E un'altra volta ancora dovrete essermi diventati amici e figli di una sola speranza: allora sarò con voi per la terza volta, per celebrare con voi il grande meriggio.
E il grande meriggio è quello in cui l'uomo si trova a metà della sua parabola fra l'animale e il superuomo e celebra il suo cammino verso la sera come la sua più alta speranza: giacché quella è la via che porta a un nuovo mattino.
Allora colui che tramonta benedirà se stesso, come uno che passa dall'altra parte; e il sole della sua conoscenza sarà per lui nel meriggio.
"Morti sono tutti gli dei. ora vogliamo che viva il superuomo." - sia questa un giorno, nel grande meriggio, la nostra ultima volontà!
Così parlò Zarathustra.
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