Se è vero che gli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi hanno sempre manifestato un innato bisogno di spiritualità, come desiderio di approccio alla dimensione dell'infinito e dellosconosciuto, è ancor più vero che l'uomo moderno, anche quando non se ne rendeconto, soffre in tal senso di una profonda crisi di astinenza. Essa è dovutaprincipalmente all'intrinseco cinismo e alla aridità dei modelli di vita dellaciviltà tecnologica ma, senza dubbio, anche alla profanità di fondo che puònascondersi dietro le apparenze di una tradizione di culto troppo spesso fittiziao ipocrita e, comunque, incapace di trasmettere, a chi sinceramente li cerca,
autentici valori spirituali. Dovunque si può praticare con profitto lo Yoga.
Luoghi molto favorevoli sono quelli ritagliati nella natura più o menoincontaminata: rive di laghi, greti di fiumi, arenili marini, prati, boschi,colline, montagne. Qualsiasi momento poi è quello buono, in quanto ogniattività quotidiana eseguita con la dovuta attenzione di certo appartiene alla sfera Yoga. Ma al termine di una giornata operosa e spesso ingannevole si vanello spazio perfetto in cui praticare lo Yoga, si va nell’Ashram. L’Ashramnell'antica India era un eremitaggio dove i Saggi, i Rishi, vivevano in pace inmezzo alla natura. I residenti vi eseguivano varie forme di pratiche spirituali,di Meditazione e di Yoga. La parola Ashram deriva dal sanscrito asshraya, che
significa protezione. Con questo nome il buddismo Zen indica la parte delmonastero dove si svolgono gli esercizi spirituali, ed il cui corrispondentesanscrito vale cerchio del risveglio, cioè ritiro utile per raggiungerequell'apice spirituale. Per questo nell’Ashram si entra con Cuore riverentesalutando con il Namaste’. Si tratta di un gesto di rispetto che favoriscel'istaurarsi di una mentalità ricettiva, lucidamente voluta, che sottrae ilpraticante ai richiami del mondo permettendogli così di concentrarsi su unproposito smisurato e quasi irraggiungibile: riconquistare la mentalitàdell'antico Saggio e scoprire la verità nascosta nella disciplina orientale, loYoga. Come la cima di una montagna, questa verità da conquistare, che in lineadi principio è accessibile a tutti, viene raggiunta e realizzata solo da queipochi che sono disposti a pagarne il prezzo in termini di autodisciplina eperseveranza; e per di più non tutti vi arrivano simultaneamente, giacché ci sono quelli che non ne sentono l'urgenza, e quelli la cui volontà vacilla presi continuamente dal dubbio se il risultato valga i sacrifici richiesti. Ciò sta a significare che i limiti per praticare lo Yoga e la Meditazione, dentro e fuori l’Ashram, non sono fisici, e che quindi tutti, uomini e donne, vecchi e giovani, possono cimentarsi con questa naturale disciplina. Una volta dentro
l’Ashram non si parla, non si scherza, non ci si distrae, ma tutta l'attenzione di cui si è capaci viene intensamente rivolta all'arduo apprendimento delle tecniche ed all'uso di esercizi tesi a fortificare e disciplinare la Concentrazione, la Visualizzazione e la Contemplazione. Ci si adopera con pazienza per sfuggire alla pigrizia delle abitudini del corpo e della psiche, e per forgiare una sorta di sovrana indifferenza che permetta ad ogni germe di insegnamento di crescere e di offrire alla Mente ed al Cuore il suo frutto. Ci si immerge in un mondo dominato da una consapevolezza quieta, silenziosa, impersonale, esente da interessi, in ogni caso opposta a quella del vivere quotidiano, in modo disteso, con piacere, diletto e gioia. E' dunque
evidente che l’Ashram non ha nulla a che vedere con la palestra sportiva, dove si rivangano e si rimestano carichi di compiacimento, di competitive ambizioni e di febbrili passioni. Per continuare fino in fondo a nutrire la mente di alti pensieri e per scacciare allo stesso tempo ogni inutile rimuginìo, al termine della laboriosa serata di Yoga e Meditazione, l’Ashram viene pulito con somma cura da tutti i presenti. E' questa un'attività che per via simbolica ricorda ad ogni praticante il dovere di purificare la propria Mente, e che lo sollecita ad agire con risolutezza.
autentici valori spirituali. Dovunque si può praticare con profitto lo Yoga.
