Per le rivoluzioni c'è tempo
Le grandi innovazioni in campo medico, promesse ogni giorno dagli
articoli, impiegherebbero anche 50 anni per essere portate nella
pratica. Uno studio su Science
5 Settembre 08
Ogni settimana vengono pubblicati articoli scientifici che presentano
piccoli o grandi avanzamenti in campo medico-chirurgico. Alcuni vantano
promettenti, se non rivoluzionarie, applicazioni future. Ma quanto
tempo è necessario affinché le scoperte trovino effettivo impiego? In
media si devono attendere 15 anni. Questa la risposta di uno studio,
pubblicato su Science, condotto da medici americani (Tufts University
School of Medicine e George Washington University School of Medicine) e
greci (University of Ioannina School of Medicine e Ioannina Biomedical
Research Institute).
I ricercatori, utilizzando il database Web of Science (archivio
ufficiale delle pubblicazioni scientificamente riconosciute), hanno
preso in considerazione 49 innovazioni del campo medico uscite tra il
1990 e il 2004 su riviste indicizzate, con più di mille citazioni. Gli
scienziati hanno, quindi, misurato il tempo trascorso dalla prima
comunicazione ufficiale della scoperta (preparazione, isolamento o
sintesi di un principio farmacologico) alla prima pubblicazione
riguardante l’applicazione pratica.
I risultati non sono incoraggianti: il lasso di tempo varia da 14 a 44
anni, con una mediana (cioè il valore che “taglia” in due la
distribuzione) di 24 anni e una media – come è stato anticipato – di 15
Se la scoperta è stata confutata da un’altra pubblicazione, poi, il
tempo si dilata fino anche a 50 anni. È il caso degli studi su
flavonoidi, vitamina E ed estrogeni, i cui benefici erano stati
descritti almeno quattro decenni prima dell’inizio del loro utilizzo in
campo farmacologico negli anni Novanta. Ma il dato più sconcertante è
che, se si considera l’applicazione finale sugli esseri umani (dunque
non solo l’applicazione pratica su cavie da laboratorio), il tempo può
arrivare 221 anni.
Gli autori suggeriscono di non affrettarsi a pubblicare risultati di
ricerche di base sbandierando future applicazioni sui malati. Non
prima, almeno, di aver ripetuto ampiamente gli esperimenti con tecniche
standardizzate. Altrimenti la scienza rischia di perdere di credibilità
per quelle promesse mai mantenute. (i.n.)
http://www.galileonet.it/news/10470/per-le-rivoluzioni-ce-tempo
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