7 idee all’insegna dell’ecologia.
Il fornello solare. A infilare il sole in una scatola non ci aveva mai pensato nessuno. C'è riuscito Jon Bohmer inventando Kyoto Box, il fornello a energia solare che gli è valso il primo premio del Climate Change Challenge 2009, il concorso per l'invenzione più "eco" organizzato dal Forum for the future. Il fornello (costo di realizzazione: 5 dollari) è di piccole dimensioni, produce calore grazie all'energia solare e sarà utilissimo a quei due miliardi di persone che vivono al limite della sopravvivenza e hanno il sole come unico patrimonio. Permetterà loro di disinfettare l'acqua e renderla potabile, riscaldarsi di notte e cucinare.
Il tessuto-luce. Energia rinnovabile protagonista anche nel progetto Portable Light http://www.portablelight.org/ , realizzato dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) grazie a un'idea della scienziata Sheila Kennedy. Anche stavolta il principio è semplice, basato sull'integrazione di pannelli solari flessibili in stoffe e tendaggi in modo da creare energia gratuita e libera. Il progetto pilota, sviluppato con il contributo di architetti, antropologi, ingegneri e medici, è nato per risolvere le esigenze della popolazione indigena dell'area messicana della Sierra Madre, che non ha accesso all'elettricità. Il "tessuto solare" viene realizzato con semiconduttori che assorbendo la luce del sole la convertono in energia elettrica. Il risultato finale è un materiale leggero, portatile e morbido, capace di immagazzinare i raggi del sole e restituire luce, trasformandosi in una sorta di lampada nomade.
Le bici ricaricabili. E dopo l'energia solare tra i fornelli e nei tessuti, non poteva mancare quella per i mezzi di trasporto. Il sistema su due ruote Ubicycle http://www.dcontinuum.com/content/concept/33/ , creato dall'agenzia di design Continuum, darà ai viaggiatori di Montreal (prima città in cui verranno distribuite le bici) un nuovo modo di percorrere la città, usando bici che all'occorrenza, grazie all'energia solare, diventano motorini ecologici. Per ricaricarle basterà appoggiarle alla rastrelliera. Bella invenzione: ma quante catene dovremmo mettere in Italia per evitare che qualcuno le rubi?
Le barche a energia termica. Scienziati dell'università di Berkeley http://www.physics.berkeley.edu/research/zettl/ hanno anche messo a punto delle macchine acquatiche, dalle ridotte dimensioni, a propulsione solare "diretta", capaci di sfruttare la tensione superficiale dei liquidi. Queste minuscole "barche" sono realizzate in plastica e strisce di carbonio nanostrutturato: quando i raggi del sole vengono concentrati sul dispositivo, i nanotubi si riscaldano rilasciando energia termica anche alle molecole d'acqua che li circondano e provocando così una diminuzione della tensione superficiale. In assenza di ostacoli, l'oggetto riscaldato si dirige verso una zona a maggior tensione spostandosi sulla superficie del liquido. In poche parole, la barca naviga senza gettare una goccia di inquinamento nel mare.
La stampante a caffè. Tra le materie prime rinnovabili però non c'è soltanto il sole. Anche gli avanzi di caffè possono essere riciclati e diventare ad esempio inchiostro per stampare documenti: questa la futuristica idea alla base della RITI Printer http://www.core77.com/greenergadgets/entry.php?projectid=38 , una stampante ecologica dotata di una specie di bicchierino in cui versare gli avanzi di bevande scure (tè o caffè). E' stata ideata dal coreano Jeon Hwan Ju, che l'ha iscritta all'ultima edizione della Greener Gadget Competition. Il bicchierino va mosso a destra e sinistra manualmente e la bevanda viene depositata sul foglio, risparmiando all'ambiente, in una prospettiva di lungo periodo, tonnellate di agenti chimici non biodegradabili.
La lavatrice a noci. Stesso discorso per la lavatrice E-Wash http://www.electrolux.com/ , creata dall'ungherese Levente Szabo, vincitore della quinta edizione dell'Electrolux Design Lab 07. Questo elettrodomestico piccolo e compatto ha capacità di carico e centrifughe uguali a quelle dei moderni apparecchi, solo che invece dei classici detersivi in polvere utilizza le "noci lavanti" dell'albero Sapindus mukorossi, il cui potere detergente è noto da millenni in India e Nepal. Il merito è tutto dei gusci, ricchi di saponina, una sostanza presente in percentuale minima anche nei prodotti industriali ma che in questo caso viene usata pura, si scioglie a contatto con l'acqua e funziona come un normale detersivo, per giunta anche disinfettante.
Acqua potabile eolica. Grazie alle energie rinnovabili è anche possibile ottenere acqua potabile dagli oceani senza dover ricorrere all'elettricità. Il progetto sviluppato dalla University of Technology http://www.tudelft.nl/ di Delft, in Olanda, è riuscito nell'impresa sviluppando un mulino a vento a osmosi inversa, che pompa l'acqua salata utilizzando l'energia eolica e la porta dal mare alla membrana a osmosi, a una pressione di circa 60 bar. Il sale contenuto nella soluzione viene così rilasciato, rendendo possibile ricavare acqua dolce. Il mulino è in grado di produrre dai cinque ai 10 metri cubi di acqua al giorno, a seconda della capacità e della velocità del vento a disposizione, e i serbatoi permettono di conservare l'acqua anche per cinque giorni in situazioni di siccità estrema o di scarsità di vento. Le alternative per aiutare il pianeta dunque non mancano: basta avere la voglia di andarle a cercare.
fonte: la repubblica.it
Il fornello solare. A infilare il sole in una scatola non ci aveva mai pensato nessuno. C'è riuscito Jon Bohmer inventando Kyoto Box, il fornello a energia solare che gli è valso il primo premio del Climate Change Challenge 2009, il concorso per l'invenzione più "eco" organizzato dal Forum for the future. Il fornello (costo di realizzazione: 5 dollari) è di piccole dimensioni, produce calore grazie all'energia solare e sarà utilissimo a quei due miliardi di persone che vivono al limite della sopravvivenza e hanno il sole come unico patrimonio. Permetterà loro di disinfettare l'acqua e renderla potabile, riscaldarsi di notte e cucinare.
