Come riconoscere l'amore del cuore
di Elmar e Michaela Zadra
30/05/2008
Finché
non ci collegheremo con l’energia del nostro cuore, non saremo in grado
di accorgerci della nostra capacità di amare e, di riflesso, di
ricevere amore...
Molti si chiedono: cos’è veramente l’amore? Come riesco a distinguerlo
da altri sentimenti di affetto? Sappiamo che possiamo trovarlo nel
cuore, al centro del quarto chakra. Eppure, molti quando l’incontrano
per la prima volta si chiedono: dove è?
L’energia del cuore non ha infatti alcuna sfumatura sentimentale e
ignora le frasi romantiche come “Senza di te non posso vivere”, “tu sei
il mio amore” o ” voglio fondermi con te”, appartenenti al secondo chakra.
L’amore non è emozione e segue dei ritmi completamente diversi: le
emozioni vanno e vengono, sono soggette alle situazioni, sono
influenzabili, hanno degli alti e bassi; l’amore è costante, è un
sintonizzarsi con se stessi.
Le emozioni legate all’innamoramento passano, mentre l’amore resta.
Come scrive Bernhard Mack, un famoso terapeuta di coppia, “sia la
saggezza che i sentimenti approfondiscono l’amore e le sensazioni
piacevoli aiutano a rimanere nello spazio interiore dell’amore, ma non
devono essere confusi con l’amore. Amare è un processo che si può
imparare. Molte persone hanno bisogno di affidarsi per lunghi periodi
ai sentimenti, di organizzare la loro vita secondo i propri sentimenti,
di lasciarsi trascinare di qua e di là dalle emozioni,
di innamorarsi e di dis-innamorarsi nelle vicissitudini patetiche, di
cambiare spesso partner, di crearsi un grande caos di diverse
relazioni, di separazioni, di ri-innamoramenti, di riconciliazioni e di
drammi amorosi. Molte persone hanno bisogno di questi periodi
drammatici, di alti e bassi, per poter arrivare a una saggezza
interiore” capace di creare quel polo fermo nel loro petto che riesce
ad abbracciare simultaneamente tutte le diverse emozioni, prima vissute
soltanto una dopo l’altra.
L’amore non dipende quindi dal partner, ma dal nostro centro.
E’ uno spazio al centro del nostro petto che permette ai pensieri e ai
sentimenti di entrare e di uscire incondizionatamente, accetta tutti i
moti interiori senza giudizio, non ci paragona con gli altri e non
confronta i nostri comportamenti con i nostri ideali. Lama Yesce, il
nostro primo maestro tantrico, parla dell’amore come “uno stato mentale
infuso di chiarezza, di semplicità e tolleranza, dotato di serena
saggezza e di profonda compassione.
Consiste nell’aprire totalmente il nostro cuore, mantenendolo tale il più possibile.”
L’energia del cuore accoglie e accetta anche tutte le altre energie,
non conosce le parole “buono e cattivo”, è un’energia piuttosto fresca,
non focosa, priva di passioni o antipatie, di pro e contro, è neutrale;
con la sua imparzialità distaccata riesce a comprendere tutti gli opposti,
accetta senza condizioni e accoglie anche il partner senza critiche o
pretese. L’amore vibra con le emozioni, ma senza lasciarsi coinvolgere.
L’amore ha la capacità di amare la realtà così come è,
di conoscere tutti i difetti di un partner e di continuare ad amarlo.
Considerando il partner nella sua interezza, l’amore diventa una forza
incredibile.
Indicare nel cuore la sua sede non è una metafora, quello è il reale
spazio fisico nel quale proviamo amore, sentimento che si traduce con
la sensazione di essere completi e colmi,
in pace con noi stessi, accoglienti e vasti, in grado di comprendere
ciò che viene da dentro e ciò che arriva dal mondo. L’amore si rivolge
al proprio essere nella stessa misura in cui si rivolge agli altri. Chi
afferma di amare gli altri più di se stesso in realtà non ama: insegue
un’idea. Se amiamo non saremo mai vittime o martiri,
ma semplicemente felici e lo comunicheremo attraverso un’espressione
felice che significa “voglio bene a me stesso”. L’amore non conosce
altruismo come non conosce egoismo, perché accetta entrambi.
