In modo che il 2009 si presenti come desiderato –
per incamminarti leggero e mirato nel nuovo anno.
Verso
fine anno molte persone si voltano indietro chiedendosi: Cosa ho fatto in
quest’ultimo anno? Cosa ho raggiunto? Come va la mia salute, come mi sento? La
maggioranza deve purtroppo constatare che i buoni propositi di inizio anno si
sono poi rapidamente compromessi nella quotidianità e che l’anno che volge al
termine è trascorso in maniera del tutto simile ai precedenti. Ma per il nuovo
anno vengono forgiati nuovi progetti e nuovi intenti con l’idea che tutto
cambierà. Alcune persone, tuttavia, sono così frustrate a causa delle loro
passate esperienze che finiscono per rinunciare a rimettersi in gioco.
Come ogni anno, il periodo che lo separa da quello successivo diventa il
momento dei buoni propositi. L’anno che se ne va è per un aspetto l’occasione
per osservare che cosa ci è accaduto, quali erano i nostri obiettivi e
propositi e come li abbiamo tradotti nella pratica. Così facendo possiamo fare
un riepilogo generale per poi iniziare a pianificare il nuovo anno.
Accade dunque che: qualcuno si propone di fare più sport, di mangiare di
meno o in maniera più sana, di vivere in armonia i rapporti sentimentali, di
curarsi delle amicizie, altri si ripromettono di abbandonare il fumo, di
leggere un determinato libro, di seguire maggiormente le relazioni sociali, di
rinverdire una lingua straniera ecc e ecc..., ma la fermezza di questi
propositi è tuttavia nota ad ognuno di noi. Già a breve distanza dal capodanno,
infatti, le buone intenzioni iniziano ad incrinarsi, perché cominciamo a non
essere più tanto sicuri di volere realmente quanto ci siamo ripromessi e al più
tardi una volta terminate le feste ed intergrati nuovamente nella vita
quotidiana, mettiamo in pratica solo poche o nessuna affatto di quelle buone
intenzioni. Ciò che rimane è la consapevolezza di non avercela nuovamente
fatta e soprattutto un senso di frustrazione.
Per alcuni questo modo di procedere nel definire gli obiettivi per poi
cercare di realizzarli appare troppo tecnico e razionale. Molti
sostengono che così facendo venga a perdersi quella sorta di spontaneità
e che il rischio sia quello di diventare schiavi dei propri obiettivi.
Come scusante non si pongono obiettivi per non fare questo tipo di esperienza.
Questa giustificazione è tuttavia comprensibile poichè la condizione ideale
sarebbe: alzarsi il mattino e ricordarsi dei sogni più importanti, in cui sono
già contenute le prime indicazioni di cosa porterà la nuova giornata, pertanto
si è già preparati; in successione ci si collega con la propria vera essenza, per scorrere
poi intuitivamente guidati nella giornata stessa. Così facendo
non occorre cercare o chiedere, nessuna domanda del tipo: cosa dobbiamo
raggiungere oggi o, che cosa ci sarà da fare domani o tra una settimana?
Semplicemente lo si sa e si segue la voce del cuore, il desiderio dell’anima.
Ciò significa vivere al massimo delle energie vitali per esprimere di conseguenza,
in modo assolutamente mirato, sia i pensieri che le emozioni. Si irradia verso
l’esterno l’energia della propria essenza richiamandosi esattamente ciò che è
giusto senza doversene occupare. Ciò significa, in definitiva, utilizzare la forza
creatrice e vivere nel flusso universale. Nei nostri seminari
trasmettiamo la tecnica che consente di raggiungere questo stato di
consapevolezza. Attraverso l’esperienza diretta, l’accesso ai campi morfici e
per loro tramite all’inconscio, si può indirizzare la propria vita, senza
fatica, verso il flusso divino.
Senza un orientamento chiaro e il “sapere”, è veramente difficile vivere una
vita di pienezza datosi che solo poche persone hanno consapevolezza della loro
vera essenza. Il primo passo per diventarne coscienti sta quindi nel
domandarsi: cosa mi riguarda e cosa no? Quali sono i programmi registrati da
altre fonti (scuola, genitori, società, pubblicità, chiesa ecc..), quali sono i
miei?
