Le coincidenze di Maria Carrassi 13/10/2008
Le coincidenze possono cambiare la vita, ma definirle solo "coincidenze" è inesatto poiché, se pur inaspettate, riflettono il disegno del mondo spirituale, con cui è connessa la nostra anima...
Spesso si dice che il caso non esiste, anche se poi si è portati a dire :”è stato un caso”. Se valutiamo attentamente il nostro approccio con il “caso” ci rendiamo conto che spesso ci troviamo di fronte ad eventualità non messe in conto nella programmazione della nostra vita e che poi prendiamo atto che proprio sulla nostra vita hanno avuto una incidenza così grande che hanno cambiato completamente quanto da noi preventivato. Allora si può dedurre che affermare che l’uomo è arbitro del proprio destino è una assurdità, perché se l’uomo si trova a vivere situazioni non previste allora significa che è stato portato a prendere coscienza di un’altra dimensione di vita, indipendentemente dalla propria volontà, senza però prenderne coscienza, perché convinto del contrario.
Mi spiego meglio. Se ad un certo punto della vita si offre a noi una opportunità non prevista, e noi la consideriamo come la migliore tra quelle previste, allora siamo portati a dire che abbiamo, con cognizione di causa e piena deliberazione, scelto o afferrato al volo un'occasione che ci ha permesso di realizzare qualcosa a noi più confacente.
E questo è il punto. Se la vita non ci avesse aperto gli occhi, facendoci intravedere il percorso a noi più congeniale, noi, col nostro status mentale, non avremmo mai preso in considerazione quella situazione, perché estranea al nostro modo di essere e di pensare. Qui si potrebbe disquisire all’infinito ma io ritengo che la vita ci segnala le tappe obbligate che concorrono alla realizzazione del nostro destino, e di conseguenza concordo con chi dice che il caso non esiste.
Una sera che riflettevo su come alcune coincidenze avessero procurato apertura di nuovi orizzonti, nascita di sentimenti e di atteggiamenti inaspettati, ho voluto chiedere alle mie Guide un approfondimento di quanto andavo ragionando, quasi a conforto di quanto ci accade e che spesso non accettiamo o non giustifichiamo, e così mi hanno risposto:
R. Nella vita di ogni giorno l’uomo si comporta come se non conoscesse l’esistenza di questo mondo sottile che può dare suggerimenti, e spingere a fare cose e a compiere azioni conseguenti solo al momento che si sta vivendo. L’uomo spesso si ritrova ad agire in un certo modo solo in conseguenza di un determinato evento che si è verificato senza essere stato da lui programmato. Pertanto quando si agisce così in buona fede e d’istinto, si può parlare di caso, poi quando gli avvenimenti concorrono verso realizzazioni non previste ed inaspettate, allora, ma solo sporadicamente, l’uomo riesce a cogliere il nesso tra quanto è accaduto e che ha cambiato la sua vita ed il precedente progetto. Questo non poteva essere stato programmato dalla mente cosciente dell’uomo ma era scritto che accadesse e ciò esisteva da sempre nella memoria cellulare delle sue scelte prenatali. Questo è il motivo per cui l’uomo, senza consapevolezza o premeditazione, si può ritrovare di fronte a situazioni strane e non preventivate. Allora si dice che il caso non esiste perché tutto fa parte di un disegno destinico che porta l’uomo a compiere il percorso dovuto.
Molte volte accade che le situazioni siano svariate e molteplici, tali da confondere nell’uomo le idee e così si manifesta maggiormente la forza della casualità, dimostrando allo stesso uomo, scettico ed incredulo, che per quanto lui possa pensare di essere arbitro della sua vita, i passi obbligati si compiono perché ci si ritrova coinvolti in situazioni non previste né programmate. L’uomo va sempre alla ricerca di ciò che gli piace o di ciò che gli fa comodo e mai vorrebbe andare incontro a situazioni dolorose o alienanti, queste, infatti, non potrebbero mai essere messe in conto da una mente lucida, pertanto, nella sua superficialità spesso non si prepara o addirittura rifiuta di prepararsi ad eventi straordinari. Ed è in questa condizione che il caso agisce.
Quante volte è capitato di andare in un posto per accompagnare, per esempio, un amico o, per motivi del tutto diversi, accade di incontrare una persona che può cambiare completamente la vostra vita, oppure progettare la realizzazione di qualcosa ed un quid imprecisato vi ostacola e ve lo impedisce.