L’amore ha un ampio respiro, in senso metaforico come in senso reale.
Un chakra del cuore aperto si manifesta esattamente
con una sensazione di apertura nel petto,
un libero fluire del respiro che attraversa il torace con il suo
movimento ritmico e si ripercuote negli altri chakra, sia alti che
bassi. Per questa ragione i buddisti meditano sul respiro: oltre a
rendere la mente più equilibrata e concentrata, ci riporta al nostro
chakra centrale, dandoci un’incredibile stabilità interiore. Collegare i
nostri pensieri, sentimenti e sensazioni mutevoli alla continuità del respiro è
forse la strada maestra per nutrire e aprire l’energia del cuore.
Questo ci porterà a una comprensione delle cose che non proviene
dall’intelletto, ma dall’intuizione, e deriva direttamente dalle
esperienze vissute con intensità.
Il chakra del cuore è collocato esattamente nel mezzo, degli altri sette,
mette in contatto i tre chakra personali
inferiori con quelli spirituali superiori. Quando siamo collegati con
il cuore, non riusciamo a giudicare ciò che è spirituale meglio di ciò
che è fisico: entrambi hanno il proprio posto nell’universo e insieme
formano l’essere umano.
Ma amore non è qualcosa che possiamo aspettarci di ricevere. Finché non
ci collegheremo con l’energia del nostro cuore, non saremo in grado
di accorgerci se qualcuno ci ama.
Come nella sessualità, anche rispetto all’amore abbiamo un limite di
sopportabilità e a volte, quando ci innamoriamo di una persona,
inconsciamente usiamo qualche strategia del secondo o del terzo chakra
per uscirne. La ragione di questo comportamento è che non siamo abituati a
tanto amore: dobbiamo imparare ad aprire il nostro cuore passo per
passo.
Amare presuppone aprirsi nella mente, il che significa smettere di
determinare la nostra vita con il pensiero e consiste nel permetterci
di cogliere attraverso una “testa larga” quegli stimoli sottili che
vengono dai chakra superiori. Quando siamo “nel cuore”,
i pensieri diventano silenziosi e formano un vuoto all’interno
del quale può sorgere un’altra potenzialità nella nostra mente:
l’intuizione che vede e comprende in modo istantaneo e in un’ottica più
ampia. Amare presuppone anche di renderci attivi emotivamente,
senza trattenere le emozioni per paura, vergogna, perché pensiamo che
non siano adeguate o accettabili. Anzi, richiede proprio di liberare la
pressione nella nostra pancia (secondo chakra), esprimendo e
regalando le emozioni. In questo modo diamo nutrimento al corpo fisico
e i tre chakra inferiori. Per amare bisogna avere dei chakra inferiori forti,
sentirsi a proprio agio nel corpo, nel proprio Io, nei sentimenti e nei rapporti
con gli altri. Viceversa, l’amore non trova un appoggio dal quale espandersi.
Prima di poter aprire il cuore, dovremo esserci creati un Io forte che non
si senta dipendente, cioè un Io maturo e non infantile, sempre bisognoso
di qualcosa e di qualcuno.
Accettare gli altri va di pari passo con l’accettare se stessi,
stare bene con gli altri è più facile per chi sa stare bene anche da
solo; essere intimi all’interno della coppia è qualcosa di molto simile
all’essere soli: in entrambi gli stati diventiamo intensi e veniamo
inevitabilmente sollecitati da ciò che in noi richiede ancora
attenzione, dedizione, impegno o accettazione.
L’amore è la cornice della consapevolezza,
all’interno della quale la nostra solitudine può trasformarsi in un
profondo “stare bene con se stessi” che, una volta che conosciuto, può
essere anche condiviso, senza entrare in ansia. Ma il nostro cuore,
così come quello del partner, si aprirà soltanto se sarà libero.