Luoghi molto favorevoli sono quelli ritagliati nella natura più o menoincontaminata: rive di laghi, greti di fiumi, arenili marini, prati, boschi,colline, montagne. Qualsiasi momento poi è quello buono, in quanto ogniattività quotidiana eseguita con la dovuta attenzione di certo appartiene alla sfera Yoga. Ma al termine di una giornata operosa e spesso ingannevole si vanello spazio perfetto in cui praticare lo Yoga, si va nell’Ashram. L’Ashramnell'antica India era un eremitaggio dove i Saggi, i Rishi, vivevano in pace inmezzo alla natura. I residenti vi eseguivano varie forme di pratiche spirituali,di Meditazione e di Yoga. La parola Ashram deriva dal sanscrito asshraya, che
significa protezione. Con questo nome il buddismo Zen indica la parte delmonastero dove si svolgono gli esercizi spirituali, ed il cui corrispondentesanscrito vale cerchio del risveglio, cioè ritiro utile per raggiungerequell'apice spirituale. Per questo nell’Ashram si entra con Cuore riverentesalutando con il Namaste’. Si tratta di un gesto di rispetto che favoriscel'istaurarsi di una mentalità ricettiva, lucidamente voluta, che sottrae ilpraticante ai richiami del mondo permettendogli così di concentrarsi su unproposito smisurato e quasi irraggiungibile: riconquistare la mentalitàdell'antico Saggio e scoprire la verità nascosta nella disciplina orientale, loYoga. Come la cima di una montagna, questa verità da conquistare, che in lineadi principio è accessibile a tutti, viene raggiunta e realizzata solo da queipochi che sono disposti a pagarne il prezzo in termini di autodisciplina eperseveranza; e per di più non tutti vi arrivano simultaneamente, giacché ci sono quelli che non ne sentono l'urgenza, e quelli la cui volontà vacilla presi continuamente dal dubbio se il risultato valga i sacrifici richiesti. Ciò sta a significare che i limiti per praticare lo Yoga e la Meditazione, dentro e fuori l’Ashram, non sono fisici, e che quindi tutti, uomini e donne, vecchi e giovani, possono cimentarsi con questa naturale disciplina. Una volta dentro
l’Ashram non si parla, non si scherza, non ci si distrae, ma tutta l'attenzione di cui si è capaci viene intensamente rivolta all'arduo apprendimento delle tecniche ed all'uso di esercizi tesi a fortificare e disciplinare la Concentrazione, la Visualizzazione e la Contemplazione. Ci si adopera con pazienza per sfuggire alla pigrizia delle abitudini del corpo e della psiche, e per forgiare una sorta di sovrana indifferenza che permetta ad ogni germe di insegnamento di crescere e di offrire alla Mente ed al Cuore il suo frutto. Ci si immerge in un mondo dominato da una consapevolezza quieta, silenziosa, impersonale, esente da interessi, in ogni caso opposta a quella del vivere quotidiano, in modo disteso, con piacere, diletto e gioia. E' dunque
evidente che l’Ashram non ha nulla a che vedere con la palestra sportiva, dove si rivangano e si rimestano carichi di compiacimento, di competitive ambizioni e di febbrili passioni. Per continuare fino in fondo a nutrire la mente di alti pensieri e per scacciare allo stesso tempo ogni inutile rimuginìo, al termine della laboriosa serata di Yoga e Meditazione, l’Ashram viene pulito con somma cura da tutti i presenti. E' questa un'attività che per via simbolica ricorda ad ogni praticante il dovere di purificare la propria Mente, e che lo sollecita ad agire con risolutezza.
Mer 16 Feb 2011, 16:23 Da Neo
» WORKSHOP CON IL BREATHARIANO JERICHO SUNFIRE A MILANO IL 27 MARZO, L'ATLETA CHE PUÒ VIVERE SENZA CIBO E ACQUA INDEFINITAMENTE
Dom 06 Feb 2011, 13:11 Da Neo
» La finestra sul mondo
Lun 01 Mar 2010, 13:49 Da Giulilly
» DIRITTO E LEGGE
Mer 20 Gen 2010, 18:00 Da Neo
» pensieri di un' anima semplice
Sab 07 Nov 2009, 14:25 Da Michele Corso
» Pensieri di un'anima semplice
Ven 06 Nov 2009, 21:27 Da Lucia
» Nuovo blog sull'alimentazione istintiva
Gio 08 Ott 2009, 14:19 Da deadcassandra
» L'olio di Canola.
Mar 09 Giu 2009, 10:16 Da pinodd
» LE STORIE CHE NON RIUSCITE ANCORA A VEDERE (3)
Dom 07 Giu 2009, 23:16 Da pinodd