La musica al posto del medico
UNA RICERCA SCIENTIFICA IN GRAN BRETAGNA
VITTORIO SABADIN
CORRISPONDENTE DA LONDRA
C’è un’antica e dimenticata medicina che i dottori dovrebbero prescrivere
ai pazienti quando compilano la ricetta: cantare due volte al giorno,
magari dopo i pasti. Il canto ha proprietà terapeutiche straordinarie,
non solo perché, come scriveva De Cervantes, spaventa le malattie e le
fa fuggire, ma anche in quanto contribuisce ad aumentare l’autostima,
il benessere e la felicità.
In Gran Bretagna ci sono 25 mila
cori organizzati nelle chiese, nei quartieri e nelle cittadine di
provincia: numerosi scienziati hanno cominciato a studiare per quale
ragione a così tanta gente piace cantare e perché sembra così felice
mentre lo fa. La conclusione è che non solo il canto favorisce
l’aggregazione sociale ma fa bene al cuore, alla respirazione,
all’apparato muscolare superiore, alla circolazione sanguigna e alla
mente. Pazienti vittime di infarti o di disturbi cardiaci hanno
confermato che cantare li ha aiutati nel recupero dalla malattia e
cliniche psichiatriche hanno scoperto che fare parte di un coro aiuta
in molti casi i ricoverati più dell’analisi junghiana.
«E’ una sensazione indescrivibile - dice al Guardian l’insegnante di canto
Helen Astrid - si mette in moto una carica di endorfine, ci si sente
rigenerati e in pace con se stessi. E’ un po’ come fare l’amore: si
usano tutti i muscoli del corpo, ogni parte di te è coinvolta». In
dicembre la Christ Church University di Canterbury organizzerà una
conferenza per esplorare il ruolo della musica e del canto nella salute
e nel benessere delle persone, e vuole arrivare a sensibilizzare lo
stesso servizio sanitario nazionale per convincere i medici ad adottare
il canto come terapia riconosciuta.
Il team del professor Greville Hancox ha già svolto una accurata ricerca
su 12 mila persone che hanno confermato i benefici di una regolare attività in un coro.
Cantare è un esercizio aerobico che, esattamente come una seduta in
palestra, migliora l’efficienza del sistema cardiovascolare
incoraggiando l’organismo ad assumere maggiori quantità di ossigeno.
Ogni esercizio aerobico riduce lo stress, aumenta la longevità e
produce una sensazione di benessere, ma cantare ha anche il vantaggio
di favorire la ventilazione dell’apparato respiratorio, cosa che crea
un ambiente più ostile ai batteri che vi si insediano. Erano i do di
petto, più che la sciarpa, a tenere lontano Pavarotti dai raffreddori.
Il canto obbliga anche a un maggiore controllo della coordinazione,
migliorando le funzioni neuronali e ha così tante ricadute positive
sull’organismo che secondo il professor Hancox il sistema sanitario
nazionale se ne potrebbe giovare riducendo le spese. «E’ opinione
comune - osserva - che la percezione di se stessi ha una conseguenza
sulla propria salute. La gente felice tende ad ammalarsi di meno. In
ogni caso, i benefici del canto non sono una scoperta recente: i monaci
dei conventi già lo usavano come una medicina nelle loro infermerie, e
funzionava».
In molte società primitive - come quelle del
Nord America, della Siberia o della Mongoli - il canto armonico era
usato nelle pratiche di guarigione: cantare insieme era il più
significativo momento di aggregazione sociale. Colette Hiller,
direttrice di «Sing The Nation», che ha organizzato cori in ogni angolo
dell’Inghilterra per celebrare la consegna della bandiera olimpica,
osserva che «cantare con altre persone aiuta gli individui a
connettersi fra di loro e con l’ambiente. Basta pensare ai cori negli
stadi di football: servono ad avvicinare la gente e a sostenerla nei
progetti».
Molte persone ritengono di essere stonate o
incapaci di collegare fra di loro due note, ma tutti gli insegnanti
assicurano che si tratta di un semplice blocco psicologico che può
essere facilmente rimosso.
Anche nelle serate di karaoke a volte ci vuole qualche sforzo
per convincere gli amici a cominciare, ma
poi il problema diventa sempre come riuscire a farli smettere. «Cantare
è l’attività più naturale del mondo - conferma Hancox - basterebbe
farlo una volta al mese per avere una grande differenza nella nostra
percezione di benessere. È un peccato che lo si faccia così poco, meno
di anni fa quando era abituale ritrovarsi al pub attorno al
pianoforte».
Il governo inglese ha stanziato 52 milioni di
euro per fare in modo che ogni scolaro delle elementari canti
regolarmente. Ma i bambini non hanno bisogno d’incoraggiamenti e sono
felici di farlo. Il problema sono gli adulti, che invece se ne
vergognano. Salvo quando sono soli in auto e possono mettere a tutto
volume la canzone preferita, cantandola a squarciagola. Il loro canto
solitario non finirà nelle statistiche degli scienziati, ma fa bene lo
stesso.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID
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