Non sopporta infatti pressioni o ricatti di alcun tipo, perciò la frase
“Dovresti amare.....” è semplicemente assurda: dovere e amare
sono concetti che si escludono a vicenda.
Arrivare all’energia del cuore significa abbandonarsi a se stessi,
saltare verso l’interno, e non può mai essere frutto di un’imposizione.
Solo così dare e ricevere diventano azioni autentiche, senza
attaccamenti o rimorsi.
Nel buddismo la strada verso il cuore viene chiamata “la via del
bodhisattva”. Non è possibile arrivarci senza impegno e senza sforzi:
richiede continue attività pratiche e meditazioni guidate dal desiderio
di realizzare l’amore nel proprio corpo e nella propria mente,
oltre a presupporre che ci lasciamo toccare profondamente dalle
emozioni e comprensioni nostre e degli altri. Il rapporto di coppia è
un’ottima occasione per percorrere questa strada e diventare così
persone sempre più colme di amore.
L’amore non cade dal cielo come l’innamoramento o l’attrazione, né si
può ottenere con la volontà o con lo studio. Richiede invece il
dedicarsi con passione a noi stessi,
alla nostra vita interiore, permettendo a tutti gli avvenimenti
importanti di collegarsi al nostro centro, in uno spazio interiore che
li comprende nella loro interezza.
Il prossimo esercizio, l’abbraccio del cuore,
può essere d’aiuto in quest’ottica. Anche se è semplice, provandolo
vedrete che porta in sé la potenzialità di creare amore e intimità,
instaurando un legame profondo con l’amato. Chi ha bevuto una volta
questo nettare, rimarrà assetato finché non ritornerà di nuovo alla
fonte:
Prendetevi cinque minuti per un abbraccio: rimanete entrambi in piedi
per mantenere il flusso energetico dal basso verso il cuore, e
abbracciatevi in modo tale da essere in contatto totalmente,
dai piedi alla testa. Respirate con consapevolezza e
dirigete l’attenzione della mente alle sensazioni corporee e alle emozioni:
senza usare le parole. Ripetete questo abbraccio ogni giorno, per
esempio la mattina prima di andare al lavoro. Restate con l’attenzione
concentrata sul corpo, in modo da percepire anche le piccole
sensazioni, i piccoli spostamenti di energia, o i movimenti nella forma
dell’aura.
Cosa senti? Quali parti del corpo e quali chakra sono
aperti verso il partner? Quali invece sono chiusi? Dove non senti
niente? Dove fluisce qualcosa? Ti senti nutrito, soffocato o liberato?
Cosa eviti e cosa ottieni attraverso le tue strategie di difesa
(per esempio: parlare, tossire, muoverti, ridere, trattenere il respiro)?
Se hai la sensazione che non accada nulla, lascia fluire questo nulla
nel corpo e ciò che provi per esso. Ripeti l’esercizio per un mese,
aumentando gradualmente la durate dell’abbraccio (fino a dieci minuti).
Se nasce un desiderio sessuale, restate ugualmente abbracciati:
separate il sesso da questo rituale. Chiudetelo con un saluto o una
parola (volendo, potremo condividere la nostra esperienza con il
partner raccontandogliela). Può darsi che inizialmente ci saranno dei
momenti in cui non sentirete nulla
e vi chiederete: “Ma che senso ha? Lasciamo perdere!”. E’ importante
invece non smettere, ma osservare questi pensieri e continuare
l’esercizio, focalizzando l’attenzione sul respiro e sulle sensazioni
corporee. Quando andate a contattare il vostro cuore,
la prima cosa che spesso incontrate è un grande vuoto,
la noia, il niente. Non trovate nemmeno un dolore o un problema ai
quali aggrapparvi con la mente: questo è difficile da sopportare.