Come posso scoprire i miei veri obiettivi e tradurli nella realtà?
1. Il primo passo inizia dall’analisi dell’ultimo anno. Quali obiettivi ti eri già
prefissato nel passato? Perchè non li hai raggiunti? Quali programmi ancor più
profondi risiedono ancora in te e ti boicottano? Si trattava veramente di
obiettivi per te rilevanti? ecc. E poi ancora nell’ultimo anno, dov’è che hai
raggiunto un successo completo o parziale, oppure, in quale momento della tua
vita ti sei proposto qualcosa riuscendo a conseguirlo con leggerezza, magari
anche con un certo impegno? Quali erano i fattori determinanti per questo
successo?
2. Il passo successivo è quello di scoprire i tuoi obiettivi per l’anno 2009.
Per far questo è necessario poter discernere chiaramente tra i cosiddetti
obiettivi dell’Ego e quelli che invece corrispondono alla tua vera essenza
(i desideri del Cuore). Gli obiettivi dell’Ego sono quelli che ti poni per
paura e, paradossalmente, per sicurezza. Per esempio:“Voglio mangiare in
maniera più salutare perchè altrimenti potrei ammalarmi.” Un obiettivo con tale
impostazione in cui, come nell’esempio riportato, non venga percepita dal
profondo la necessità e il desiderio di consumare frutta e verdura fresca e
dove non sussista una convinzione interiore nel diventare vegetariani – perché
ad esempio non si vuole più assistere allo sfruttamento e alla tortura degli
animali o alla distruzione dell’ambiente e non si voglia più sentirsi compartecipi
di questo – è quasi sempre destinato all’insuccesso. Noi stessi abbiamo avuto
modo di conoscere molte persone che desidererebbero diventare vegetariane, ma
che si scontravano per l’appunto con i loro ma e se… Eppure con la giusta
motivazione, come potrebbe essere: “non voglio più nutrirmi di cibo morto”,
oppure semplicemente l’atto consapevole di cibarsi di un mela fresca
riconoscendo le diverse sfumature di profumi e sentendo come il corpo ne riceve
più energia, può indurre con molta facilità a cambiare le tue abitudini
alimentari nel giro di breve tempo.
3. Altre volte può capitarti di ambire verso obiettivi che non ti appartengono affatto,
perchè magari li hai raccolti dall’esterno: i tuoi genitori, il tuo partner, la
società… Anche questi sono molto difficili da realizzare in quanto viene a mancare
la necessaria convinzione interiore. Dovesse anche succedere che, pur dietro
grande mobilitazione di energia, essi vengano comunque conquistati, ciò non
produce normalmente un miglioramento della qualità di vita e non sentendoti ne
sufficientemente soddisfatto o appagato ma piuttosto con ancora un vuoto da
colmare, ti precipiterai nel cercare di riempirlo con qualche altra mira
consumistica. Può addirittura accadere che la conquista di questi obbiettivi
coincida con una parziale perdita di salute generata da stress.
4. Vi sono poi degli obiettivi che corrispondono realmente alla tua vera essenza e che
sono poi quelli che contano nella vita. Tutti gli altri puoi
cancellarli direttamente dalla tua lista.
Il come scoprire questi obiettivi è un concetto che abbiamo già descritto
nelle precedenti Newsletter e costituisce peraltro anche uno dei contenuti dei
nostri seminari. In questa sede riassumiamo dunque solo ciò che segue: quando
pensi ad obiettivi che corrispondono alla tua vera essenza si libera in te una
energia potente, una nuova vibrazione assolutamente percettibile accompagnata
da una serenità e una comprensione interiore sulla giustezza di questi
obiettivi.
E se poi li insegui – quand’anche fossero legati a delle difficoltà – non
sei portato a dubitarne nemmeno un istante e anche dopo grande impegno ti
sentirai comunque sempre pieno di energia. Ogni cosa sembra ruotarvi intorno e
tu ti senti felice e pieno di gioia quando ne parli. Quando insegui questo tipo
di obiettivi ti senti rilassato, sereno e pieno di voglia di agire.
