Saperi negati

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Saperi negati

Raccolta di Saperi e Pensieri negati (ai più) dall'inconsapevolezza (altrui e propria) e da altre Cause.

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    Stare in ascolto del silenzio

    nelda
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    Messaggio Da nelda Sab 06 Set 2008, 00:28

    Stare in ascolto del silenzio

    Il silenzio non è il luogo della passività o dell’isolamento, ma lo spazio
    originario dove ridare voce all’essenziale, alla dimensione più vera di noi
    stessi, al senso complessivo del vivere.


    "Dopo aver camminato a lungo per le vie, in mezzo alla
    gente, alle cose e ai segnali, ho voglia di isolarmi dal rumore: cerco un luogo
    tranquillo per riposare, rilassarmi, pensare; per non pensare a niente,
    svuotarmi i sensi e la testa; per concentrarmi, smettere di sentire, cominciare
    ad ascoltare... Questa condizione di silenzio e di solitudine mi permette di
    ritrovare una percezione di me e del mondo che mi sta attorno, precisamente un
    ascolto. Il silenzio che mi sono procurato, isolandomi dai rumori normali, mi
    permette di ascoltare... Mi accorgo che in questo rilassarmi ho lasciato essere
    una dimensione di apertura della mia esperienza che di solito è messa a
    tacere".


    Questa penetrante riflessione, tratta da L’esercizio del
    silenzio
    di Pier Aldo Rovatti, ci suggerisce la dimensione feconda del
    silenzio, inteso come spazio privilegiato per dare voce a ciò che, in un mondo
    che ci appare sempre più imprevedibile, disorientante, quando non ostile,
    teniamo segregato in quella gabbia d’acciaio che è diventata la nostra anima,
    in modo da poterci omologare ai linguaggi e ai vissuti dei più.


    E questo perché l’omologazione esistenziale ci offre una
    sorta di rassicurante rifugio contro la fatica del vivere e, soprattutto, non
    mette alla prova il nostro coraggio, la nostra libera volontà di progettare
    percorsi alternativi a quelli efficientistici e produttivistici che connotano
    in modo radicale questo nostro stare al mondo.


    Ascoltare il silenzio, di contro, mette in gioco la nostra
    “realtà totale” di uomini e ci permette di guadagnare alcune feconde dimensioni
    dell’esistenza, che qui ci limitiamo ad elencare:

    - Il silenzio come distanza dalla parola consueta;
    - il silenzio come farmaco contro l’iperattivismo dell’ uomo-vetrina;
    - il silenzio come primato della “persona” sul “ personaggio”;
    - il silenzio come scelta contro la decisione;
    - Il silenzio come via privilegiata al dubbio metodologico e non esistenziale.



    Fabio Gabrielli

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