Dialoghi con il sacro
La mostra Traces du Sacre al Centre Pompidou di Parigi ispira questa puntata Passepartout, penultima della settima serie. Il tema è misterioso quanto affascinante: le questioni del sacro e dello spirituale, un tema fortemente diffuso e sentito dalle generazioni pittoriche dei primi del ‘900 tra cui Brancusi, Mondrian, Kandinsky, Malevich e molti altri, tutti di primissimo livello.
In verità già dalla seconda metà dell’Ottocento coesistevano due linee di pensiero. Da un lato, la scienza, la tecnica, l’industria, il progresso conseguente, quindi il capitalismo o il comunismo, infine l’ateismo. Dall’altro il misterismo esoterico come alternativa alla scienza, il ritorno all’artigianato nel villaggio come risposta ai fumi della fabbrica e al suo proletariato, quindi il socialismo utopico e l’arnarchia, infine la teosofia.
Helena Blavatsky, figlia d’un colonnello sedicente nobile prussiano e d’una romanziera russa, fu la grande protagonista e l’elemento trainante di questa corrente spiritualista, tanto è vero che nel 1875 fondò a New York la società teosofica.
Un po’ esaltata e un po’ ciarlatana, probabilmente non conosceva affatto le culture e le lingue orientali e non si era mai recata in Tibet, come andava affermando. Ma la sua spinta verso le dimensioni metafisiche era reale e sincera. Il successo delle sue idee fu travolgente ed ebbe risvolti anche nel secolo successivo con un nuovo interprete di grande carisma quale Rudolf Steiner, che cercò di tramutare l’origine orientale dell’ispirazione della Blavatsky, fondandosi su un percorso più attinente alla tradizione occidentale. Nacque così l’antroposofia, che crede a tutte le forze contenute nell’essere umano e aggiunge ai cinque sensi esterni gli altri sette interni.
Da Parigi Philippe Daverio si dirige in Svizzera verso il Monte Verità ad Ascona nel Canton Ticino. Di qui passarono la Duncan e grandi libertari anarchici come Bakunin o Kroptokin, ma questi erano anche i luoghi dove si stava facendo strada un certo estetismo perverso e decaduto, elemento premonitore di un modello ariano che porterà il mondo alla catastrofe.
Daverio spiega come certe idee andavano formulandosi come un’etica equivoca che porta al bene come al male, alle libertà anarchiche ma anche purtroppo alle esaltazioni iniziatiche di chi si sente superiore.
C’è un’opera di Cattelan nella mostra di Parigi che raffigura Hitler che prega e che descrive alla perfezione questa ambiguità tra spirito e catastrofe. L’Hitler pregante è ritratto in modi e atteggiamenti “perbene”, quasi riluttanti ai nostri occhi, perché il dittatore appare ben pettinato, ben stirato, ben curato. L’artista con una sola e sintetica azione visiva ha fatto emergere quella sottile maschera rassicurante attraverso la quale il nazismo riuscì a nascondere al mondo la sua anima terribile, nell’atto della sua presentazione. Dopo la II guerra mondiale infatti si è assistito ad un’eclissi di queste tendenze spiritualiste, forse proprio nel fresco ricordo delle sue degenerazioni. Oggi invece l’esoterismo è merce di massa e le tesi teosofiche e antroposofiche sono diventate new age.
Ma c’è anche chi torna ai grandi temi non esoterici come quello dell’arte e della fede come lo straordinario lavoro di Peter Greenaway sul Cenacolo di Leonardo a Milano, uno spettacolo artistico di rara intensità creativa.
La mostra Traces du Sacre al Centre Pompidou di Parigi ispira questa puntata Passepartout, penultima della settima serie. Il tema è misterioso quanto affascinante: le questioni del sacro e dello spirituale, un tema fortemente diffuso e sentito dalle generazioni pittoriche dei primi del ‘900 tra cui Brancusi, Mondrian, Kandinsky, Malevich e molti altri, tutti di primissimo livello.
In verità già dalla seconda metà dell’Ottocento coesistevano due linee di pensiero. Da un lato, la scienza, la tecnica, l’industria, il progresso conseguente, quindi il capitalismo o il comunismo, infine l’ateismo. Dall’altro il misterismo esoterico come alternativa alla scienza, il ritorno all’artigianato nel villaggio come risposta ai fumi della fabbrica e al suo proletariato, quindi il socialismo utopico e l’arnarchia, infine la teosofia.
Helena Blavatsky, figlia d’un colonnello sedicente nobile prussiano e d’una romanziera russa, fu la grande protagonista e l’elemento trainante di questa corrente spiritualista, tanto è vero che nel 1875 fondò a New York la società teosofica.
Un po’ esaltata e un po’ ciarlatana, probabilmente non conosceva affatto le culture e le lingue orientali e non si era mai recata in Tibet, come andava affermando. Ma la sua spinta verso le dimensioni metafisiche era reale e sincera. Il successo delle sue idee fu travolgente ed ebbe risvolti anche nel secolo successivo con un nuovo interprete di grande carisma quale Rudolf Steiner, che cercò di tramutare l’origine orientale dell’ispirazione della Blavatsky, fondandosi su un percorso più attinente alla tradizione occidentale. Nacque così l’antroposofia, che crede a tutte le forze contenute nell’essere umano e aggiunge ai cinque sensi esterni gli altri sette interni.
Da Parigi Philippe Daverio si dirige in Svizzera verso il Monte Verità ad Ascona nel Canton Ticino. Di qui passarono la Duncan e grandi libertari anarchici come Bakunin o Kroptokin, ma questi erano anche i luoghi dove si stava facendo strada un certo estetismo perverso e decaduto, elemento premonitore di un modello ariano che porterà il mondo alla catastrofe.
Daverio spiega come certe idee andavano formulandosi come un’etica equivoca che porta al bene come al male, alle libertà anarchiche ma anche purtroppo alle esaltazioni iniziatiche di chi si sente superiore.
C’è un’opera di Cattelan nella mostra di Parigi che raffigura Hitler che prega e che descrive alla perfezione questa ambiguità tra spirito e catastrofe. L’Hitler pregante è ritratto in modi e atteggiamenti “perbene”, quasi riluttanti ai nostri occhi, perché il dittatore appare ben pettinato, ben stirato, ben curato. L’artista con una sola e sintetica azione visiva ha fatto emergere quella sottile maschera rassicurante attraverso la quale il nazismo riuscì a nascondere al mondo la sua anima terribile, nell’atto della sua presentazione. Dopo la II guerra mondiale infatti si è assistito ad un’eclissi di queste tendenze spiritualiste, forse proprio nel fresco ricordo delle sue degenerazioni. Oggi invece l’esoterismo è merce di massa e le tesi teosofiche e antroposofiche sono diventate new age.
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