5. Il prossimo passo consiste nel fissare gli obiettivi per iscritto.
Ciò è particolarmente importante quanto, purtroppo, sottovalutato dalla
maggioranza delle persone. Qui di seguito ti abbiamo preparato una Checklist da
poter scaricare. Il trascrivere i tuoi obiettivi è, ripetiamo, di grandissima
importanza poiché primariamente attraverso la scrittura l’obiettivo viene
portato dalla dimensione delle idee in quella della concretezza fisica
diventando così il primo passo per la sua realizzazione!
Nel 1979 all’Università di Harvard fu intervistata una classe di studenti
ormai prossima alla laurea sul seguente tema: “Avete obiettivi chiari e ben
definiti per il vostro futuro e anche progetti per la loro realizzazione?” Dal
sondaggio emerse che il 13% dei laureandi aveva si degli obiettivi ma senza
averli mai trascritti; un altro 3% aveva obiettivi ma li aveva anche messi per
iscritto; il rimanente 84%, invece, di obiettivi non ne aveva affatto, eccetto
il fatto di terminare gli studi e gustarsi l’estate. La stessa classe fu
contattata 10 anni dopo, nel 1989, e risultò che il primo gruppo del 13%
guadagnava circa il doppio rispetto a quello dell’84% che all’epoca non
mostrava di avere obiettivi. E il gruppo del 3% che al termine degli studi
aveva obiettivi chiari, ben definiti e trascritti su carta, guadagnava di più
del restante 97% di tutti i loro colleghi messi assieme. I gruppi si distinsero
unicamente dalla chiarezza degli obiettivi che si erano personalmente fissati
in precedenza.
6. Giunti a questo punto, è importante che gli obiettivi selezionati per
l’anno 2009 – quelli realmente corrispondenti alla tua vera essenza – vengano
corredati da ulteriori contenuti.
Che utile avrai quando raggiungerai questo obiettivo?
Che utile ne avranno altrepersone, o l’ambiente,
oppure chi o che cosa, attraverso la realizzazione di questo obiettivo?
7. Tra questi obiettivi si tratta ora di scoprire i 3 più importanti, o
forse solo il più importante per il 2009. Meno sono i singoli obiettivi, infatti,
e maggiore è la forza che rimane a disposizione per ognuno di essi. E’ come
quando concentriamo la luce solare attraverso una lente. L’energia concentrata
sviluppa una forza molto maggiore su uno specifico punto, diversamente, e
ripetendo il caso dell’energia solare, essa viene distribuita uniformemente.
8. Quali sono gli eventuali blocchi o le paure che potrebbero impedirti di
raggiungere i tuoi obiettivi? Esiste qualche ostacolo o altri problemi a cui
dovresti portare l’attenzione?
9. Adesso è importante che tu ascolti nuovamente e bene te stesso, per
controllare se sei veramente pronto a metterti completamente in gioco e dare
il massimo di te stesso per raggiungere il tuo obiettivo. Sarebbe infatti un
peccato per il tempo vitale impiegato, che con insufficiente motivazione ed
impegno tu ti prodigassi a favore di un obiettivo per poi lasciartelo sfuggire
di mano.
10. Il prossimo passo richiede di formulare con estrema precisione l’obiettivo.
La formulazione deve essere necessariamente chiara, precisa e concreta, e non
del tipo: “Mi auguro che…” , o “Per il prossimo anno vorrei che…”, ma bensì ad
esempio: “Nell’anno 2009 cambio il mio modo di nutrirmi con un’alimentazione
equilibrata ad impronta vegetariana! Per fare ciò, il 70% del mio cibo corrisponderà
a crudità sul genere frutta, verdura, semi e noci, mentre il rimanente 30% sarà
coperto da cereali integrali, leguminose ecc.”
11. Se a questo punto l’obiettivo viene percepito ancora come volutamente
desiderabile,esprimi la tua decisione definitiva: “Raggiungerò l’obiettivo di
cambiare la mia alimentazione con… nel… 2009!”
12. Per rafforzare questa decisione puoi anche ratificarla per iscritto.
Questa sorta di “incarico” con te stesso andrà esposto in un posto visibile,
adatto alla tematica e in cui ti soffermi spesso; nel nostro caso, la cucina si
presterebbe allo scopo in maniera ottimale. Puoi comunicare la tua decisone
anche ad altri in modo da vincolarti ancora maggiormente all’impegno che ti sei
preso.
