Dagli inizi del secolo, la psicologia sperimentale basata sulla fisiologia tende a ridiventare scienza e ha condotto gli studiosi contemporanei alle soglie di un mondo diverso, il mondo proprio dell'anima nel quale, senza che cessino le analogie, regnano nuove leggi. Sento parlare di studi e accertamenti medici, in questo secolo, sul magnetismo animale, sull'ipnosi e su tutti gli stati psichici diversi dalla veglia, dal sonno lucido attraverso la preveggenza fino all'estasi; la scienza moderna procede ancora a tentoni in questo campo, là dove la scienza antica aveva saputo orientarsi poiché possedeva i principi e le chiavi necessarie. E innegabile, comunque, che proprio in questo campo gli scienziati abbiano scoperto tutta una serie di fenomeni per loro strabilianti, prodigiosi, inspiegabili, in contraddizione con le teorie materialistiche che, per consuetudine, dominano il loro pensiero e i loro esperimenti. Niente è più istruttivo dell'indignato scetticismo che alcuni studiosi materialisti manifestano di fronte ai fenomeni che tendono a dimostrare l'esistenza di un mondo invisibile e trascendente. Oggi come oggi, chi osa dimostrare l'esistenza dell'anima scandalizza l'ortodossia dell'ateismo, proprio come, negando l'esistenza di Dio, si scandalizzava, un tempo, l'ortodossia della Chiesa. Certo, non si mette più a repentaglio la vita, ma si mette a repentaglio la reputazione.
Comunque sia, il risultato del più elementare fenomeno di suggestione mentale a distanza mediante la sola forza del pensiero fenomeno mille volte constatato negli annali del magnetismo - è un modo di agire proprio dello spirito e della volontà, che trascende le leggi fisiche e il mondo visibile. La porta dell'Invisibile è dunque aperta; e si spalanca addirittura nei fenomeni di ipnotismo. Ma qui mi limito a quanto constatato dalla scienza ufficiale. Se dalla psicologia sperimentale e oggettiva passiamo alla psicologia intima e soggettiva della nostra epoca che trova la sua espressione nella poesia, nella musica e nella letteratura, vediamo come essa sia attraversata da un immenso affiato di esoterismo inconscio. Mai l'aspirazione alla vita spirituale, al mondo invisibile, soffocata dalle teorie materialistiche degli studiosi e dall'opinione del mondo, è stata più seria e più reale. E l'aspirazione che ritroviamo nei rimpianti, nei dubbi, nelle cupe malinconie e finanche nelle invettive blasfeme dei nostri romanzieri naturalistici e dei nostri poeti decadenti. Mai l'animo umano ha sentito più profondamente l'inadeguatezza, la meschinità, l'irrealtà della sua attuale esistenza; mai ha più ardentemente aspirato al mondo dell'Invisibile, pur senza riuscire a crederci. Talvolta la sua intuizione ha perfino saputo formulare delle verità trascendenti, estranee al sistema che il suo raziocinio ammette, contrastanti con le sue opinioni di superficie e che altro non sono che involontarie folgorazioni della sua consapevolezza occulta. E a questo proposito vorrei citare le parole di un grande e originale pensatore, Frédéric Arniel, che ha assaporato tutta l'amarezza e tutta la solitudine morale di questo nostro tempo.