Sono le piccole cose che fanno la differenza, quelle a cui l’uomo non dà importanza, perché l’uomo è portato a pensare solo a grandi linee, e solo quando accade che per un piccolo ed insignificante incidente è costretto a cambiare il suo programma, forse solo allora comincia a riflettere e a meditare sul vero significato della vita, partendo dai vari accadimenti della propria esistenza.
Ora tutto questo è collegato al mondo spirituale, quel mondo sottile e sconosciuto ai più che è determinante perché è quello che spinge ad agire e ad operare nel mondo fisico e concreto, considerando sempre il tutto come espressione massima della mente.
D. Ma … cos’è la mente?
R. La mente è il pensiero manifesto che l’uomo attribuisce alla sua capacità di conoscere e collegare…
D. Ma queste non sono forse espressioni dell’anima? Non sono forse queste le qualità necessarie per far sì che anche l’anima parli?
R. Il mondo sottile ha bisogno del tuo braccio per scrivere, della tua lingua per parlare, dei tuoi occhi per vedere. La forza concreta della mano o la capacità fisica del parlare e del vedere sono manifestazioni concrete di un corpo fatto di materia ma animato da uno spirito vivo. Tutte le cose hanno un’anima e così molti potrebbero dire che l’inconscio proietta il suo messaggio attraverso il corpo fisico.
D. Inconscio... dunque può considerarsi sinonimo di anima?
R. Non proprio, perchè l’anima è in collegamento anche con tutto il mondo spirituale da cui può attingere suggerimenti e consigli per guidarvi nel portare a termine il vostro compito o a sciogliere il vostro karma.
La coincidenza quindi è la capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto, una capacità che è l’espressione del vostro mondo interiore che vi porta là dove è giusto essere perché la vostra anima vi guida a compiere il vostro cammino attraverso fatti e incontri fondamentali per la vostra crescita interiore.
Ora conoscendo tutto questo l’uomo potrebbe fare un uso sistematico della coincidenza valutandola nei limiti del possibile ogni qual volta accade e poi attendere con pazienza, nel mentre che la mente cerca di collegarla ed inquadrarla nella dimensione umana e spirituale del proprio vissuto. In questo modo si può cominciare ad acquisire dei dati che possono portare a delle convinzioni che col tempo possono far cambiare il metro di giudizio sui vari accadimenti della vita e, nella migliore delle ipotesi, tutti gli atteggiamenti che ne conseguono.
Fonte: http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=article&path=12&article_id=703
Le coincidenze possono cambiare la vita, ma definirle solo "coincidenze" è inesatto poiché, se pur inaspettate, riflettono il disegno del mondo spirituale, con cui è connessa la nostra anima...
Spesso si dice che il caso non esiste, anche se poi si è portati a dire :”è stato un caso”. Se valutiamo attentamente il nostro approccio con il “caso” ci rendiamo conto che spesso ci troviamo di fronte ad eventualità non messe in conto nella programmazione della nostra vita e che poi prendiamo atto che proprio sulla nostra vita hanno avuto una incidenza così grande che hanno cambiato completamente quanto da noi preventivato. Allora si può dedurre che affermare che l’uomo è arbitro del proprio destino è una assurdità, perché se l’uomo si trova a vivere situazioni non previste allora significa che è stato portato a prendere coscienza di un’altra dimensione di vita, indipendentemente dalla propria volontà, senza però prenderne coscienza, perché convinto del contrario.
Mi spiego meglio. Se ad un certo punto della vita si offre a noi una opportunità non prevista, e noi la consideriamo come la migliore tra quelle previste, allora siamo portati a dire che abbiamo, con cognizione di causa e piena deliberazione, scelto o afferrato al volo un'occasione che ci ha permesso di realizzare qualcosa a noi più confacente.
E questo è il punto. Se la vita non ci avesse aperto gli occhi, facendoci intravedere il percorso a noi più congeniale, noi, col nostro status mentale, non avremmo mai preso in considerazione quella situazione, perché estranea al nostro modo di essere e di pensare. Qui si potrebbe disquisire all’infinito ma io ritengo che la vita ci segnala le tappe obbligate che concorrono alla realizzazione del nostro destino, e di conseguenza concordo con chi dice che il caso non esiste.