13. Ed ora entra in gioco l’ambito del training mentale. Si tratta
in sintesi di avere un immagine precisa di come ti senti quando avrai
raggiunto l’obbiettivo e di come si sentiranno altre persone che entreranno in
contatto con te durante questa sessione investigativa. I pensieri e le
sensazioni costituiscono la forza dinamica che ti consente di superare una
vecchia abitudine, come ad esempio un modo errato di alimentarti, per portarti
con successo su un nuovo modello comportamentale. Visualizza il tuo obiettivo
come se tu lo avessi già raggiunto! E ringraziati, inoltre, per averlo già
preso (mentalmente) in possesso.
14. Come ultimo passo: Fallo abbastanza a lungo, fintanto che il nuovo
comportamento, il tuo nuovo obiettivo, nel nostro esempio il nuovo modo di
alimentarti, si ancori profondamente nel tuo inconscio e abbia poi
generato un nuovo campo morfico. I campi morfici si originano dalla ripetizione
e dall’intensità emozionale. La trasposizione della tua intenzione di
raggiungere l’obiettivo nella realtà è l’ultimo nonché il passo più facile da
eseguirsi, poiché tutta la concentrazione e la forza l’hai già indirizzata in
tal senso e quindi la cosa procede ora in modo del tutto spontaneo. Ricordati
di come hai imparato da bambino ad andare in bicicletta o comunque di come a
quell’età imparavi le cose. Era semplicemente divertente (fatta eccezione
laddove tu non fossi prematuramente costretto) e nulla poteva trattenerti. I
bambini conservano normalmente ancora questo impulso naturale di imparare
qualcosa di nuovo – sempre premesso che ciò corrisponda alla loro vera natura.
Essi riescono in breve tempo e senza apparente fatica a conseguire grandi
risultati. Maria Montessori individua, in merito a questa connessione della
polarizzazione dell’interesse, il verificarsi di una totale focalizzazione, una
fusione con l’azione in cui nulla e nessuno può diventare motivo di interferenza.
per incamminarti leggero e mirato nel nuovo anno.
Verso
fine anno molte persone si voltano indietro chiedendosi: Cosa ho fatto in
quest’ultimo anno? Cosa ho raggiunto? Come va la mia salute, come mi sento? La
maggioranza deve purtroppo constatare che i buoni propositi di inizio anno si
sono poi rapidamente compromessi nella quotidianità e che l’anno che volge al
termine è trascorso in maniera del tutto simile ai precedenti. Ma per il nuovo
anno vengono forgiati nuovi progetti e nuovi intenti con l’idea che tutto
cambierà. Alcune persone, tuttavia, sono così frustrate a causa delle loro
passate esperienze che finiscono per rinunciare a rimettersi in gioco.
Come ogni anno, il periodo che lo separa da quello successivo diventa il
momento dei buoni propositi. L’anno che se ne va è per un aspetto l’occasione
per osservare che cosa ci è accaduto, quali erano i nostri obiettivi e
propositi e come li abbiamo tradotti nella pratica. Così facendo possiamo fare
un riepilogo generale per poi iniziare a pianificare il nuovo anno.
Accade dunque che: qualcuno si propone di fare più sport, di mangiare di
meno o in maniera più sana, di vivere in armonia i rapporti sentimentali, di
curarsi delle amicizie, altri si ripromettono di abbandonare il fumo, di
leggere un determinato libro, di seguire maggiormente le relazioni sociali, di
rinverdire una lingua straniera ecc e ecc..., ma la fermezza di questi
propositi è tuttavia nota ad ognuno di noi. Già a breve distanza dal capodanno,
infatti, le buone intenzioni iniziano ad incrinarsi, perché cominciamo a non
essere più tanto sicuri di volere realmente quanto ci siamo ripromessi e al più
tardi una volta terminate le feste ed intergrati nuovamente nella vita
quotidiana, mettiamo in pratica solo poche o nessuna affatto di quelle buone
intenzioni. Ciò che rimane è la consapevolezza di non avercela nuovamente
fatta e soprattutto un senso di frustrazione.
