Io c'ero, abito proprio dietro la Diaz ed ho visto tutto,
verso il tramonto in piccoli gruppi, i ragazzi erano arrivati alla
scuola stanchi, ammaccati ed anche feriti negli
scontri "programmati dalle forze dell'ordine" del pomeriggio,
nel silenzio della notte sono arrivati due pulmini che si sono
fermati ad una ventina di mt dalla scuola, i poliziotti
tutti vestiti di nero, con caschi neri integrali che li rendevano
irriconoscibili e con i manganelli, si sono diretti alla scuola da cui non
proveniva alcun rumore ed hanno scatenato il finimondo,
la scuola si trova in una strada a senso unico perciò le ambulanze,
chiamate da noi cittadini, immaginando che si stava
consumando un macello dalle grida ed i colpi che provenivano dalla scuola,
non riuscivano a raggiungere il luogo dello scontro ed i feriti sono stati
trasportati alle ambulanze sulle barelle ed a piedi, quelli che potevano
camminare, uno spettacolo penoso ed allucinante,
un elicottero ha girato sul ns quartiere tutta la notte illuminandolo a
giorno col faro, roba da america latina...premeditata
perché i poliziotti di Roma che avevano mandato per rinforzo
alle forze locali avevano come parola d'ordine
"MEGLIO UN CATTIVO PROCESSO CHE UN BEL FUNERALE" ,
sentito con le mie orecchie,
i comandanti sono stati tutti promossi a gradi più alti già prima
dell'inizio dei processi ed ecco la sentenza ...
una vera vergogna,
ormai dove ti giri e rigiri vedi che ci siamo immersi
fino al collo nella MM (bloody shit).
Nelda
"Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso"
( Nelson Mandela)
GENOVA 2001. NOI C’ERAVAMO
http://lanuovaenergia.blogspot.com/
Noi c’eravamo e abbiamo visto.
Abbiamo visto la violenza inaudita di quelle
giornate, la caccia indiscriminata a persone inermi, l’assoluto arbitrio nel
gestire l’ordine pubblico. Siamo stati poi costretti a registrare con sconcerto
la decisione della magistratura che ha deciso di non procedere nell'accertamento
delle responsabilità delle forze dell'ordine per le gravi violenze subite dai
manifestanti che parteciparono al grande corteo dei 200 mila del 21 luglio
2001.
Bolzaneto, la scuola Diaz. Assieme ad altri nomi, come Alimonda, Manin,
Tolemaide, rimarranno tra le pagine oscure di questo paese. Abbiamo aspettato
sette anni per vedere scritto nero su bianco quello che abbiamo visto e a cui
abbiamo assistito, per guardare finalmente in faccia i responsabili di quello
scempio.
La sentenza dello scorso 13 novembre sul processo Diaz è un
ulteriore insulto alla nostra richiesta di giustizia e trasparenza, alla fiducia
che ancora avevamo che la verità potesse finalmente essere sancita.
Per la “macelleria messicana”, così definita dall’allora vicequestore aggiunto della
Questura di Roma Michelangelo Fournier, i responsabili si trovano solamente tra
la manovalanza di Canterini, allora comandante del I Reparto Mobile di
Roma.
Nessun vertice della Polizia è stato incriminato: né Francesco
Gratteri, promosso a direttore del dipartimento Anticrimine, già a capo dello
Sco; né Gilberto Caldarozzi, promosso a capo del Servizio centrale operativo; né
Giovanni Luperi, promosso al vertice del servizio segreto civile, già
vicedirettore dell’Ucigos; né Spartaco Mortola, già dirigente della Digos, ora
promosso vicequestore aggiunto a Torino.
Tutti assolti.
Mentre l'allora capo della Polizia, Gianni De Gennaro, responsabile della piazza
durante il G8 di Genova, e' diventato addirittura direttore del Dipartimento
delle Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Rimangono i verbali falsificati, gli arresti ingiustificati, le
molotov introdotte illegalmente nella scuola per giustificare l’assalto, la loro
sparizione dall’ufficio della Questura di Genova dove erano in custodia come
corpo del reato, a fare da sfondo ad un’ulteriore brutta pagina della democrazia
italiana.