Una sera che riflettevo su come alcune coincidenze avessero procurato apertura di nuovi orizzonti, nascita di sentimenti e di atteggiamenti inaspettati, ho voluto chiedere alle mie Guide un approfondimento di quanto andavo ragionando, quasi a conforto di quanto ci accade e che spesso non accettiamo o non giustifichiamo, e così mi hanno risposto:
R. Nella vita di ogni giorno l’uomo si comporta come se non conoscesse l’esistenza di questo mondo sottile che può dare suggerimenti, e spingere a fare cose e a compiere azioni conseguenti solo al momento che si sta vivendo. L’uomo spesso si ritrova ad agire in un certo modo solo in conseguenza di un determinato evento che si è verificato senza essere stato da lui programmato. Pertanto quando si agisce così in buona fede e d’istinto, si può parlare di caso, poi quando gli avvenimenti concorrono verso realizzazioni non previste ed inaspettate, allora, ma solo sporadicamente, l’uomo riesce a cogliere il nesso tra quanto è accaduto e che ha cambiato la sua vita ed il precedente progetto. Questo non poteva essere stato programmato dalla mente cosciente dell’uomo ma era scritto che accadesse e ciò esisteva da sempre nella memoria cellulare delle sue scelte prenatali. Questo è il motivo per cui l’uomo, senza consapevolezza o premeditazione, si può ritrovare di fronte a situazioni strane e non preventivate. Allora si dice che il caso non esiste perché tutto fa parte di un disegno destinico che porta l’uomo a compiere il percorso dovuto.
Molte volte accade che le situazioni siano svariate e molteplici, tali da confondere nell’uomo le idee e così si manifesta maggiormente la forza della casualità, dimostrando allo stesso uomo, scettico ed incredulo, che per quanto lui possa pensare di essere arbitro della sua vita, i passi obbligati si compiono perché ci si ritrova coinvolti in situazioni non previste né programmate. L’uomo va sempre alla ricerca di ciò che gli piace o di ciò che gli fa comodo e mai vorrebbe andare incontro a situazioni dolorose o alienanti, queste, infatti, non potrebbero mai essere messe in conto da una mente lucida, pertanto, nella sua superficialità spesso non si prepara o addirittura rifiuta di prepararsi ad eventi straordinari. Ed è in questa condizione che il caso agisce.
Quante volte è capitato di andare in un posto per accompagnare, per esempio, un amico o, per motivi del tutto diversi, accade di incontrare una persona che può cambiare completamente la vostra vita, oppure progettare la realizzazione di qualcosa ed un quid imprecisato vi ostacola e ve lo impedisce.
Sono le piccole cose che fanno la differenza, quelle a cui l’uomo non dà importanza, perché l’uomo è portato a pensare solo a grandi linee, e solo quando accade che per un piccolo ed insignificante incidente è costretto a cambiare il suo programma, forse solo allora comincia a riflettere e a meditare sul vero significato della vita, partendo dai vari accadimenti della propria esistenza.
Ora tutto questo è collegato al mondo spirituale, quel mondo sottile e sconosciuto ai più che è determinante perché è quello che spinge ad agire e ad operare nel mondo fisico e concreto, considerando sempre il tutto come espressione massima della mente.
D. Ma … cos’è la mente?
R. La mente è il pensiero manifesto che l’uomo attribuisce alla sua capacità di conoscere e collegare…
D. Ma queste non sono forse espressioni dell’anima? Non sono forse queste le qualità necessarie per far sì che anche l’anima parli?
R. Il mondo sottile ha bisogno del tuo braccio per scrivere, della tua lingua per parlare, dei tuoi occhi per vedere. La forza concreta della mano o la capacità fisica del parlare e del vedere sono manifestazioni concrete di un corpo fatto di materia ma animato da uno spirito vivo. Tutte le cose hanno un’anima e così molti potrebbero dire che l’inconscio proietta il suo messaggio attraverso il corpo fisico.
D. Inconscio... dunque può considerarsi sinonimo di anima?
R. Non proprio, perchè l’anima è in collegamento anche con tutto il mondo spirituale da cui può attingere suggerimenti e consigli per guidarvi nel portare a termine il vostro compito o a sciogliere il vostro karma.
La coincidenza quindi è la capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto, una capacità che è l’espressione del vostro mondo interiore che vi porta là dove è giusto essere perché la vostra anima vi guida a compiere il vostro cammino attraverso fatti e incontri fondamentali per la vostra crescita interiore.
Ora conoscendo tutto questo l’uomo potrebbe fare un uso sistematico della coincidenza valutandola nei limiti del possibile ogni qual volta accade e poi attendere con pazienza, nel mentre che la mente cerca di collegarla ed inquadrarla nella dimensione umana e spirituale del proprio vissuto. In questo modo si può cominciare ad acquisire dei dati che possono portare a delle convinzioni che col tempo possono far cambiare il metro di giudizio sui vari accadimenti della vita e, nella migliore delle ipotesi, tutti gli atteggiamenti che ne conseguono.
Fonte: http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=article&path=12&article_id=703
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