Vi può anche accadere di sentirvi completi in voi stessi e, come per
miracolo, di annullare i confini col partner,
nonostante vi resti la chiara percezione dei vostri limiti: vi siete
uniti energeticamente. Si è ripetuto lo stesso fenomeno che avviene
quando vi innamorate, ma questa volta in forma più consapevole, anche
se meno coinvolgente. E’ meraviglioso però sapere che, volendo, potete
riassaporarlo tutti i giorni grazie ad un semplice abbraccio. Dopo
averlo praticato per uno o due mesi, potete inserirlo anche nei giochi
erotici: per esempio, come inizio prima di passare alle carezze e ai
baci. In questo modo un rito amoroso potrà diventare una meditazione a
due.
Sentiamo Claudia di Bologna: “Abbiamo praticato l’abbraccio per più di
un mese ed è diventato il rituale più bello. Ci ha regalato una solida
intesa e ha arricchito il nostro rapporto di momenti dolcissimi. In
più, mi fa iniziare la giornata in una maniera diversa. Sentendomi più
piena, noto che riesco a sbrigare le mie faccende con più serenità.”
Carlo, suo marito: “Quando Claudia mi ha parlato per la prima volta
dell’idea dell’abbraccio ho pensato: “Ecco una delle sue tante idee
sciocche”. Lo facevo per accontentarla, e così non ho avvertito subito
la differenza che provocava nel mio sentirmi. Soltanto dopo una
settimana di noia ho cominciato veramente a porre attenzione al respiro
e a cogliere ciò che provavo nel corpo.
Per strada, andando in ufficio, mi sono accorto di sentirmi più leggero
del solito. Questo fatto mi ha stupito, ma vedendo Claudia così
contenta ho deciso di continuare l’abbraccio per un altro mese. Il
nostro rapporto è diventato più caloroso, si è creato un legame
invisibile che ci dà una certa fiducia e tranquillità.”
Citato da: Elmar e Michaela Zadra, ©Tantra per due – Una guida alla felicità della coppia, Bestseller Mondadori 1999, p. 278
di Elmar e Michaela Zadra
30/05/2008
Finché
non ci collegheremo con l’energia del nostro cuore, non saremo in grado
di accorgerci della nostra capacità di amare e, di riflesso, di
ricevere amore...
Molti si chiedono: cos’è veramente l’amore? Come riesco a distinguerlo
da altri sentimenti di affetto? Sappiamo che possiamo trovarlo nel
cuore, al centro del quarto chakra. Eppure, molti quando l’incontrano
per la prima volta si chiedono: dove è?
L’energia del cuore non ha infatti alcuna sfumatura sentimentale e
ignora le frasi romantiche come “Senza di te non posso vivere”, “tu sei
il mio amore” o ” voglio fondermi con te”, appartenenti al secondo chakra.
L’amore non è emozione e segue dei ritmi completamente diversi: le
emozioni vanno e vengono, sono soggette alle situazioni, sono
influenzabili, hanno degli alti e bassi; l’amore è costante, è un
sintonizzarsi con se stessi.
Le emozioni legate all’innamoramento passano, mentre l’amore resta.
Come scrive Bernhard Mack, un famoso terapeuta di coppia, “sia la
saggezza che i sentimenti approfondiscono l’amore e le sensazioni
piacevoli aiutano a rimanere nello spazio interiore dell’amore, ma non
devono essere confusi con l’amore. Amare è un processo che si può
imparare. Molte persone hanno bisogno di affidarsi per lunghi periodi
ai sentimenti, di organizzare la loro vita secondo i propri sentimenti,
di lasciarsi trascinare di qua e di là dalle emozioni,
di innamorarsi e di dis-innamorarsi nelle vicissitudini patetiche, di
cambiare spesso partner, di crearsi un grande caos di diverse
relazioni, di separazioni, di ri-innamoramenti, di riconciliazioni e di
drammi amorosi. Molte persone hanno bisogno di questi periodi
drammatici, di alti e bassi, per poter arrivare a una saggezza
interiore” capace di creare quel polo fermo nel loro petto che riesce
ad abbracciare simultaneamente tutte le diverse emozioni, prima vissute
soltanto una dopo l’altra.