«Ogni sfera dell'essere», scrive Arniel, «tende ad una sfera più elevata della quale ha già delle rivelazioni e dei presentimenti. L'ideale, sotto tutte le sue forme, consiste nell'anticipazione, nella visione profetica di questa esistenza superiore alla sua, cui ogni essere sempre aspira. Tale esistenza, superiore per dignità è, per sua stessa natura, più interiore, vale a dire più spirituale. Come i vulcani ci fanno intravedere il cuore segreto della terra, l'entusiasmo e l'estasi sono esplosioni transitorie del mondo interiore e dell'animo umano; la vita dell'uomo non è che la preparazione e l'avvento a quella vita spirituale. Innumerevoli sono le tappe dell'iniziazione. Veglia, dunque, discepolo della vita, crisalide di un angelo, opera per il tuo futuro sbocciare; la divina odissea altro infatti non è se non una serie di metamorfosi, via via sempre più eteree, nelle quali ogni forma deriva dalle precedenti ed è condizione di quelle che seguono. La vita divina è una serie di morti successive, nelle quali lo spirito si libera dalle sue imperfezioni e dai suoi simboli e si abbandona alla sempre crescente attrazione dell'incomparabile centro di gravitazione, del sole dell'intelletto e dell'amore.» Arniel non era che un hegeliano di grande intelligenza e di alto senso morale. Il giorno in cui scrisse queste ispirate parole, dimostrò di essere un profondo teosofo. Non si potrebbe infatti esprimere in modo più avvincente e luminoso l'essenza stessa della verità esoterica.
Intuizioni di questo genere bastano a dimostrare come oggi scienza e spirito si preparino, senza saperlo e senza volerlo, a ricostituire l'antica teosofia con strumenti più precisi e su basi più solide. Come dice Lamartine, l'Uomo è un tessitore che ordisce dal rovescio la trama del Tempo. Verrà il giorno in cui, passando al diritto del tessuto, egli contemplerà il quadro magnifico e grandioso che con le sue proprie mani ha ordito sul telaio dei secoli ma di cui, fino a quel momento, altro non ha visto se non il confuso groviglio dei fili sul rovescio. E in quel giorno, l'Uomo saluterà la Provvidenza che in lui si manifesta. Troveranno allora conferma le parole di uno scritto ermetico contemporaneo; e non le troveranno troppo audaci coloro che sono penetrati abbastanza a fondò nelle tradizioni occulte da intuirne la meravigliosa unità: «La dottrina esoterica non è solo una scienza, una filosofia, una morale, una religione. Essa è la scienza, la filosofia, la morale e la religione, di cui tutte le altre non sono che preparazione o degenerazione, espressione parziale o falsata, a seconda che verso di esse si dirigano o da esse si discostino».
Lungi da me l'illusione di avere dato una dimostrazione esauriente di questa scienza delle scienze. Per farlo, bisognerebbe avere a disposizione l'intero edificio delle scienze conosciute e sconosciute, ricostituite nel loro assetto gerarchico e riorganizzate nello spirito dell'esoterismo. Tutto ciò che mi auguro di avere dimostrato è che dalla dottrina dei Misteri scaturisce la nostra civiltà; che essa ha dato vita alle grandi religioni tanto ariane che semitiche; che ad essa il cristianesimo riconduce l'intero genere umano grazie alla sua riserva esoterica e che, fortunatamente, ad essa tende la scienza moderna in tutto il suo progredire; e, infine, che in essa debbono nuovamente incontrarsi come in un punto di ricongiungimento, e in essa trovare la propria sintesi.
