Vendere Malattia. Per le Case Farmaceutiche la persona sana è un malato che non sa di esserlo!
Roberto Satolli - Tempo Medico n. 799
Ormai il marketing delle case farmaceutiche mira soprattutto a chi sta bene: "Si possono fare molti soldi dicendo ai sani che sono malati", era il fulminante attacco di un articolo comparso nel 2002 sul British Medical Journal, in un fascicolo dedicato per intero all'invadenza della medicina.
Da quell'inizio ha preso il via una ricerca che ha condotto il giornalista scientifico australiano Ray Moynihan a verificare come le strategie di marketing delle maggiori compagnie farmaceutiche oggi prendano di mira soprattutto quelli che stanno bene. Selling sickness (Vendere malattia) è ora il titolo sia di un libro sia di un documentario filmato dello stesso autore.
Per realizzare il suo progetto Moynihan si è trasferito negli Stati Uniti, paese che da solo assorbe quasi il 50 per cento delle medicine prescritte nel mondo (il fatturato totale ammonta oggi a 500 miliardi di dollari), pur rappresentando solo il 5 per cento della popolazione del globo…
Curare i malati è un business troppo limitato perché l’industria farmaceutica possa accontentarsi. Per assicurare una continua crescita del mercato, è necessario ridefinire i confini tra salute e malattia e abbassare le soglie d’intervento, in modo da allargare il dominio su cui si esercita l'azione della medicina.
Questo è il primo passo. Perché il mercato potenziale si trasformi in fatturato occorre poi condurre grandi campagne di sensibilizzazione, supportate dai media, sulle malattie e sui fattori di rischio, con l'obiettivo di convincere i cittadini della necessità di curarsi anche se si sentono in buona salute…
Il libro analizza una decina dei casi tra i più clamorosi degli ultimi anni come esempi di medicalizzazione forzata della società: dalla depressione alla menopausa, dal deficit di attenzione nei bambini all'ipertensione, dall'osteoporosi alla sindrome dell'intestino irritabile.
Sono capitoli che individuano i passaggi essenziali con cui condizioni comuni e di scarsa rilevanza nella popolazione sono state trasformate in minacce per la salute pubblica.
Il pericolo non è solo la bancarotta finanziaria dei sistemi sanitari di tutto il mondo, col risultato di lasciare centinaia di milioni di persone senza copertura. Ancor più incombente è la prospettiva di una gigantesca iatrogenesi (malattia da farmaco), difficile da misurare, ma tale da trasformare intere generazioni in malati cronici dalla culla alla tomba…
Indirizzo: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2005/10/22/vendere_malattia_per_le_case_farmaceutiche_la_persona_sana_e_un_malato_che_non_sa_di_esserlo.htm
Roberto Satolli - Tempo Medico n. 799
Ormai il marketing delle case farmaceutiche mira soprattutto a chi sta bene: "Si possono fare molti soldi dicendo ai sani che sono malati", era il fulminante attacco di un articolo comparso nel 2002 sul British Medical Journal, in un fascicolo dedicato per intero all'invadenza della medicina.
Da quell'inizio ha preso il via una ricerca che ha condotto il giornalista scientifico australiano Ray Moynihan a verificare come le strategie di marketing delle maggiori compagnie farmaceutiche oggi prendano di mira soprattutto quelli che stanno bene. Selling sickness (Vendere malattia) è ora il titolo sia di un libro sia di un documentario filmato dello stesso autore.
Per realizzare il suo progetto Moynihan si è trasferito negli Stati Uniti, paese che da solo assorbe quasi il 50 per cento delle medicine prescritte nel mondo (il fatturato totale ammonta oggi a 500 miliardi di dollari), pur rappresentando solo il 5 per cento della popolazione del globo…
Curare i malati è un business troppo limitato perché l’industria farmaceutica possa accontentarsi. Per assicurare una continua crescita del mercato, è necessario ridefinire i confini tra salute e malattia e abbassare le soglie d’intervento, in modo da allargare il dominio su cui si esercita l'azione della medicina.
Questo è il primo passo. Perché il mercato potenziale si trasformi in fatturato occorre poi condurre grandi campagne di sensibilizzazione, supportate dai media, sulle malattie e sui fattori di rischio, con l'obiettivo di convincere i cittadini della necessità di curarsi anche se si sentono in buona salute…
Il libro analizza una decina dei casi tra i più clamorosi degli ultimi anni come esempi di medicalizzazione forzata della società: dalla depressione alla menopausa, dal deficit di attenzione nei bambini all'ipertensione, dall'osteoporosi alla sindrome dell'intestino irritabile.
Sono capitoli che individuano i passaggi essenziali con cui condizioni comuni e di scarsa rilevanza nella popolazione sono state trasformate in minacce per la salute pubblica.
Il pericolo non è solo la bancarotta finanziaria dei sistemi sanitari di tutto il mondo, col risultato di lasciare centinaia di milioni di persone senza copertura. Ancor più incombente è la prospettiva di una gigantesca iatrogenesi (malattia da farmaco), difficile da misurare, ma tale da trasformare intere generazioni in malati cronici dalla culla alla tomba…
Indirizzo: http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2005/10/22/vendere_malattia_per_le_case_farmaceutiche_la_persona_sana_e_un_malato_che_non_sa_di_esserlo.htm
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