Saperi negati

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Raccolta di Saperi e Pensieri negati (ai più) dall'inconsapevolezza (altrui e propria) e da altre Cause.

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    Il canto tantrico del fremito di Kallata.

    nelda
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    Messaggio Da nelda Dom 14 Set 2008, 03:29

    13 SPANDAKåRIKå

    Il canto tantrico del fremito di Kallata

    Traduzione di Daniel Odier

    La venerata Shankari (Shakti), sorgente dell'energia, apre gli occhi e
    l'universo si riassorbe in pura coscienza, chiude gli occhi e l'universo si
    manifesta in lei.
    Il fremito, luogo della creazione e del ritorno, è privo d'ogni limite
    poiché la sua natura è priva di forma.
    Anche in seno alla dualità il tantrika s'immerge nella sorgente non duale
    poiché la pura soggettività dimora sempre celata nella sua propria natura.
    Tutti i concetti relativi legati all'ego ritrovano la loro sorgente
    pacificata profondamente nascosta sotto i differenti stati.
    In senso assoluto, piacere e sofferenza, soggetto e oggetto,
    non sono nient'altro che lo spazio e la coscienza profonda.
    Cogliere questa verità fondamentale, significa vedere ovunque la libertà
    assoluta.
    Così anche il movimento dei sensi dimora in questa libertà
    fondamentale e si manifesta a partire da essa. Allora, colui che ritrova
    questo fremito essenziale della coscienza sfugge all'offuscamento del
    desiderio limitato.
    Così liberato della molteplicità degli impulsi legati all'ego, egli fa
    l'esperienza dello stato supremo. Egli realizza infine che la qualità
    fondamentale del tantrika è la libertà d'essere attraverso la quale il
    desiderio ritrova la sua universalità.
    Questo tantrika colmo di stupore, che ritorna sempre alla sua natura
    fondamentale in quanto sorgente d'ogni manifestazione, come potrebbe
    essere soggetto alla trasmigrazione?
    Se il vuoto potesse essere un oggetto di contemplazione, dove
    si troverebbe la coscienza che lo afferra?
    Considera dunque la contemplazione della vacuità come un artificio di
    una natura analoga a quella di una profonda assenza al mondo.
    Colui che agisce e l'azione sono uniti ma quando l'azione si dissolve a
    causa dell'abbandono del frutto dell'atto, la dinamica stessa legata all'ego
    si esaurisce ed il tantrika che è assorto in questa contemplazione profonda
    scopre il fremito liberato dal legame all'ego.
    Allora la natura profonda dell'azione è rivelata e colui che ha interiorizzato
    il movimento del desiderio non conosce più la dissoluzione.
    Egli non può cessare di esistere poiché è tornato alla sorgente profonda.
    Il tantrika risvegliato realizza questo fremito continuo durante i tre stati
    (veglia, sogno e sonno profondo).
    Shiva è quindi in unione amorosa con Shakti in veste di conoscenza
    e del suo oggetto quando ovunque altrove egli si manifesta come
    pura coscienza.
    Tutta la gamma sonora dei diversi tipi di fremito trova la sua sorgente
    nel fremito universale della coscienza e raggiunge così l'essere.
    Come potrebbe, un tale fremito, limitare il tantrika ?
    Eppure questo stesso fremito provoca lo smarrimento degli esseri umani
    soggetti a vedute limitate poiché, con l'intuizione non connessa alla
    sorgente profonda, si gettano nel vortice della trasmigrazione.
    Colui che tende con ardore al fremito profondo tocca la sua vera natura
    anche in seno all'attività. Il fremito profondo può essere raggiunto nelle
    condizioni estreme: la collera, la gioia intensa, il vagabondaggio mentale
    o l'impulso di sopravvivenza.
    Quando il tantrika si affida a Shiva/Shakti, il sole e la luna sorgono
    nel canale centrale. A questo punto, quando nel cielo il sole e
    la luna scompaiono, l'illuminato rimane lucido mentre l'essere umano
