Venerdì 17 una giornata temuta Scaramantici e superstiziosi lo temono
Domani è venerdì 17, una giornata che gli scaramantici sopportano
poco. Si dice che questo sia il giorno più sfortunato, dove tutto quello che non
dovrebbe accadere, accadrà. Oltretutto il 2008 è bisestile e quindi la quantità
di sfortuna potrebbe anche aumentare. Non a caso domani è stato programmato uno
sciopero generale dei trasporti, e chi dovrà viaggiare di fortuna ne avrà ben
poca. In molti credono a queste superstizioni, altri no. Ma da dove nasce
questa convinzione che la coincidenza del venerdì col numero 17 porta così tanta
sfortuna? In teoria il giorno che la tradizione vorrebbe che portasse sfortuna è
il venerdì 13, perché fu di venerdì 13 ottobre che venne dato l'ordine dello
sterminio dei templari. Infatti in America ancora oggi è il 13 il numero
sfortunato. Per quanto riguarda il 17 ci sono diverse teorie: alcuni sostengono
che sia perché in romano 17 si scirve XVII che anagrammato da VIXI e quindi
VISSI, cioè vissi e ora sono morto; secondo altri si tratta dell'inizio del
diluvio universale, iniziato secondo l'antico testamento nel giorno 17 febbraio.
Eppure, anche in passato, c'è chi invece considerava il venerdì un giorno
fortunato (a prescindere dalla data del calendario in cui cadeva): Cristoforo
Colombo, ad esempio, non pensava assolutamente che fare le cose in quel giorno
portasse male: partì da Porto Palos un venerdì; mise piede sulla nuova terra di
venerdì e rientrò, sempre di venerdì, a Porto Palos.
Superstizioni nate da eventi storici, insomma, che però sopravvivono nei secoli
proprio grazie ai "superstiziosi" moderni. Viene definita superstiziosa la persona
che crede in cose soprannaturali, nei sortilegi, nella magia. Sciocche e ridicole
vengono considerate le superstizioni dai razionali e dagli scettici, difficilmente si
ammette di essere superstiziosi, di credere a certe "ridicolaggini", come
si è soliti affermare, limitandosi a definirli (anche con una certa aria di
sufficienza) "stupidi e inutili pregiudizi". Salvo poi, ìn privato, accarezzare
corni e cornetti, toccare la prima cosa in ferro che ci capita a tiro,
strizzarsi le "parti basse" (attenzione donne, questo rito scaramantico funziona
solo per i maschietti) o fare altri gesti che ci aiutano ad allontanare
qualsiasi pericolo che la giornata vada storta.
Chi, sia pure di nascosto e facendo ben attenzione a non essere notato,
non ha effettuato scongiuri per allontanere la sfortuna?
Aveva forse capito tutto sulle superstizione e sulla sfortuna e le credenze
popolari ad essa legate il filosofo Benedetto Croce, il quale interrogato sugli
effetti di certi pregiudizi, rispose con arguzia: "Non è vero... ma ci credo ! ".
Quanti sarebbero disposti a sfidare la sorte
compiendo gesti o cerimoniali che tradizionalmente sono ritenuti apportatori di
negatività? Chi volutamente è disposto a posare il pane sulla tavola capovolto,
o a versare il sale o a mettere i coltelli in croce, oppure ad accendere tre
sigarette con lo stesso fiammifero, o ancora a passare sotto una scala, ben
sapendo che tutti questi gesti sono considerati negativi?
Che dire poi del nefasto "13 a tavola"?
Questa assieme a quella del Venerdì, è una delle superstizioni più diffuse.
Del resto, perché ironizzare su questi pregiudizi tutto sommato innocui?
Chi non ha le sue superstizioni?
Domani è venerdì 17, una giornata che gli scaramantici sopportano
poco. Si dice che questo sia il giorno più sfortunato, dove tutto quello che non
dovrebbe accadere, accadrà. Oltretutto il 2008 è bisestile e quindi la quantità
di sfortuna potrebbe anche aumentare. Non a caso domani è stato programmato uno
sciopero generale dei trasporti, e chi dovrà viaggiare di fortuna ne avrà ben
poca. In molti credono a queste superstizioni, altri no. Ma da dove nasce
questa convinzione che la coincidenza del venerdì col numero 17 porta così tanta
sfortuna? In teoria il giorno che la tradizione vorrebbe che portasse sfortuna è
il venerdì 13, perché fu di venerdì 13 ottobre che venne dato l'ordine dello
sterminio dei templari. Infatti in America ancora oggi è il 13 il numero
sfortunato. Per quanto riguarda il 17 ci sono diverse teorie: alcuni sostengono
che sia perché in romano 17 si scirve XVII che anagrammato da VIXI e quindi
VISSI, cioè vissi e ora sono morto; secondo altri si tratta dell'inizio del
diluvio universale, iniziato secondo l'antico testamento nel giorno 17 febbraio.
Eppure, anche in passato, c'è chi invece considerava il venerdì un giorno
fortunato (a prescindere dalla data del calendario in cui cadeva): Cristoforo
Colombo, ad esempio, non pensava assolutamente che fare le cose in quel giorno
portasse male: partì da Porto Palos un venerdì; mise piede sulla nuova terra di
venerdì e rientrò, sempre di venerdì, a Porto Palos.
Superstizioni nate da eventi storici, insomma, che però sopravvivono nei secoli
proprio grazie ai "superstiziosi" moderni. Viene definita superstiziosa la persona
che crede in cose soprannaturali, nei sortilegi, nella magia. Sciocche e ridicole
vengono considerate le superstizioni dai razionali e dagli scettici, difficilmente si
ammette di essere superstiziosi, di credere a certe "ridicolaggini", come
si è soliti affermare, limitandosi a definirli (anche con una certa aria di
sufficienza) "stupidi e inutili pregiudizi". Salvo poi, ìn privato, accarezzare
corni e cornetti, toccare la prima cosa in ferro che ci capita a tiro,
strizzarsi le "parti basse" (attenzione donne, questo rito scaramantico funziona
solo per i maschietti) o fare altri gesti che ci aiutano ad allontanare
qualsiasi pericolo che la giornata vada storta.
Chi, sia pure di nascosto e facendo ben attenzione a non essere notato,
non ha effettuato scongiuri per allontanere la sfortuna?
Aveva forse capito tutto sulle superstizione e sulla sfortuna e le credenze
popolari ad essa legate il filosofo Benedetto Croce, il quale interrogato sugli
effetti di certi pregiudizi, rispose con arguzia: "Non è vero... ma ci credo ! ".
Quanti sarebbero disposti a sfidare la sorte
compiendo gesti o cerimoniali che tradizionalmente sono ritenuti apportatori di
negatività? Chi volutamente è disposto a posare il pane sulla tavola capovolto,
o a versare il sale o a mettere i coltelli in croce, oppure ad accendere tre
sigarette con lo stesso fiammifero, o ancora a passare sotto una scala, ben
sapendo che tutti questi gesti sono considerati negativi?
Che dire poi del nefasto "13 a tavola"?
Questa assieme a quella del Venerdì, è una delle superstizioni più diffuse.
Del resto, perché ironizzare su questi pregiudizi tutto sommato innocui?
Chi non ha le sue superstizioni?
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