Si può affermare che, ovunque si rinvenga un qualsiasi frammento della dottrina esoterica, là essa è virtualmente presente nella sua interezza. Ogni sua parte infatti presuppone o genera le altre. Tutti i grandi sapienti, tutti i veri profeti l'hanno posseduta; e sapienti e profeti futuri la possiederanno come quelli del passato. La luce potrà essere più o meno intensa, ma è sempre la stessa luce. La forma, i particolari, le applicazioni possono variare all'infinito; ma la sostanza, vale a dire i principi e la fine, non varieranno mai. In questo libro il lettore troverà una sorta di sviluppo graduale, di rivelazione diacronica della dottrina nelle sue varie parti, attraverso i grandi iniziati ciascuno dei quali rappresenta una delle grandi religioni che hanno contribuito a formare l'umanità quale essa oggi è e il cui susseguirsi ne traccia il pensiero evolutivo nel ciclo attuale, dall'antico Egitto e dai primordi dell'arianesimo. Vedremo dunque emergere questa dottrina non da un'esposizione astratta e scolastica bensì dalla fusione delle anime di questi grandi personaggi ispirati e dalla viva azione della storia. Di loro, Rama non lascia scorgere che l'ingresso del tempio. Krishna ed Ermete ne danno la chiave. Mosè, Orfeo e Pitagora ne mostrano l'interno. Gesù Cristo ne costituisce il tabernacolo. Questo libro è nato da una fede incondizionata nella verità superiore, eterna ed assoluta, senza la quale le verità parziali non sono che una chimera. Coloro i quali sono, come me, consapevoli che l'attuale momento storico, con le sue ricchezze materiali, altro non è, dal punto di vista dell'anima e delle sue immortali aspirazioni, se non uno squallido deserto, mi comprenderanno. L'ora è fra le più gravi e le conseguenze estreme dell'agnosticismo cominciano a farsi sentire: la società si sta disgregando. Per la nostra Francia come per l'Europa tutta, si pone il problema dell'essere o non essere. Si tratta di consolidare sulle loro basi indistruttibili le verità fondamentali e organiche, o di precipitare nel baratro del materialismo e dell'anarchia.
La Scienza e la Religione, queste custodi della civiltà, hanno entrambe perduto il loro dono supremo, la loro magia, quella di impartire un grandioso e valido ammaestramento. Dai templi dell'India e dell'Egitto sono usciti i più grandi sapienti della terra. I templi greci hanno forgiato eroi e poeti. Gli apostoli del Cristo sono stati martiri sublimi e ne hanno generati a migliaia. La Chiesa dell'Età di Mezzo, malgrado la sua teologia primitiva, ha creato santi e cavalieri poiché essa credeva e, occasionalmente, in essa vibrava lo spirito del Cristo. Oggi né la Chiesa, imprigionata nel suo dogma, né la Scienza, rinserrata nel suo materialismo, sanno più dar vita a uomini completi. Perduta è ormai l'arte di creare e plasmare le anime, né la ritroveremo se non quando Scienza e Religione, nuovamente fuse in un'unica forza vitale, si dedicheranno insieme e di comune accordo al bene e alla salvezza dell'umanità. E per far questo la Scienza non dovrà mutare il suo metodo ma solo dilatare i suoi confini; né il cristianesimo dovrà mutare la sua tradizione, ma solo comprenderne le origini, lo spirito e la portata.
Il tempo della rigenerazione intellettuale e della trasformazione sociale verrà, ne siamo certi. E già ne esistono sicuri presagi. Quanto la Scienza saprà, la Religione potrà, e l'Uomo agirà con rinnovato vigore. Tutte le arti, anche l'Arte di Vivere, non possono rinascere che da una loro intesa. Ma, nell'attesa, che fare in questa fine di secolo simile alla discesa verso una voragine, in un crepuscolo minaccioso quando, all'inizio, era apparsa un'ascesa verso le libere vette, in una radiosa aurora? La fede, ha detto un grande Dottore, è la forza dello spirito che si slancia in avanti, certo di trovare la verità. Questa fede non è la nemica della ragione, bensì la sua fiaccola; è la fede di Cristoforo Colombo e di Galileo, che cerca prove e controprove, provando e riprovando, ed è l'unica oggi possibile.
Per coloro che l'hanno irrimediabilmente perduta - e sono tanti, perché l'esempio è venuto dall'alto - il cammino è facile e già tracciato: seguire la corrente del giorno, subire il proprio secolo anziché lottare contro di esso, rassegnarsi al dubbio o alla negazione, consolarsi di tutte le miserie umane e dei futuri cataclismi con un sorriso sprezzante, rivestire il profondo nulla delle cose - al quale solamente si crede - con un velo splendente decorato col bel nome di ideale - pur giudicandolo solo un'utile chimera.