Il tessuto-luce. Energia rinnovabile protagonista anche nel progetto Portable Light http://www.portablelight.org/ , realizzato dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) grazie a un'idea della scienziata Sheila Kennedy. Anche stavolta il principio è semplice, basato sull'integrazione di pannelli solari flessibili in stoffe e tendaggi in modo da creare energia gratuita e libera. Il progetto pilota, sviluppato con il contributo di architetti, antropologi, ingegneri e medici, è nato per risolvere le esigenze della popolazione indigena dell'area messicana della Sierra Madre, che non ha accesso all'elettricità. Il "tessuto solare" viene realizzato con semiconduttori che assorbendo la luce del sole la convertono in energia elettrica. Il risultato finale è un materiale leggero, portatile e morbido, capace di immagazzinare i raggi del sole e restituire luce, trasformandosi in una sorta di lampada nomade.
Le bici ricaricabili. E dopo l'energia solare tra i fornelli e nei tessuti, non poteva mancare quella per i mezzi di trasporto. Il sistema su due ruote Ubicycle http://www.dcontinuum.com/content/concept/33/ , creato dall'agenzia di design Continuum, darà ai viaggiatori di Montreal (prima città in cui verranno distribuite le bici) un nuovo modo di percorrere la città, usando bici che all'occorrenza, grazie all'energia solare, diventano motorini ecologici. Per ricaricarle basterà appoggiarle alla rastrelliera. Bella invenzione: ma quante catene dovremmo mettere in Italia per evitare che qualcuno le rubi?
Le barche a energia termica. Scienziati dell'università di Berkeley http://www.physics.berkeley.edu/research/zettl/ hanno anche messo a punto delle macchine acquatiche, dalle ridotte dimensioni, a propulsione solare "diretta", capaci di sfruttare la tensione superficiale dei liquidi. Queste minuscole "barche" sono realizzate in plastica e strisce di carbonio nanostrutturato: quando i raggi del sole vengono concentrati sul dispositivo, i nanotubi si riscaldano rilasciando energia termica anche alle molecole d'acqua che li circondano e provocando così una diminuzione della tensione superficiale. In assenza di ostacoli, l'oggetto riscaldato si dirige verso una zona a maggior tensione spostandosi sulla superficie del liquido. In poche parole, la barca naviga senza gettare una goccia di inquinamento nel mare.
La stampante a caffè. Tra le materie prime rinnovabili però non c'è soltanto il sole. Anche gli avanzi di caffè possono essere riciclati e diventare ad esempio inchiostro per stampare documenti: questa la futuristica idea alla base della RITI Printer http://www.core77.com/greenergadgets/entry.php?projectid=38 , una stampante ecologica dotata di una specie di bicchierino in cui versare gli avanzi di bevande scure (tè o caffè). E' stata ideata dal coreano Jeon Hwan Ju, che l'ha iscritta all'ultima edizione della Greener Gadget Competition. Il bicchierino va mosso a destra e sinistra manualmente e la bevanda viene depositata sul foglio, risparmiando all'ambiente, in una prospettiva di lungo periodo, tonnellate di agenti chimici non biodegradabili.
La lavatrice a noci. Stesso discorso per la lavatrice E-Wash http://www.electrolux.com/ , creata dall'ungherese Levente Szabo, vincitore della quinta edizione dell'Electrolux Design Lab 07. Questo elettrodomestico piccolo e compatto ha capacità di carico e centrifughe uguali a quelle dei moderni apparecchi, solo che invece dei classici detersivi in polvere utilizza le "noci lavanti" dell'albero Sapindus mukorossi, il cui potere detergente è noto da millenni in India e Nepal. Il merito è tutto dei gusci, ricchi di saponina, una sostanza presente in percentuale minima anche nei prodotti industriali ma che in questo caso viene usata pura, si scioglie a contatto con l'acqua e funziona come un normale detersivo, per giunta anche disinfettante.
Acqua potabile eolica. Grazie alle energie rinnovabili è anche possibile ottenere acqua potabile dagli oceani senza dover ricorrere all'elettricità. Il progetto sviluppato dalla University of Technology http://www.tudelft.nl/ di Delft, in Olanda, è riuscito nell'impresa sviluppando un mulino a vento a osmosi inversa, che pompa l'acqua salata utilizzando l'energia eolica e la porta dal mare alla membrana a osmosi, a una pressione di circa 60 bar. Il sale contenuto nella soluzione viene così rilasciato, rendendo possibile ricavare acqua dolce. Il mulino è in grado di produrre dai cinque ai 10 metri cubi di acqua al giorno, a seconda della capacità e della velocità del vento a disposizione, e i serbatoi permettono di conservare l'acqua anche per cinque giorni in situazioni di siccità estrema o di scarsità di vento. Le alternative per aiutare il pianeta dunque non mancano: basta avere la voglia di andarle a cercare.
fonte: la repubblica.it
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