Ogm, dall´Ue ancora segnali (e decisioni) preoccupanti
di Lucia Venturi - 31/10/2008
Fonte:greenreport
Espulsi dalla porta principale, rientrano dalla
finestra gli organismi geneticamente modificati. In Europa nessuno li vuole, i
cittadini non si fidano, nonostante i tentativi (ripetuti) di portarli ad
esempio ora come unico modo per sconfiggere il drammatico problema della fame
nel mondo, ora come miglior sistema per diminuire l’uso dei fertilizzanti
chimici usati in agricoltura e quindi per una maggior rispetto dell’ambiente,
sino addirittura a vederne una efficace misura preventiva nei confronti del
tumore, come nel caso del pomodoro con i geni modificati per produrre
antiossidanti.
Ieri la Commissione europea, dopo che gli Stati membri non
erano riusciti a decidere, né a favore né contro l´approvazione, a maggioranza
qualificata, ha adottato essa stessa la decisione che autorizza il cotone Ogm
della Bayer (LL25) ad essere importato, trasformato, commercializzato anche ad
uso alimentare.
«Attraverso il meccanismo ipocrita della mancata
maggioranza qualificata - ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile
agricoltura di Legambiente – la Commissione europea continua a promuovere gli
organismi transgenici costringendo milioni di persone contrarie all’uso e alla
diffusione di questi alimenti a ritrovarsele nel piatto». Non solo, aggiunge
Legambiente, «tutto ciò con il beneplacito dell’Efsa, l’organo ufficialmente
delegato a tutelare la sicurezza alimentare degli europei che, nei fatti, ha
sempre e solo sostenuto le richieste delle multinazionali del biotech senza aver
mai trovato un motivo di perplessità su queste autorizzazioni».
I prodotti tratti dal cotone Ogm potranno quindi essere usati nei mangimi per
animali e per qualunque altro uso, anche alimentare previsto per il cotone
convenzionale, ma dovranno riportare chiaramente in etichetta l´indicazione Ogm.
L´autorizzazione non prevede, invece, la coltivazione di questo cotone
transgenico sul suolo dei paesi dell’unione europea. Hanno votato a favore,
durante una riunione del Consiglio Agricoltura, 13 Stati membri: Belgio,
Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Germania, Olanda, Portogallo,
Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna; contrari 12 Stati membri:
Danimarca, Grecia, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Lituania, Ungheria,
Austria, Malta, Polonia, Slovenia; due Stati membri si sono astenuti: Irlanda e
Lettonia. Non ottenendo la maggioranza qualificata la Commissione ha adottato
quindi da sola la decisione.
Ricapitolando, i cittadini europei, come è
emerso da svariati sondaggi, sono in ampia maggioranza contrari all’uso di ogm.
E lo sono anche le associazioni degli agricoltori e gli operatori
dell’agricoltura tradizionale e biologica. C’è un organismo, l’Efsa, che
dovrebbe tutelare la sicurezza alimentare degli europei e che nei fatti
garantisce più le richieste del mondo biotech. Ma di fronte ad una quasi parità
di posizioni da parte degli Stati, la Commissione si schiera a favore.
Ma allora verrebbe da chiedersi a cosa servono i sondaggi e gli
organismi di tutela se poi si opta per la scelta che sembra scontentare la
maggior parte dei cittadini? Domande forse ingenue, ma che sorgono spontanee di
fronte a queste notizie.
Certo rimane sempre l’arma da parte del
cittadino della scelta di non acquistare i prodotti in commercio che contengono
ogm e che devono essere segnalati in etichetta. Ma che è comunque un’arma
spuntata, e che riguarderebbe una minima parte della popolazione.