Quanto a noi, poveri figli smarriti; noi che crediamo che l'Ideale sia l'unica realtà e l'unica Verità in un mondo mutevole e transitorio; che crediamo alla ratifica e al compimento delle sue promesse nell'arco della storia dell'umanità come nella vita futura; noi che sappiamo come questa sanzione sia necessaria, come essa sia la ricompensa della fratellanza umana, al pari della ragione dell'universo e della logica di Dio - per noi che abbiamo questa convinzione, non c'è che un unico partito da prendere: proclamiamo questa Verità senza timore, a voce più alta possibile; gettiamoci per essa e con essa nell'arena dell'azione e, al disopra di questa mischia confusa cerchiamo, con la meditazione e l'iniziazione individuale, di penetrare nel Tempio delle Idee Immutabili, per armarci dei Principi Indistruttibili.
E ciò che ho tentato di fare in questo libro, mosso dalla speranza che altri mi seguiranno e lo faranno meglio di me.
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Comunque sia, il risultato del più elementare fenomeno di suggestione mentale a distanza mediante la sola forza del pensiero fenomeno mille volte constatato negli annali del magnetismo - è un modo di agire proprio dello spirito e della volontà, che trascende le leggi fisiche e il mondo visibile. La porta dell'Invisibile è dunque aperta; e si spalanca addirittura nei fenomeni di ipnotismo. Ma qui mi limito a quanto constatato dalla scienza ufficiale. Se dalla psicologia sperimentale e oggettiva passiamo alla psicologia intima e soggettiva della nostra epoca che trova la sua espressione nella poesia, nella musica e nella letteratura, vediamo come essa sia attraversata da un immenso affiato di esoterismo inconscio. Mai l'aspirazione alla vita spirituale, al mondo invisibile, soffocata dalle teorie materialistiche degli studiosi e dall'opinione del mondo, è stata più seria e più reale. E l'aspirazione che ritroviamo nei rimpianti, nei dubbi, nelle cupe malinconie e finanche nelle invettive blasfeme dei nostri romanzieri naturalistici e dei nostri poeti decadenti. Mai l'animo umano ha sentito più profondamente l'inadeguatezza, la meschinità, l'irrealtà della sua attuale esistenza; mai ha più ardentemente aspirato al mondo dell'Invisibile, pur senza riuscire a crederci. Talvolta la sua intuizione ha perfino saputo formulare delle verità trascendenti, estranee al sistema che il suo raziocinio ammette, contrastanti con le sue opinioni di superficie e che altro non sono che involontarie folgorazioni della sua consapevolezza occulta. E a questo proposito vorrei citare le parole di un grande e originale pensatore, Frédéric Arniel, che ha assaporato tutta l'amarezza e tutta la solitudine morale di questo nostro tempo.
«Ogni sfera dell'essere», scrive Arniel, «tende ad una sfera più elevata della quale ha già delle rivelazioni e dei presentimenti. L'ideale, sotto tutte le sue forme, consiste nell'anticipazione, nella visione profetica di questa esistenza superiore alla sua, cui ogni essere sempre aspira. Tale esistenza, superiore per dignità è, per sua stessa natura, più interiore, vale a dire più spirituale. Come i vulcani ci fanno intravedere il cuore segreto della terra, l'entusiasmo e l'estasi sono esplosioni transitorie del mondo interiore e dell'animo umano; la vita dell'uomo non è che la preparazione e l'avvento a quella vita spirituale. Innumerevoli sono le tappe dell'iniziazione. Veglia, dunque, discepolo della vita, crisalide di un angelo, opera per il tuo futuro sbocciare; la divina odissea altro infatti non è se non una serie di metamorfosi, via via sempre più eteree, nelle quali ogni forma deriva dalle precedenti ed è condizione di quelle che seguono. La vita divina è una serie di morti successive, nelle quali lo spirito si libera dalle sue imperfezioni e dai suoi simboli e si abbandona alla sempre crescente attrazione dell'incomparabile centro di gravitazione, del sole dell'intelletto e dell'amore.» Arniel non era che un hegeliano di grande intelligenza e di alto senso morale. Il giorno in cui scrisse queste ispirate parole, dimostrò di essere un profondo teosofo. Non si potrebbe infatti esprimere in modo più avvincente e luminoso l'essenza stessa della verità esoterica.
