Finché vi saranno i mattatoi vi saranno i campi di battaglia. Hermann Hess
Tre miliardi di persone soffrono in condizioni di estrema povertà e 13 milioni di uomini, ogni anno, muoiono di fame; altrettanti muoiono invece per le malattie causate da un eccessivo consumo di carne.
Si calcola che sulla terra ci siano 15 miliardi di capi di bestiame allevati dall’uomo. I paesi industrializzati impiegano ben 2/3 della loro produzione cerealicola per l’allevamento del bestiame e si accaparrano le terre migliori del terzo mondo per coltivare cereali destinati agli animali d’allevamento (36 dei 40 Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti dove il 90% del prodotto viene utilizzato per nutrire gli animali destinati al macello).
Se tutti i terreni coltivabili della terra venissero usati esclusivamente per produrre alimenti vegetali, si potrebbe sfamare una popolazione 5 volte superiore a quella attuale: verrebbe quindi risolto il problema della fame nel mondo.
Per ottenere 1 kg di carne occorrono 15 kg di cereali; il resto va in escrementi. Questi, vista la grande quantità, non possono essere riassorbiti immediatamente dal terreno e di conseguenza immettono ammoniaca e metano nell’atmosfera. L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti è riconosciuta come una delle maggiori cause delle piogge acide e il metano va ad aggiungersi a quei gas responsabili dell’effetto serra.
Per poter nutrire un così alto numero di animali da allevamento è necessaria una sovraproduzione di cereali e per far ciò vengono utilizzate grandi quantità di fertilizzanti (come l’azoto) e pesticidi . L’azoto finisce nei fiumi e nei mari, soffoca i pesci e facilita il formarsi delle alghe (quelle che ci ritroviamo sotto forma di mucillagine).
I pesticidi vengono ingeriti dagli animali allevati portando la loro carne a una concentrazione di residui che risulta essere 14 volte superiore a quella contenuta nei vegetali. Ogni anno viene bruciata una parte della foresta amazzonica per far posto a nuove coltivazioni e a nuovi allevamenti, la cui carne è destinata anche al mercato europeo (è grande ma finirà… e dopo cosa respiriamo?).
Senza la produzione di carne, solo 1/5 del terreno agricolo verrebbe utilizzato per le coltivazioni, lasciando rigenerare la terra (non avremmo quindi bisogno di utilizzare fertilizzanti chimici).
La prossima volta che andrete a mangiare un hamburger sentitevi pure nudi e crudi pezzi di carne, semplicemente sfruttati per produrre guadagni.
Continua al link: http://www.mediafire.com/?en9gcmjnnuj
Tre miliardi di persone soffrono in condizioni di estrema povertà e 13 milioni di uomini, ogni anno, muoiono di fame; altrettanti muoiono invece per le malattie causate da un eccessivo consumo di carne.
Si calcola che sulla terra ci siano 15 miliardi di capi di bestiame allevati dall’uomo. I paesi industrializzati impiegano ben 2/3 della loro produzione cerealicola per l’allevamento del bestiame e si accaparrano le terre migliori del terzo mondo per coltivare cereali destinati agli animali d’allevamento (36 dei 40 Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti dove il 90% del prodotto viene utilizzato per nutrire gli animali destinati al macello).
Se tutti i terreni coltivabili della terra venissero usati esclusivamente per produrre alimenti vegetali, si potrebbe sfamare una popolazione 5 volte superiore a quella attuale: verrebbe quindi risolto il problema della fame nel mondo.
Per ottenere 1 kg di carne occorrono 15 kg di cereali; il resto va in escrementi. Questi, vista la grande quantità, non possono essere riassorbiti immediatamente dal terreno e di conseguenza immettono ammoniaca e metano nell’atmosfera. L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti è riconosciuta come una delle maggiori cause delle piogge acide e il metano va ad aggiungersi a quei gas responsabili dell’effetto serra.
Per poter nutrire un così alto numero di animali da allevamento è necessaria una sovraproduzione di cereali e per far ciò vengono utilizzate grandi quantità di fertilizzanti (come l’azoto) e pesticidi . L’azoto finisce nei fiumi e nei mari, soffoca i pesci e facilita il formarsi delle alghe (quelle che ci ritroviamo sotto forma di mucillagine).
I pesticidi vengono ingeriti dagli animali allevati portando la loro carne a una concentrazione di residui che risulta essere 14 volte superiore a quella contenuta nei vegetali. Ogni anno viene bruciata una parte della foresta amazzonica per far posto a nuove coltivazioni e a nuovi allevamenti, la cui carne è destinata anche al mercato europeo (è grande ma finirà… e dopo cosa respiriamo?).
Senza la produzione di carne, solo 1/5 del terreno agricolo verrebbe utilizzato per le coltivazioni, lasciando rigenerare la terra (non avremmo quindi bisogno di utilizzare fertilizzanti chimici).
La prossima volta che andrete a mangiare un hamburger sentitevi pure nudi e crudi pezzi di carne, semplicemente sfruttati per produrre guadagni.
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