Medici Senza Frontiere (MSF) esprime profonda preoccupazione su alcuni aspetti del "pacchetto sicurezza" approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.
22/05/2008
Roma, 21 maggio 2008 –
MSF, che fornisce assistenza sanitaria agli stranieri presenti in Italia dal 1999, è contraria alla proposta di un’estensione a 18 mesi (dagli attuali due) del tempo massimo di permanenza all’interno dei Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza (CPTA).
La critica di MSF si basa sulla sua esperienza nei CPTA tra il 2000 e il 2004, quando aveva pubblicato il "Rapporto sui Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza". In questo rapporto MSF denunciava le condizioni inaccettabili di questi centri, all’interno dei quali si verificavano abusi da parte delle forze dell’ordine, utilizzo incongruo di psicofarmaci, episodi di autolesionismo e, in generale, un’assoluta incapacità di garantire standard minimi di accoglienza. MSF teme che queste condizioni, con l’estensione a 18 mesi del periodo massimo di permanenza all’interno dei CPTA, non possano che peggiorare.
"Nonostante oggi siano presenti organismi di tutela all’interno dei CPTA", afferma Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia, "sulla scorta della nostra pluriennale esperienza, temiamo che un’estensione del periodo di permanenza a 18 mesi possa avere gravi conseguenze sulla salute dei migranti trattenuti nei centri. Chiediamo pertanto che a un’organizzazione indipendente come MSF venga garantito l’accesso ai CPTA per potere monitorare le condizioni dei migranti".
MSF ha recentemente pubblicato il rapporto "Una stagione all’inferno" sulle inaccettabili condizioni di vita e di lavoro degli stranieri impiegati come stagionali nell’agricoltura nel Sud Italia "Temiamo che l’introduzione del reato di immigrazione clandestina possa ulteriormente esacerbare la situazione di sfruttamento dei migranti irregolari impiegati come lavoratori stagionali", continua Loris De Filippi, "rendendoli ancora più vulnerabili di fronte a fenomeni di abuso e di sfruttamento, e ostacolando ulteriormente l’accesso alle cure, cui tutti gli stranieri, anche irregolarmente presenti, hanno diritto secondo quanto stabilito dalla legge Bossi-Fini".
http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/comunicati_stampa.asp?id=1709
22/05/2008
Roma, 21 maggio 2008 –
MSF, che fornisce assistenza sanitaria agli stranieri presenti in Italia dal 1999, è contraria alla proposta di un’estensione a 18 mesi (dagli attuali due) del tempo massimo di permanenza all’interno dei Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza (CPTA).
La critica di MSF si basa sulla sua esperienza nei CPTA tra il 2000 e il 2004, quando aveva pubblicato il "Rapporto sui Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza". In questo rapporto MSF denunciava le condizioni inaccettabili di questi centri, all’interno dei quali si verificavano abusi da parte delle forze dell’ordine, utilizzo incongruo di psicofarmaci, episodi di autolesionismo e, in generale, un’assoluta incapacità di garantire standard minimi di accoglienza. MSF teme che queste condizioni, con l’estensione a 18 mesi del periodo massimo di permanenza all’interno dei CPTA, non possano che peggiorare.
"Nonostante oggi siano presenti organismi di tutela all’interno dei CPTA", afferma Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia, "sulla scorta della nostra pluriennale esperienza, temiamo che un’estensione del periodo di permanenza a 18 mesi possa avere gravi conseguenze sulla salute dei migranti trattenuti nei centri. Chiediamo pertanto che a un’organizzazione indipendente come MSF venga garantito l’accesso ai CPTA per potere monitorare le condizioni dei migranti".
MSF ha recentemente pubblicato il rapporto "Una stagione all’inferno" sulle inaccettabili condizioni di vita e di lavoro degli stranieri impiegati come stagionali nell’agricoltura nel Sud Italia "Temiamo che l’introduzione del reato di immigrazione clandestina possa ulteriormente esacerbare la situazione di sfruttamento dei migranti irregolari impiegati come lavoratori stagionali", continua Loris De Filippi, "rendendoli ancora più vulnerabili di fronte a fenomeni di abuso e di sfruttamento, e ostacolando ulteriormente l’accesso alle cure, cui tutti gli stranieri, anche irregolarmente presenti, hanno diritto secondo quanto stabilito dalla legge Bossi-Fini".
http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/comunicati_stampa.asp?id=1709
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