Come si crea debito pubblico. Breve storia di una truffa
all’italiana…
di Nando Dicè* -
27/11/2008
La salute è una cosa seria, ed all’approssimarsi del 5\12, il giorno dedicato
alla “salute mentale”, bisogna stare attenti, molto attenti, perché come ben
sappiamo, “la salute costa”. Voi direte: “ma sei scemo?”. Si! Siamo in un epoca
nella quale si paga tutto, la mutua, la malattia e pure la salute, figuratevi
che le industrie pagano il “diritto ad inquinare”, di conseguenza un giorno noi
pagheremo il diritto a respirare. Ma per godere della “salute mentale” bisogna
pagare? Certo, vi risponderanno i politici servi delle banche, perché c’è il
debito pubblico. Anche se poi nessuno ci dice con chi l’abbiamo contratto questo
debito pubblico (…e non ve lo dico neppure io, altrimenti mi arrestano). La cosa
più assurda, però, è che al debito pubblico, corrisponde un creditore privato.
Quindi se la salute mentale è la festa di noi scemi, voi siete tutti degli
“infermi mentali” e non lo sapete. Proprio da questi presupposti nasce
l’esigenza della festa per la salute mentale, per comprendere l’insana mente che
ha pensato di “farcela pagare”.
Ma andiamo con ordine.
Prima dell’unità d’Italia la carta-moneta (nota di banco -
banconota) veniva stampata solo al nord, noi al Sud emettevamo monete in oro e
argento. Al Nord, per ogni lira-oro conservata dalla banca Nazionale degli stati
Sardi (per colmo di brutalità anti-sarda, visto che i sardi furono i più
bistrattati dallo stato Sardo) si emettevano tre lire-carta, in pochi anni,
attraverso guerre e truffe private a danno pubblico, (in questa dinamica è
ravvisabile l’embrione dell’Italia di oggi: Alitalia docet) già prima
dell’invasione garibaldina i soldi del nord, valevano un cazzo. Al punto che
dopo il bombardamento di Gaeta, durante l’invasione del Regno, alla borsa di
Parigi i soldi del Sud venivano acquistati ancora al 4,5 su 1.
Cosa fanno i liberali appena il Garibardo gli consegna noi del sud? Per prima
cosa si autodefiniscono Stato Italiano (per colmo di brutalità anti-italiana,
visto che i nuovi governanti piemontesi parlavano e scrivevano leggi in
francese) e, per seconda cosa, vietano al banco delle Due Sicilie di recuperare
dal mercato le monete in oro e argento, le uniche messe in circolazione in
quanto, a differenza dei Savoia e degli americani di oggi, noi al sud non
facevamo circolare i “soldi falsi di stato”.
Perché? Vi chiederete voi. Perché se il Banco delle Due Sicilie
avesse recuperato quei “soldi veri” ed avesse applicato la
nuova legge “italiana”, che valeva per tutti tranne che per noi meridionali,
avrebbe potuto stampare tanti di quei “soldi falsi”, “coperti” dai “soldi veri”,
che il nord ce lo saremmo potuti comprare senza neanche bisogno di invaderlo.
Ma cosa successe quindi? Per prima cosa divisero il Banco delle Due Sicilie in
Banco di Napoli e Banco di Sicilia, vietarono
il rastrellamento, ed al contempo trasformarono la Banca Sarda in Banca
d’Italia. La neonata Banca, che fino a prima non risultava possedere riserve
auree, dopo l’unità si trovò stracolma d’oro.
A questo punto, la mia salute mentale viene messa a dura prova. Se eravamo
tutti italiani perché lo stato fece due provvedimenti che dettero inizio alla
povertà del Sud: l’autorizzazione alla Banca Nazionale di poter
aprire filiali al Sud e il divieto al Banco di Napoli di aprire filiali al
Nord? Cosa ne fecero di quell’oro meridionale i nuovi padroni
del Sud? Crearono il Credito mobiliare di Torino, il Banco Sconto e
Sete di Torino, la Cassa di Genova e la Cassa Sconto di Torino,
strutture che di fatto permisero la creazione del “Nord industriale”.
Voi mi direte: “ma diventi scemo per delle cose del passato?”. Passato? In
pratica, saltando qualche passaggio minore, se voi “scavate” nelle grosse
società italiane di oggi trovate, questa evoluzione progressiva:
Bastoni, Fiat, Impreg. Quindi, quel passato è più presente che
mai. Ma i liberisti sono avidi. La loro avidità è smisurata come quella di un
bambino innanzi alle caramelle e, mangiando mangiando (ogni riferimento a
politici liberali è voluto), fecero subito un’indigestione che li costrinse,
dopo appena 5 anni, a vietare la convertibilità in oro ed emanare, 1° maggio
del 1866, il cosiddetto “corso forzoso”.
Li sentitè questi vagiti? ‘ngueeeee, ‘ngueeee. E’ appena nato il debito
pubblico. Da questo momento il Cavour comincia a chiedere carta moneta alla
banca PRIVATA e le cede a nome e per conto nostro la SOVRANITA’ MONETARIA.
Se state ancora pensando che sto raccontando una “storia vecchia”,
“superata”, fate un esperimento. Sostituite Cavour con Halliburton ed al posto
dell’oro dei meridionali, metteteci il petrolio degli iracheni. Voi direte: ” Ma a fare l’Italia (stato),
ci furono pure i meridionali!”. Certo, anche il primo vicepresidente iracheno post
americanizzazione, era iracheno, ma guarda caso, era anche un dipendente della
Unocal del vicepresidente Cheney.
Che combinazione, eh? Un vero scenario da festa della Salute Mentale. La mia
festa differente!