Da un’indagine presentata ieri dalla Fondazione Diritti Genetici risulta che il
timore per i rischi sulla salute è tra le principali ragioni della contrarietà
agli Ogm espressa dal 78% degli intervistati, ma che solo il 36% dei cittadini
intervistati dall’istituto di ricerche Demopolis, dichiara che nell´acquisto dei
prodotti agro-alimentari si orienta “anche” sulla base delle informazioni
contenute nelle etichette.
di Lucia Venturi - 31/10/2008
Fonte:greenreport
Espulsi dalla porta principale, rientrano dalla
finestra gli organismi geneticamente modificati. In Europa nessuno li vuole, i
cittadini non si fidano, nonostante i tentativi (ripetuti) di portarli ad
esempio ora come unico modo per sconfiggere il drammatico problema della fame
nel mondo, ora come miglior sistema per diminuire l’uso dei fertilizzanti
chimici usati in agricoltura e quindi per una maggior rispetto dell’ambiente,
sino addirittura a vederne una efficace misura preventiva nei confronti del
tumore, come nel caso del pomodoro con i geni modificati per produrre
antiossidanti.
Ieri la Commissione europea, dopo che gli Stati membri non
erano riusciti a decidere, né a favore né contro l´approvazione, a maggioranza
qualificata, ha adottato essa stessa la decisione che autorizza il cotone Ogm
della Bayer (LL25) ad essere importato, trasformato, commercializzato anche ad
uso alimentare.
«Attraverso il meccanismo ipocrita della mancata
maggioranza qualificata - ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile
agricoltura di Legambiente – la Commissione europea continua a promuovere gli
organismi transgenici costringendo milioni di persone contrarie all’uso e alla
diffusione di questi alimenti a ritrovarsele nel piatto». Non solo, aggiunge
Legambiente, «tutto ciò con il beneplacito dell’Efsa, l’organo ufficialmente
delegato a tutelare la sicurezza alimentare degli europei che, nei fatti, ha
sempre e solo sostenuto le richieste delle multinazionali del biotech senza aver
mai trovato un motivo di perplessità su queste autorizzazioni».
I prodotti tratti dal cotone Ogm potranno quindi essere usati nei mangimi per
animali e per qualunque altro uso, anche alimentare previsto per il cotone
convenzionale, ma dovranno riportare chiaramente in etichetta l´indicazione Ogm.
L´autorizzazione non prevede, invece, la coltivazione di questo cotone
transgenico sul suolo dei paesi dell’unione europea. Hanno votato a favore,
durante una riunione del Consiglio Agricoltura, 13 Stati membri: Belgio,
Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Germania, Olanda, Portogallo,
Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna; contrari 12 Stati membri:
Danimarca, Grecia, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Lituania, Ungheria,
Austria, Malta, Polonia, Slovenia; due Stati membri si sono astenuti: Irlanda e
Lettonia. Non ottenendo la maggioranza qualificata la Commissione ha adottato
quindi da sola la decisione.
Ricapitolando, i cittadini europei, come è
emerso da svariati sondaggi, sono in ampia maggioranza contrari all’uso di ogm.
E lo sono anche le associazioni degli agricoltori e gli operatori
dell’agricoltura tradizionale e biologica. C’è un organismo, l’Efsa, che
dovrebbe tutelare la sicurezza alimentare degli europei e che nei fatti
garantisce più le richieste del mondo biotech. Ma di fronte ad una quasi parità
di posizioni da parte degli Stati, la Commissione si schiera a favore.
Ma allora verrebbe da chiedersi a cosa servono i sondaggi e gli
organismi di tutela se poi si opta per la scelta che sembra scontentare la
maggior parte dei cittadini? Domande forse ingenue, ma che sorgono spontanee di
fronte a queste notizie.
Certo rimane sempre l’arma da parte del
cittadino della scelta di non acquistare i prodotti in commercio che contengono
ogm e che devono essere segnalati in etichetta. Ma che è comunque un’arma
spuntata, e che riguarderebbe una minima parte della popolazione.
Da un’indagine presentata ieri dalla Fondazione Diritti Genetici risulta che il
timore per i rischi sulla salute è tra le principali ragioni della contrarietà
agli Ogm espressa dal 78% degli intervistati, ma che solo il 36% dei cittadini
intervistati dall’istituto di ricerche Demopolis, dichiara che nell´acquisto dei
prodotti agro-alimentari si orienta “anche” sulla base delle informazioni
contenute nelle etichette.
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