Per alcuni questo modo di procedere nel definire gli obiettivi per poi
cercare di realizzarli appare troppo tecnico e razionale. Molti
sostengono che così facendo venga a perdersi quella sorta di spontaneità
e che il rischio sia quello di diventare schiavi dei propri obiettivi.
Come scusante non si pongono obiettivi per non fare questo tipo di esperienza.
Questa giustificazione è tuttavia comprensibile poichè la condizione ideale
sarebbe: alzarsi il mattino e ricordarsi dei sogni più importanti, in cui sono
già contenute le prime indicazioni di cosa porterà la nuova giornata, pertanto
si è già preparati; in successione ci si collega con la propria vera essenza, per scorrere
poi intuitivamente guidati nella giornata stessa. Così facendo
non occorre cercare o chiedere, nessuna domanda del tipo: cosa dobbiamo
raggiungere oggi o, che cosa ci sarà da fare domani o tra una settimana?
Semplicemente lo si sa e si segue la voce del cuore, il desiderio dell’anima.
Ciò significa vivere al massimo delle energie vitali per esprimere di conseguenza,
in modo assolutamente mirato, sia i pensieri che le emozioni. Si irradia verso
l’esterno l’energia della propria essenza richiamandosi esattamente ciò che è
giusto senza doversene occupare. Ciò significa, in definitiva, utilizzare la forza
creatrice e vivere nel flusso universale. Nei nostri seminari
trasmettiamo la tecnica che consente di raggiungere questo stato di
consapevolezza. Attraverso l’esperienza diretta, l’accesso ai campi morfici e
per loro tramite all’inconscio, si può indirizzare la propria vita, senza
fatica, verso il flusso divino.
Senza un orientamento chiaro e il “sapere”, è veramente difficile vivere una
vita di pienezza datosi che solo poche persone hanno consapevolezza della loro
vera essenza. Il primo passo per diventarne coscienti sta quindi nel
domandarsi: cosa mi riguarda e cosa no? Quali sono i programmi registrati da
altre fonti (scuola, genitori, società, pubblicità, chiesa ecc..), quali sono i
miei?
Come posso scoprire i miei veri obiettivi e tradurli nella realtà?
1. Il primo passo inizia dall’analisi dell’ultimo anno. Quali obiettivi ti eri già
prefissato nel passato? Perchè non li hai raggiunti? Quali programmi ancor più
profondi risiedono ancora in te e ti boicottano? Si trattava veramente di
obiettivi per te rilevanti? ecc. E poi ancora nell’ultimo anno, dov’è che hai
raggiunto un successo completo o parziale, oppure, in quale momento della tua
vita ti sei proposto qualcosa riuscendo a conseguirlo con leggerezza, magari
anche con un certo impegno? Quali erano i fattori determinanti per questo
successo?
2. Il passo successivo è quello di scoprire i tuoi obiettivi per l’anno 2009.
Per far questo è necessario poter discernere chiaramente tra i cosiddetti
obiettivi dell’Ego e quelli che invece corrispondono alla tua vera essenza
(i desideri del Cuore). Gli obiettivi dell’Ego sono quelli che ti poni per
paura e, paradossalmente, per sicurezza. Per esempio:“Voglio mangiare in
maniera più salutare perchè altrimenti potrei ammalarmi.” Un obiettivo con tale
impostazione in cui, come nell’esempio riportato, non venga percepita dal
profondo la necessità e il desiderio di consumare frutta e verdura fresca e
dove non sussista una convinzione interiore nel diventare vegetariani – perché
ad esempio non si vuole più assistere allo sfruttamento e alla tortura degli
animali o alla distruzione dell’ambiente e non si voglia più sentirsi compartecipi
di questo – è quasi sempre destinato all’insuccesso. Noi stessi abbiamo avuto
modo di conoscere molte persone che desidererebbero diventare vegetariane, ma
che si scontravano per l’appunto con i loro ma e se… Eppure con la giusta
motivazione, come potrebbe essere: “non voglio più nutrirmi di cibo morto”,
oppure semplicemente l’atto consapevole di cibarsi di un mela fresca
riconoscendo le diverse sfumature di profumi e sentendo come il corpo ne riceve
più energia, può indurre con molta facilità a cambiare le tue abitudini
alimentari nel giro di breve tempo.