Intuizioni di questo genere bastano a dimostrare come oggi scienza e spirito si preparino, senza saperlo e senza volerlo, a ricostituire l'antica teosofia con strumenti più precisi e su basi più solide. Come dice Lamartine, l'Uomo è un tessitore che ordisce dal rovescio la trama del Tempo. Verrà il giorno in cui, passando al diritto del tessuto, egli contemplerà il quadro magnifico e grandioso che con le sue proprie mani ha ordito sul telaio dei secoli ma di cui, fino a quel momento, altro non ha visto se non il confuso groviglio dei fili sul rovescio. E in quel giorno, l'Uomo saluterà la Provvidenza che in lui si manifesta. Troveranno allora conferma le parole di uno scritto ermetico contemporaneo; e non le troveranno troppo audaci coloro che sono penetrati abbastanza a fondò nelle tradizioni occulte da intuirne la meravigliosa unità: «La dottrina esoterica non è solo una scienza, una filosofia, una morale, una religione. Essa è la scienza, la filosofia, la morale e la religione, di cui tutte le altre non sono che preparazione o degenerazione, espressione parziale o falsata, a seconda che verso di esse si dirigano o da esse si discostino».
Lungi da me l'illusione di avere dato una dimostrazione esauriente di questa scienza delle scienze. Per farlo, bisognerebbe avere a disposizione l'intero edificio delle scienze conosciute e sconosciute, ricostituite nel loro assetto gerarchico e riorganizzate nello spirito dell'esoterismo. Tutto ciò che mi auguro di avere dimostrato è che dalla dottrina dei Misteri scaturisce la nostra civiltà; che essa ha dato vita alle grandi religioni tanto ariane che semitiche; che ad essa il cristianesimo riconduce l'intero genere umano grazie alla sua riserva esoterica e che, fortunatamente, ad essa tende la scienza moderna in tutto il suo progredire; e, infine, che in essa debbono nuovamente incontrarsi come in un punto di ricongiungimento, e in essa trovare la propria sintesi.
Si può affermare che, ovunque si rinvenga un qualsiasi frammento della dottrina esoterica, là essa è virtualmente presente nella sua interezza. Ogni sua parte infatti presuppone o genera le altre. Tutti i grandi sapienti, tutti i veri profeti l'hanno posseduta; e sapienti e profeti futuri la possiederanno come quelli del passato. La luce potrà essere più o meno intensa, ma è sempre la stessa luce. La forma, i particolari, le applicazioni possono variare all'infinito; ma la sostanza, vale a dire i principi e la fine, non varieranno mai. In questo libro il lettore troverà una sorta di sviluppo graduale, di rivelazione diacronica della dottrina nelle sue varie parti, attraverso i grandi iniziati ciascuno dei quali rappresenta una delle grandi religioni che hanno contribuito a formare l'umanità quale essa oggi è e il cui susseguirsi ne traccia il pensiero evolutivo nel ciclo attuale, dall'antico Egitto e dai primordi dell'arianesimo. Vedremo dunque emergere questa dottrina non da un'esposizione astratta e scolastica bensì dalla fusione delle anime di questi grandi personaggi ispirati e dalla viva azione della storia. Di loro, Rama non lascia scorgere che l'ingresso del tempio. Krishna ed Ermete ne danno la chiave. Mosè, Orfeo e Pitagora ne mostrano l'interno. Gesù Cristo ne costituisce il tabernacolo. Questo libro è nato da una fede incondizionata nella verità superiore, eterna ed assoluta, senza la quale le verità parziali non sono che una chimera. Coloro i quali sono, come me, consapevoli che l'attuale momento storico, con le sue ricchezze materiali, altro non è, dal punto di vista dell'anima e delle sue immortali aspirazioni, se non uno squallido deserto, mi comprenderanno. L'ora è fra le più gravi e le conseguenze estreme dell'agnosticismo cominciano a farsi sentire: la società si sta disgregando. Per la nostra Francia come per l'Europa tutta, si pone il problema dell'essere o non essere. Si tratta di consolidare sulle loro basi indistruttibili le verità fondamentali e organiche, o di precipitare nel baratro del materialismo e dell'anarchia.