L’amore non dipende quindi dal partner, ma dal nostro centro.
E’ uno spazio al centro del nostro petto che permette ai pensieri e ai
sentimenti di entrare e di uscire incondizionatamente, accetta tutti i
moti interiori senza giudizio, non ci paragona con gli altri e non
confronta i nostri comportamenti con i nostri ideali. Lama Yesce, il
nostro primo maestro tantrico, parla dell’amore come “uno stato mentale
infuso di chiarezza, di semplicità e tolleranza, dotato di serena
saggezza e di profonda compassione.
Consiste nell’aprire totalmente il nostro cuore, mantenendolo tale il più possibile.”
L’energia del cuore accoglie e accetta anche tutte le altre energie,
non conosce le parole “buono e cattivo”, è un’energia piuttosto fresca,
non focosa, priva di passioni o antipatie, di pro e contro, è neutrale;
con la sua imparzialità distaccata riesce a comprendere tutti gli opposti,
accetta senza condizioni e accoglie anche il partner senza critiche o
pretese. L’amore vibra con le emozioni, ma senza lasciarsi coinvolgere.
L’amore ha la capacità di amare la realtà così come è,
di conoscere tutti i difetti di un partner e di continuare ad amarlo.
Considerando il partner nella sua interezza, l’amore diventa una forza
incredibile.
Indicare nel cuore la sua sede non è una metafora, quello è il reale
spazio fisico nel quale proviamo amore, sentimento che si traduce con
la sensazione di essere completi e colmi,
in pace con noi stessi, accoglienti e vasti, in grado di comprendere
ciò che viene da dentro e ciò che arriva dal mondo. L’amore si rivolge
al proprio essere nella stessa misura in cui si rivolge agli altri. Chi
afferma di amare gli altri più di se stesso in realtà non ama: insegue
un’idea. Se amiamo non saremo mai vittime o martiri,
ma semplicemente felici e lo comunicheremo attraverso un’espressione
felice che significa “voglio bene a me stesso”. L’amore non conosce
altruismo come non conosce egoismo, perché accetta entrambi.
L’amore ha un ampio respiro, in senso metaforico come in senso reale.
Un chakra del cuore aperto si manifesta esattamente
con una sensazione di apertura nel petto,
un libero fluire del respiro che attraversa il torace con il suo
movimento ritmico e si ripercuote negli altri chakra, sia alti che
bassi. Per questa ragione i buddisti meditano sul respiro: oltre a
rendere la mente più equilibrata e concentrata, ci riporta al nostro
chakra centrale, dandoci un’incredibile stabilità interiore. Collegare i
nostri pensieri, sentimenti e sensazioni mutevoli alla continuità del respiro è
forse la strada maestra per nutrire e aprire l’energia del cuore.
Questo ci porterà a una comprensione delle cose che non proviene
dall’intelletto, ma dall’intuizione, e deriva direttamente dalle
esperienze vissute con intensità.
Il chakra del cuore è collocato esattamente nel mezzo, degli altri sette,
mette in contatto i tre chakra personali
inferiori con quelli spirituali superiori. Quando siamo collegati con
il cuore, non riusciamo a giudicare ciò che è spirituale meglio di ciò
che è fisico: entrambi hanno il proprio posto nell’universo e insieme
formano l’essere umano.
Ma amore non è qualcosa che possiamo aspettarci di ricevere. Finché non
ci collegheremo con l’energia del nostro cuore, non saremo in grado
di accorgerci se qualcuno ci ama.
Come nella sessualità, anche rispetto all’amore abbiamo un limite di
sopportabilità e a volte, quando ci innamoriamo di una persona,
inconsciamente usiamo qualche strategia del secondo o del terzo chakra
per uscirne. La ragione di questo comportamento è che non siamo abituati a
tanto amore: dobbiamo imparare ad aprire il nostro cuore passo per
passo.