3. Altre volte può capitarti di ambire verso obiettivi che non ti appartengono affatto,
perchè magari li hai raccolti dall’esterno: i tuoi genitori, il tuo partner, la
società… Anche questi sono molto difficili da realizzare in quanto viene a mancare
la necessaria convinzione interiore. Dovesse anche succedere che, pur dietro
grande mobilitazione di energia, essi vengano comunque conquistati, ciò non
produce normalmente un miglioramento della qualità di vita e non sentendoti ne
sufficientemente soddisfatto o appagato ma piuttosto con ancora un vuoto da
colmare, ti precipiterai nel cercare di riempirlo con qualche altra mira
consumistica. Può addirittura accadere che la conquista di questi obbiettivi
coincida con una parziale perdita di salute generata da stress.
4. Vi sono poi degli obiettivi che corrispondono realmente alla tua vera essenza e che
sono poi quelli che contano nella vita. Tutti gli altri puoi
cancellarli direttamente dalla tua lista.
Il come scoprire questi obiettivi è un concetto che abbiamo già descritto
nelle precedenti Newsletter e costituisce peraltro anche uno dei contenuti dei
nostri seminari. In questa sede riassumiamo dunque solo ciò che segue: quando
pensi ad obiettivi che corrispondono alla tua vera essenza si libera in te una
energia potente, una nuova vibrazione assolutamente percettibile accompagnata
da una serenità e una comprensione interiore sulla giustezza di questi
obiettivi.
E se poi li insegui – quand’anche fossero legati a delle difficoltà – non
sei portato a dubitarne nemmeno un istante e anche dopo grande impegno ti
sentirai comunque sempre pieno di energia. Ogni cosa sembra ruotarvi intorno e
tu ti senti felice e pieno di gioia quando ne parli. Quando insegui questo tipo
di obiettivi ti senti rilassato, sereno e pieno di voglia di agire.
5. Il prossimo passo consiste nel fissare gli obiettivi per iscritto.
Ciò è particolarmente importante quanto, purtroppo, sottovalutato dalla
maggioranza delle persone. Qui di seguito ti abbiamo preparato una Checklist da
poter scaricare. Il trascrivere i tuoi obiettivi è, ripetiamo, di grandissima
importanza poiché primariamente attraverso la scrittura l’obiettivo viene
portato dalla dimensione delle idee in quella della concretezza fisica
diventando così il primo passo per la sua realizzazione!
Nel 1979 all’Università di Harvard fu intervistata una classe di studenti
ormai prossima alla laurea sul seguente tema: “Avete obiettivi chiari e ben
definiti per il vostro futuro e anche progetti per la loro realizzazione?” Dal
sondaggio emerse che il 13% dei laureandi aveva si degli obiettivi ma senza
averli mai trascritti; un altro 3% aveva obiettivi ma li aveva anche messi per
iscritto; il rimanente 84%, invece, di obiettivi non ne aveva affatto, eccetto
il fatto di terminare gli studi e gustarsi l’estate. La stessa classe fu
contattata 10 anni dopo, nel 1989, e risultò che il primo gruppo del 13%
guadagnava circa il doppio rispetto a quello dell’84% che all’epoca non
mostrava di avere obiettivi. E il gruppo del 3% che al termine degli studi
aveva obiettivi chiari, ben definiti e trascritti su carta, guadagnava di più
del restante 97% di tutti i loro colleghi messi assieme. I gruppi si distinsero
unicamente dalla chiarezza degli obiettivi che si erano personalmente fissati
in precedenza.
6. Giunti a questo punto, è importante che gli obiettivi selezionati per
l’anno 2009 – quelli realmente corrispondenti alla tua vera essenza – vengano
corredati da ulteriori contenuti.
Che utile avrai quando raggiungerai questo obiettivo?
Che utile ne avranno altrepersone, o l’ambiente,
oppure chi o che cosa, attraverso la realizzazione di questo obiettivo?