La Scienza e la Religione, queste custodi della civiltà, hanno entrambe perduto il loro dono supremo, la loro magia, quella di impartire un grandioso e valido ammaestramento. Dai templi dell'India e dell'Egitto sono usciti i più grandi sapienti della terra. I templi greci hanno forgiato eroi e poeti. Gli apostoli del Cristo sono stati martiri sublimi e ne hanno generati a migliaia. La Chiesa dell'Età di Mezzo, malgrado la sua teologia primitiva, ha creato santi e cavalieri poiché essa credeva e, occasionalmente, in essa vibrava lo spirito del Cristo. Oggi né la Chiesa, imprigionata nel suo dogma, né la Scienza, rinserrata nel suo materialismo, sanno più dar vita a uomini completi. Perduta è ormai l'arte di creare e plasmare le anime, né la ritroveremo se non quando Scienza e Religione, nuovamente fuse in un'unica forza vitale, si dedicheranno insieme e di comune accordo al bene e alla salvezza dell'umanità. E per far questo la Scienza non dovrà mutare il suo metodo ma solo dilatare i suoi confini; né il cristianesimo dovrà mutare la sua tradizione, ma solo comprenderne le origini, lo spirito e la portata.
Il tempo della rigenerazione intellettuale e della trasformazione sociale verrà, ne siamo certi. E già ne esistono sicuri presagi. Quanto la Scienza saprà, la Religione potrà, e l'Uomo agirà con rinnovato vigore. Tutte le arti, anche l'Arte di Vivere, non possono rinascere che da una loro intesa. Ma, nell'attesa, che fare in questa fine di secolo simile alla discesa verso una voragine, in un crepuscolo minaccioso quando, all'inizio, era apparsa un'ascesa verso le libere vette, in una radiosa aurora? La fede, ha detto un grande Dottore, è la forza dello spirito che si slancia in avanti, certo di trovare la verità. Questa fede non è la nemica della ragione, bensì la sua fiaccola; è la fede di Cristoforo Colombo e di Galileo, che cerca prove e controprove, provando e riprovando, ed è l'unica oggi possibile.
Per coloro che l'hanno irrimediabilmente perduta - e sono tanti, perché l'esempio è venuto dall'alto - il cammino è facile e già tracciato: seguire la corrente del giorno, subire il proprio secolo anziché lottare contro di esso, rassegnarsi al dubbio o alla negazione, consolarsi di tutte le miserie umane e dei futuri cataclismi con un sorriso sprezzante, rivestire il profondo nulla delle cose - al quale solamente si crede - con un velo splendente decorato col bel nome di ideale - pur giudicandolo solo un'utile chimera.
Quanto a noi, poveri figli smarriti; noi che crediamo che l'Ideale sia l'unica realtà e l'unica Verità in un mondo mutevole e transitorio; che crediamo alla ratifica e al compimento delle sue promesse nell'arco della storia dell'umanità come nella vita futura; noi che sappiamo come questa sanzione sia necessaria, come essa sia la ricompensa della fratellanza umana, al pari della ragione dell'universo e della logica di Dio - per noi che abbiamo questa convinzione, non c'è che un unico partito da prendere: proclamiamo questa Verità senza timore, a voce più alta possibile; gettiamoci per essa e con essa nell'arena dell'azione e, al disopra di questa mischia confusa cerchiamo, con la meditazione e l'iniziazione individuale, di penetrare nel Tempio delle Idee Immutabili, per armarci dei Principi Indistruttibili.
E ciò che ho tentato di fare in questo libro, mosso dalla speranza che altri mi seguiranno e lo faranno meglio di me.
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