    ordinario sprofonda nell'incoscienza.
    I mantra, quando sono carichi della potenza del fremito, accompiono la loro
    funzione attraverso i sensi dell'illuminato. Essi si uniscono allo spirito
    del tantrika che penetra la natura di Shiva/Shakti.
    Ogni cosa emerge dall'essenza individuale del tantrika che si riconosce
    in Shiva/Shakti, tutto ciò di cui gioisce è Shiva/Shakti.
    Così non esiste condizione che possa essere nominata che non sia Shiva/Shakti.
    Sempre presente alla realtà che egli percepisce come la manifestazione della
    sua propria natura, il tantrika è liberato in seno alla vita stessa.
    Grazie all'intensità del desiderio senza oggetto, la contemplazione
    emerge nel cuore del tantrika unito al fremito profondo.
    Ciò rappresenta il raggiungimento del nettare supremo, l'immortalità
    del samadhi che rivela al tantrika la sua propria natura.
    L'ardore per Shiva/Shakti che rende manifesto l'universo permette al
    tantrika di essere appagato. Durante il sogno, il sole e la luna si
    manifestano nel suo cuore e tutti i suoi desideri sono esauditi.
    Ma il tantrika che non è presente sarà ingannato dal gioco della
    manifestazione e conoscerà la condizione illusoria dell'aspirante durante
    il sonno e la veglia.
    Così come un oggetto che sfugge all'attenzione è percepito più
    chiaramente quando si fa lo sforzo di afferrarlo meglio, così il fremito
    supremo appare al tantrika quando tende verso di esso con ardore.
    In questo modo tutto si accorda all'essenza della sua vera natura.
    Anche in stato di estrema debolezza, un tantrika simile raggiunge la realizzazione.
    Anche affamato, egli trova il suo cibo. Con il riconoscimento del cuore
    come solo sostegno, il tantrika è onnisciente e in armonia con il mondo.
    Quando ilcorpo/mente è devastato dallo scoraggiamento causato dall'ignoranza,
    soltanto l'espansione della coscienza al di là di ogni limite può dissipare
    una stanchezza di cui la sorgente sarà allora scomparsa.
    La rivelazione del Sé sorge in colui che non è altro che desiderio assoluto.
    Che ognuno ne faccia l'esperienza! Invece la luce, il suono, la forma e il gusto
    diventano un ostacolo per colui che è ancora legato all'ego.
    Quando il tantrika penetra ogni cosa con il suo desiderio assoluto a che
    servono le parole? Ne fa lui stesso l'esperienza. Che il tantrika rimanga
    presente, con i sensi sparsi nella realtà con vigilanza e conosca la
    stabilità. Colui che è privato del suo potere dalle forze oscure
    dell'attività limitata, diventa il giocattolo dell'energia dei suoni.
    Preso nel campo delle energie sottili e delle rappresentazioni mentali, la
    suprema ambrosia si dissolve e l'essere dimentica la sua libertà innata.
    Il potere della è sempre pronto a offuscare la natura profonda del Sé poiché
    nessuna rappresentazione mentale può liberarsi del linguaggio.
    L'energia del fremito che attraversa il volgare praticante lo rende schiavo
    mentre questa stessa energia libera colui che è sulla Via. Anche il corpo
    sottile è un intralcio legato all'intelligenza limitata e all'ego.
    L'essere umano assoggettato fa le esperienze che sono legate alle sue
    convinzioni e all'idea che si fa del suo corpo e attraverso tutto ciò egli perpetua
    il legame. Ma quando il tantrika si stabilisce nel fremito della realtà, libera
    il flusso della manifestazione e del ritorno e gode così della libertà
    universale in qualità di padrone della ruota delle energie.
    Io venero la parola spontanea, fremente e meraviglosa del mio maestro che mi
    ha fatto attraversare l'Oceano del dubbio.
    Che questo gioiello di conoscenza conduca tutti gli esseri, come Vasugupta
    li condusse, a toccare la vera natura della realtà e che essi lo conservino
    nel più profondo del loro cuore.

    *Daniel Odier e Editions du Reli*

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