7. Tra questi obiettivi si tratta ora di scoprire i 3 più importanti, o
forse solo il più importante per il 2009. Meno sono i singoli obiettivi, infatti,
e maggiore è la forza che rimane a disposizione per ognuno di essi. E’ come
quando concentriamo la luce solare attraverso una lente. L’energia concentrata
sviluppa una forza molto maggiore su uno specifico punto, diversamente, e
ripetendo il caso dell’energia solare, essa viene distribuita uniformemente.
8. Quali sono gli eventuali blocchi o le paure che potrebbero impedirti di
raggiungere i tuoi obiettivi? Esiste qualche ostacolo o altri problemi a cui
dovresti portare l’attenzione?
9. Adesso è importante che tu ascolti nuovamente e bene te stesso, per
controllare se sei veramente pronto a metterti completamente in gioco e dare
il massimo di te stesso per raggiungere il tuo obiettivo. Sarebbe infatti un
peccato per il tempo vitale impiegato, che con insufficiente motivazione ed
impegno tu ti prodigassi a favore di un obiettivo per poi lasciartelo sfuggire
di mano.
10. Il prossimo passo richiede di formulare con estrema precisione l’obiettivo.
La formulazione deve essere necessariamente chiara, precisa e concreta, e non
del tipo: “Mi auguro che…” , o “Per il prossimo anno vorrei che…”, ma bensì ad
esempio: “Nell’anno 2009 cambio il mio modo di nutrirmi con un’alimentazione
equilibrata ad impronta vegetariana! Per fare ciò, il 70% del mio cibo corrisponderà
a crudità sul genere frutta, verdura, semi e noci, mentre il rimanente 30% sarà
coperto da cereali integrali, leguminose ecc.”
11. Se a questo punto l’obiettivo viene percepito ancora come volutamente
desiderabile,esprimi la tua decisione definitiva: “Raggiungerò l’obiettivo di
cambiare la mia alimentazione con… nel… 2009!”
12. Per rafforzare questa decisione puoi anche ratificarla per iscritto.
Questa sorta di “incarico” con te stesso andrà esposto in un posto visibile,
adatto alla tematica e in cui ti soffermi spesso; nel nostro caso, la cucina si
presterebbe allo scopo in maniera ottimale. Puoi comunicare la tua decisone
anche ad altri in modo da vincolarti ancora maggiormente all’impegno che ti sei
preso.
13. Ed ora entra in gioco l’ambito del training mentale. Si tratta
in sintesi di avere un immagine precisa di come ti senti quando avrai
raggiunto l’obbiettivo e di come si sentiranno altre persone che entreranno in
contatto con te durante questa sessione investigativa. I pensieri e le
sensazioni costituiscono la forza dinamica che ti consente di superare una
vecchia abitudine, come ad esempio un modo errato di alimentarti, per portarti
con successo su un nuovo modello comportamentale. Visualizza il tuo obiettivo
come se tu lo avessi già raggiunto! E ringraziati, inoltre, per averlo già
preso (mentalmente) in possesso.
14. Come ultimo passo: Fallo abbastanza a lungo, fintanto che il nuovo
comportamento, il tuo nuovo obiettivo, nel nostro esempio il nuovo modo di
alimentarti, si ancori profondamente nel tuo inconscio e abbia poi
generato un nuovo campo morfico. I campi morfici si originano dalla ripetizione
e dall’intensità emozionale. La trasposizione della tua intenzione di
raggiungere l’obiettivo nella realtà è l’ultimo nonché il passo più facile da
eseguirsi, poiché tutta la concentrazione e la forza l’hai già indirizzata in
tal senso e quindi la cosa procede ora in modo del tutto spontaneo. Ricordati
di come hai imparato da bambino ad andare in bicicletta o comunque di come a
quell’età imparavi le cose. Era semplicemente divertente (fatta eccezione
laddove tu non fossi prematuramente costretto) e nulla poteva trattenerti. I
bambini conservano normalmente ancora questo impulso naturale di imparare
qualcosa di nuovo – sempre premesso che ciò corrisponda alla loro vera natura.
Essi riescono in breve tempo e senza apparente fatica a conseguire grandi
risultati. Maria Montessori individua, in merito a questa connessione della
polarizzazione dell’interesse, il verificarsi di una totale focalizzazione, una
fusione con l’azione in cui nulla e nessuno può diventare motivo di interferenza.
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