Amare presuppone aprirsi nella mente, il che significa smettere di
determinare la nostra vita con il pensiero e consiste nel permetterci
di cogliere attraverso una “testa larga” quegli stimoli sottili che
vengono dai chakra superiori. Quando siamo “nel cuore”,
i pensieri diventano silenziosi e formano un vuoto all’interno
del quale può sorgere un’altra potenzialità nella nostra mente:
l’intuizione che vede e comprende in modo istantaneo e in un’ottica più
ampia. Amare presuppone anche di renderci attivi emotivamente,
senza trattenere le emozioni per paura, vergogna, perché pensiamo che
non siano adeguate o accettabili. Anzi, richiede proprio di liberare la
pressione nella nostra pancia (secondo chakra), esprimendo e
regalando le emozioni. In questo modo diamo nutrimento al corpo fisico
e i tre chakra inferiori. Per amare bisogna avere dei chakra inferiori forti,
sentirsi a proprio agio nel corpo, nel proprio Io, nei sentimenti e nei rapporti
con gli altri. Viceversa, l’amore non trova un appoggio dal quale espandersi.
Prima di poter aprire il cuore, dovremo esserci creati un Io forte che non
si senta dipendente, cioè un Io maturo e non infantile, sempre bisognoso
di qualcosa e di qualcuno.
Accettare gli altri va di pari passo con l’accettare se stessi,
stare bene con gli altri è più facile per chi sa stare bene anche da
solo; essere intimi all’interno della coppia è qualcosa di molto simile
all’essere soli: in entrambi gli stati diventiamo intensi e veniamo
inevitabilmente sollecitati da ciò che in noi richiede ancora
attenzione, dedizione, impegno o accettazione.
L’amore è la cornice della consapevolezza,
all’interno della quale la nostra solitudine può trasformarsi in un
profondo “stare bene con se stessi” che, una volta che conosciuto, può
essere anche condiviso, senza entrare in ansia. Ma il nostro cuore,
così come quello del partner, si aprirà soltanto se sarà libero.
Non sopporta infatti pressioni o ricatti di alcun tipo, perciò la frase
“Dovresti amare.....” è semplicemente assurda: dovere e amare
sono concetti che si escludono a vicenda.
Arrivare all’energia del cuore significa abbandonarsi a se stessi,
saltare verso l’interno, e non può mai essere frutto di un’imposizione.
Solo così dare e ricevere diventano azioni autentiche, senza
attaccamenti o rimorsi.
Nel buddismo la strada verso il cuore viene chiamata “la via del
bodhisattva”. Non è possibile arrivarci senza impegno e senza sforzi:
richiede continue attività pratiche e meditazioni guidate dal desiderio
di realizzare l’amore nel proprio corpo e nella propria mente,
oltre a presupporre che ci lasciamo toccare profondamente dalle
emozioni e comprensioni nostre e degli altri. Il rapporto di coppia è
un’ottima occasione per percorrere questa strada e diventare così
persone sempre più colme di amore.
L’amore non cade dal cielo come l’innamoramento o l’attrazione, né si
può ottenere con la volontà o con lo studio. Richiede invece il
dedicarsi con passione a noi stessi,
alla nostra vita interiore, permettendo a tutti gli avvenimenti
importanti di collegarsi al nostro centro, in uno spazio interiore che
li comprende nella loro interezza.
Il prossimo esercizio, l’abbraccio del cuore,
può essere d’aiuto in quest’ottica. Anche se è semplice, provandolo
vedrete che porta in sé la potenzialità di creare amore e intimità,
instaurando un legame profondo con l’amato. Chi ha bevuto una volta
questo nettare, rimarrà assetato finché non ritornerà di nuovo alla
fonte:
Prendetevi cinque minuti per un abbraccio: rimanete entrambi in piedi
per mantenere il flusso energetico dal basso verso il cuore, e
abbracciatevi in modo tale da essere in contatto totalmente,
dai piedi alla testa. Respirate con consapevolezza e
dirigete l’attenzione della mente alle sensazioni corporee e alle emozioni:
senza usare le parole. Ripetete questo abbraccio ogni giorno, per
esempio la mattina prima di andare al lavoro. Restate con l’attenzione
concentrata sul corpo, in modo da percepire anche le piccole
sensazioni, i piccoli spostamenti di energia, o i movimenti nella forma
dell’aura.