Noi c’eravamo e per questo auspichiamo un sussulto democratico. Una
reazione pubblica, pacifica e nonviolenta per dimostrare che in questo paese
esiste ancora un tessuto democratico, e che la convivenza civile si deve basare
sul principio di responsabilità, sul riconoscimento dei diritti di tutti e su
una giustizia che sappia tutelare le vittime e applicare il principio che la
legge è uguale per tutti.
per aderire all'appello:
www.noiceravamo@gmail.com
verso il tramonto in piccoli gruppi, i ragazzi erano arrivati alla
scuola stanchi, ammaccati ed anche feriti negli
scontri "programmati dalle forze dell'ordine" del pomeriggio,
nel silenzio della notte sono arrivati due pulmini che si sono
fermati ad una ventina di mt dalla scuola, i poliziotti
tutti vestiti di nero, con caschi neri integrali che li rendevano
irriconoscibili e con i manganelli, si sono diretti alla scuola da cui non
proveniva alcun rumore ed hanno scatenato il finimondo,
la scuola si trova in una strada a senso unico perciò le ambulanze,
chiamate da noi cittadini, immaginando che si stava
consumando un macello dalle grida ed i colpi che provenivano dalla scuola,
non riuscivano a raggiungere il luogo dello scontro ed i feriti sono stati
trasportati alle ambulanze sulle barelle ed a piedi, quelli che potevano
camminare, uno spettacolo penoso ed allucinante,
un elicottero ha girato sul ns quartiere tutta la notte illuminandolo a
giorno col faro, roba da america latina...premeditata
perché i poliziotti di Roma che avevano mandato per rinforzo
alle forze locali avevano come parola d'ordine
"MEGLIO UN CATTIVO PROCESSO CHE UN BEL FUNERALE" ,
sentito con le mie orecchie,
i comandanti sono stati tutti promossi a gradi più alti già prima
dell'inizio dei processi ed ecco la sentenza ...
una vera vergogna,
ormai dove ti giri e rigiri vedi che ci siamo immersi
fino al collo nella MM (bloody shit).
Nelda
"Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso"
( Nelson Mandela)
GENOVA 2001. NOI C’ERAVAMO
http://lanuovaenergia.blogspot.com/
Noi c’eravamo e abbiamo visto.
Abbiamo visto la violenza inaudita di quelle
giornate, la caccia indiscriminata a persone inermi, l’assoluto arbitrio nel
gestire l’ordine pubblico. Siamo stati poi costretti a registrare con sconcerto
la decisione della magistratura che ha deciso di non procedere nell'accertamento
delle responsabilità delle forze dell'ordine per le gravi violenze subite dai
manifestanti che parteciparono al grande corteo dei 200 mila del 21 luglio
2001.
Bolzaneto, la scuola Diaz. Assieme ad altri nomi, come Alimonda, Manin,
Tolemaide, rimarranno tra le pagine oscure di questo paese. Abbiamo aspettato
sette anni per vedere scritto nero su bianco quello che abbiamo visto e a cui
abbiamo assistito, per guardare finalmente in faccia i responsabili di quello
scempio.
La sentenza dello scorso 13 novembre sul processo Diaz è un
ulteriore insulto alla nostra richiesta di giustizia e trasparenza, alla fiducia
che ancora avevamo che la verità potesse finalmente essere sancita.
Per la “macelleria messicana”, così definita dall’allora vicequestore aggiunto della
Questura di Roma Michelangelo Fournier, i responsabili si trovano solamente tra
la manovalanza di Canterini, allora comandante del I Reparto Mobile di
Roma.
Nessun vertice della Polizia è stato incriminato: né Francesco
Gratteri, promosso a direttore del dipartimento Anticrimine, già a capo dello
Sco; né Gilberto Caldarozzi, promosso a capo del Servizio centrale operativo; né
Giovanni Luperi, promosso al vertice del servizio segreto civile, già
vicedirettore dell’Ucigos; né Spartaco Mortola, già dirigente della Digos, ora
promosso vicequestore aggiunto a Torino.
Tutti assolti.
Mentre l'allora capo della Polizia, Gianni De Gennaro, responsabile della piazza
durante il G8 di Genova, e' diventato addirittura direttore del Dipartimento
delle Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Rimangono i verbali falsificati, gli arresti ingiustificati, le
molotov introdotte illegalmente nella scuola per giustificare l’assalto, la loro
sparizione dall’ufficio della Questura di Genova dove erano in custodia come
corpo del reato, a fare da sfondo ad un’ulteriore brutta pagina della democrazia
italiana.
Noi c’eravamo e per questo auspichiamo un sussulto democratico. Una
reazione pubblica, pacifica e nonviolenta per dimostrare che in questo paese
esiste ancora un tessuto democratico, e che la convivenza civile si deve basare
sul principio di responsabilità, sul riconoscimento dei diritti di tutti e su
una giustizia che sappia tutelare le vittime e applicare il principio che la
legge è uguale per tutti.
per aderire all'appello:
www.noiceravamo@gmail.com
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