Lo scemo del villaggio globale
all’italiana…
di Nando Dicè* -
27/11/2008
La salute è una cosa seria, ed all’approssimarsi del 5\12, il giorno dedicato
alla “salute mentale”, bisogna stare attenti, molto attenti, perché come ben
sappiamo, “la salute costa”. Voi direte: “ma sei scemo?”. Si! Siamo in un epoca
nella quale si paga tutto, la mutua, la malattia e pure la salute, figuratevi
che le industrie pagano il “diritto ad inquinare”, di conseguenza un giorno noi
pagheremo il diritto a respirare. Ma per godere della “salute mentale” bisogna
pagare? Certo, vi risponderanno i politici servi delle banche, perché c’è il
debito pubblico. Anche se poi nessuno ci dice con chi l’abbiamo contratto questo
debito pubblico (…e non ve lo dico neppure io, altrimenti mi arrestano). La cosa
più assurda, però, è che al debito pubblico, corrisponde un creditore privato.
Quindi se la salute mentale è la festa di noi scemi, voi siete tutti degli
“infermi mentali” e non lo sapete. Proprio da questi presupposti nasce
l’esigenza della festa per la salute mentale, per comprendere l’insana mente che
ha pensato di “farcela pagare”.
Ma andiamo con ordine.
Prima dell’unità d’Italia la carta-moneta (nota di banco -
banconota) veniva stampata solo al nord, noi al Sud emettevamo monete in oro e
argento. Al Nord, per ogni lira-oro conservata dalla banca Nazionale degli stati
Sardi (per colmo di brutalità anti-sarda, visto che i sardi furono i più
bistrattati dallo stato Sardo) si emettevano tre lire-carta, in pochi anni,
attraverso guerre e truffe private a danno pubblico, (in questa dinamica è
ravvisabile l’embrione dell’Italia di oggi: Alitalia docet) già prima
dell’invasione garibaldina i soldi del nord, valevano un cazzo. Al punto che
dopo il bombardamento di Gaeta, durante l’invasione del Regno, alla borsa di
Parigi i soldi del Sud venivano acquistati ancora al 4,5 su 1.
Cosa fanno i liberali appena il Garibardo gli consegna noi del sud? Per prima
cosa si autodefiniscono Stato Italiano (per colmo di brutalità anti-italiana,
visto che i nuovi governanti piemontesi parlavano e scrivevano leggi in
francese) e, per seconda cosa, vietano al banco delle Due Sicilie di recuperare
dal mercato le monete in oro e argento, le uniche messe in circolazione in
quanto, a differenza dei Savoia e degli americani di oggi, noi al sud non
facevamo circolare i “soldi falsi di stato”.
Perché? Vi chiederete voi. Perché se il Banco delle Due Sicilie
avesse recuperato quei “soldi veri” ed avesse applicato la
nuova legge “italiana”, che valeva per tutti tranne che per noi meridionali,
avrebbe potuto stampare tanti di quei “soldi falsi”, “coperti” dai “soldi veri”,
che il nord ce lo saremmo potuti comprare senza neanche bisogno di invaderlo.
Ma cosa successe quindi? Per prima cosa divisero il Banco delle Due Sicilie in
Banco di Napoli e Banco di Sicilia, vietarono
il rastrellamento, ed al contempo trasformarono la Banca Sarda in Banca
d’Italia. La neonata Banca, che fino a prima non risultava possedere riserve
auree, dopo l’unità si trovò stracolma d’oro.
A questo punto, la mia salute mentale viene messa a dura prova. Se eravamo
tutti italiani perché lo stato fece due provvedimenti che dettero inizio alla
povertà del Sud: l’autorizzazione alla Banca Nazionale di poter
aprire filiali al Sud e il divieto al Banco di Napoli di aprire filiali al
Nord? Cosa ne fecero di quell’oro meridionale i nuovi padroni
del Sud? Crearono il Credito mobiliare di Torino, il Banco Sconto e
Sete di Torino, la Cassa di Genova e la Cassa Sconto di Torino,
strutture che di fatto permisero la creazione del “Nord industriale”.
Voi mi direte: “ma diventi scemo per delle cose del passato?”. Passato? In
pratica, saltando qualche passaggio minore, se voi “scavate” nelle grosse
società italiane di oggi trovate, questa evoluzione progressiva:
Bastoni, Fiat, Impreg. Quindi, quel passato è più presente che
mai. Ma i liberisti sono avidi. La loro avidità è smisurata come quella di un
bambino innanzi alle caramelle e, mangiando mangiando (ogni riferimento a
politici liberali è voluto), fecero subito un’indigestione che li costrinse,
dopo appena 5 anni, a vietare la convertibilità in oro ed emanare, 1° maggio
del 1866, il cosiddetto “corso forzoso”.
Li sentitè questi vagiti? ‘ngueeeee, ‘ngueeee. E’ appena nato il debito
pubblico. Da questo momento il Cavour comincia a chiedere carta moneta alla
banca PRIVATA e le cede a nome e per conto nostro la SOVRANITA’ MONETARIA.
Se state ancora pensando che sto raccontando una “storia vecchia”,
“superata”, fate un esperimento. Sostituite Cavour con Halliburton ed al posto
dell’oro dei meridionali, metteteci il petrolio degli iracheni. Voi direte: ” Ma a fare l’Italia (stato),
ci furono pure i meridionali!”. Certo, anche il primo vicepresidente iracheno post
americanizzazione, era iracheno, ma guarda caso, era anche un dipendente della
Unocal del vicepresidente Cheney.
Che combinazione, eh? Un vero scenario da festa della Salute Mentale. La mia
festa differente!
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