Cosa senti? Quali parti del corpo e quali chakra sono
aperti verso il partner? Quali invece sono chiusi? Dove non senti
niente? Dove fluisce qualcosa? Ti senti nutrito, soffocato o liberato?
Cosa eviti e cosa ottieni attraverso le tue strategie di difesa
(per esempio: parlare, tossire, muoverti, ridere, trattenere il respiro)?
Se hai la sensazione che non accada nulla, lascia fluire questo nulla
nel corpo e ciò che provi per esso. Ripeti l’esercizio per un mese,
aumentando gradualmente la durate dell’abbraccio (fino a dieci minuti).
Se nasce un desiderio sessuale, restate ugualmente abbracciati:
separate il sesso da questo rituale. Chiudetelo con un saluto o una
parola (volendo, potremo condividere la nostra esperienza con il
partner raccontandogliela). Può darsi che inizialmente ci saranno dei
momenti in cui non sentirete nulla
e vi chiederete: “Ma che senso ha? Lasciamo perdere!”. E’ importante
invece non smettere, ma osservare questi pensieri e continuare
l’esercizio, focalizzando l’attenzione sul respiro e sulle sensazioni
corporee. Quando andate a contattare il vostro cuore,
la prima cosa che spesso incontrate è un grande vuoto,
la noia, il niente. Non trovate nemmeno un dolore o un problema ai
quali aggrapparvi con la mente: questo è difficile da sopportare.
Vi può anche accadere di sentirvi completi in voi stessi e, come per
miracolo, di annullare i confini col partner,
nonostante vi resti la chiara percezione dei vostri limiti: vi siete
uniti energeticamente. Si è ripetuto lo stesso fenomeno che avviene
quando vi innamorate, ma questa volta in forma più consapevole, anche
se meno coinvolgente. E’ meraviglioso però sapere che, volendo, potete
riassaporarlo tutti i giorni grazie ad un semplice abbraccio. Dopo
averlo praticato per uno o due mesi, potete inserirlo anche nei giochi
erotici: per esempio, come inizio prima di passare alle carezze e ai
baci. In questo modo un rito amoroso potrà diventare una meditazione a
due.
Sentiamo Claudia di Bologna: “Abbiamo praticato l’abbraccio per più di
un mese ed è diventato il rituale più bello. Ci ha regalato una solida
intesa e ha arricchito il nostro rapporto di momenti dolcissimi. In
più, mi fa iniziare la giornata in una maniera diversa. Sentendomi più
piena, noto che riesco a sbrigare le mie faccende con più serenità.”
Carlo, suo marito: “Quando Claudia mi ha parlato per la prima volta
dell’idea dell’abbraccio ho pensato: “Ecco una delle sue tante idee
sciocche”. Lo facevo per accontentarla, e così non ho avvertito subito
la differenza che provocava nel mio sentirmi. Soltanto dopo una
settimana di noia ho cominciato veramente a porre attenzione al respiro
e a cogliere ciò che provavo nel corpo.
Per strada, andando in ufficio, mi sono accorto di sentirmi più leggero
del solito. Questo fatto mi ha stupito, ma vedendo Claudia così
contenta ho deciso di continuare l’abbraccio per un altro mese. Il
nostro rapporto è diventato più caloroso, si è creato un legame
invisibile che ci dà una certa fiducia e tranquillità.”
Citato da: Elmar e Michaela Zadra, ©Tantra per due – Una guida alla felicità della coppia, Bestseller Mondadori 1999, p. 278
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