Saperi negati

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Saperi negati

Raccolta di Saperi e Pensieri negati (ai più) dall'inconsapevolezza (altrui e propria) e da altre Cause.

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    Messaggio Da nelda Mar 14 Ott 2008, 00:23

    RADIO MENTE frequenza unica
    di Luca Bertolotti




    ... la "mia" mente, la "tua" mente o piuttosto una mente unica?
    Leggendo "the secret" si capisce che "accade" quando c'è allineamento
    con le frequenze della mente universale piuttosto con quelle "mie" e "tue"
    in separata sede. Dice il seguente articolo:
    "con i nuovi sviluppi della fisica quantistica l'irrazionale ha finito per
    essere ammesso e le interazioni tra il non materiale e il materiale sono ormai
    date per scontate. Ciò che viene chiamata mente potrebbe coincidere con un
    potenziale quantistico situato a un livello energetico più sottile del cervello
    biologico, e per questo da esso stesso filtrato e limitato".



    La Mente Unica
    Nei diversi esperimenti in cui viene dimostrata l'inequivocabile influenza dello
    sperimentatore sui soggetti sotto osservazione, siano essi animali o esseri umani,
    si è potuto verificare che i dati numerici ottenuti variavano nella stessa direzione delle
    predizioni mentali e delle aspettative degli sperimentatori. Basta pensare al
    noto fenomeno della profezia che si autoadempie, per cui si è constatato che le
    aspettative verso una persona possono dirigere le interazioni sociali che questa
    avrà, portandola a comportarsi in modo da realizzare una conferma
    comportamentale di tali aspettative.

    Ovunque si verifichino interscambi emotivi tra sperimentatore e soggetto,
    si può essere certi che tali fattori ne influenzeranno i risultati.
    Fino a pochi anni fa si ipotizzava che questo
    fenomeno fosse dovuto a interazioni basate unicamente su scambi verbali, tattili
    o visivi; attualmente però il problema si è rivelato più complesso. Come fa
    notare lo psicoterapeuta e ricercatore
    Paul Watzlawick, nessuna teoria
    scientifica classica è in grado di comprendere l'influenza del pensiero sugli
    eventi che si determinano al di fuori del cervello: solo attraverso la realtà
    non-locale si può comprendere il funzionamento di tale fenomeno apparentemente
    inspiegabile. La comunicazione tra esseri umani si sta rivelando, da un punto di
    vista scientifico, una capacità interattiva molto più sottile di quanto finora
    ammesso da molte teorie, e la sua vera essenza può essere ricercata solo nel
    potenziale quantistico.

    Nelle scienze che studiano la vita, come la biologia e la
    medicina, gli scienziati non sono abituati a trattare con entità non materiali,
    ma nella fisica moderna la situazione è diversa. In questo settore vi sono
    concetti che si applicano a molte entità non materiali, denominate
    campi, che, pur non essendo di natura tangibile, sono tuttavia
    strettamente correlati alla materia. La scienza moderna rivela che la mente non
    è fisicamente dipendente dal cervello e dal corpo e non può essere compresa
    completamente in termini di chimica del cervello o di anatomia. Si ipotizza
    quindi che la vera mente potrebbe essere un campo non materiale in grado di
    produrre mutamenti fisici nella propria realtà. Sulla base di questa visione è
    più corretto considerare il cervello come il substrato organico di un'entità
    energetica più sottile, chiamata appunto mente.

    Il grande quesito è come possa un'entità totalmente
    indipendente dalla materia provocare un qualsiasi effetto sugli eventi fisici.
    Come possono cose non materiali agire su cose materiali?
    Anche se
    apparentemente questa possibilità appare irragionevole e metafisica, in realtà
    con i nuovi sviluppi della fisica quantistica l'irrazionale ha finito per essere
    ammesso e le interazioni tra il non materiale e il materiale sono ormai date per
    scontate. Ciò che viene chiamata mente potrebbe coincidere con un potenziale
    quantistico situato a un livello energetico più sottile del cervello biologico,
    e per questo da esso stesso filtrato e limitato.

    Il fisico statunitense Henry Margenau ipotizza così
    l'esistenza di un'unica grande mente collettiva che si manifesta individualmente
    tramite ogni essere umano, comprendendo una buona parte di caratteristiche
    comuni ed alcune peculiarità individuali. Egli denomina questa realtà con il
    semplice appellativo di Mente Universale, non trovando nessun termine più
    adeguato in grado di renderne l'idea, e ne delinea così le principali
    caratteristiche:

    La sua conoscenza comprende non solo l'intero presente
    ma anche tutti gli eventi passati. Più o meno come il nostro pensiero può
    esplorare l'intero spazio e giungere a conoscerlo, così la Mente Universale può
    viaggiare avanti e indietro attraverso il tempo a volontà.
    [Henry Margenau,
    2001 - professore emerito di fisica e filosofia naturale presso l'Università di
    Yale].

    Se la natura della Mente Universale è non localizzata e
    atemporale, la conseguente deduzione è che anche ciascuna singola mente che la
    compone possiede tali caratteristiche, e ciò è perfettamente in linea con quanto
    la fisica quantistica ha svelato. Anche in ambito psicologico si può tracciare
    un parallelismo con l'Inconscio Collettivo individuato da Carl Gustav Jung; le
    sue stesse parole rivelano una visione della realtà umana sorprendentemente
    simile a quella del fisico Margenau:

    (Se) vogliamo arrischiarci a distinguere esattamente
    quale parte del materiale psichico va riguardata come personale e quale come
    impersonale, ci troviamo subito in un gravissimo imbarazzo, perché anche del
    contenuto della Persona dobbiamo dire, tutto sommato, quanto dicemmo
    dell'inconscio collettivo; cioè, che è universale. Solo perché la Persona è un
    segmento più o meno accidentale o arbitrario della psiche collettiva, possiamo
    cadere nell'errore di considerarla, anche in toto, come qualcosa di individuale;
    ma, come dice il nome, essa è solo una maschera della psiche collettiva, una
    maschera che simula l'individualità, che fa credere agli altri che chi la porta
    sia individuale (ed egli stesso vi crede), mentre non si tratta che di una parte
    rappresentata in teatro, nella quale parla la psiche collettiva. [...] Tutto
    sommato, la Persona non è nulla di “reale”. È un compromesso fra l'individuo e
    la società su “ciò che uno appare”.

    [Carl Gustav Jung, 1983, pag. 155; citazione in Aldo Carotenuto, 1991,
    pag. 219]

    Qual è quindi il motivo per cui ogni essere umano si sente
    così individuale e localizzato nel proprio corpo, avvertendo un profondo senso
    di limitazione allo spazio e al tempo presente? Margenau afferma che il senso
    della nostra universalità è indebolito dalle limitazioni fisiche del corpo,
    dalle costrizioni organiche del cervello.

    Eppure queste limitazioni non
    sembrerebbero assolute, ed è probabile che molte persone nell'intero corso della
    storia, come i mistici, siano riuscite a superarle.


    Fonte e per saperne di più:
    La scienza del dubbio: ulteriori scenari all'orizzonte di Luca Bertolotti:
    http://www.sicap.it/merciai/psicosomatica/badjob/Luca.pdf

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