05 05 2008 :: Esiste un modo più scellerato di usare le nostre figlie per fare sperimentazione?
(Voglio far notare che la scelta dei 12 anni di età è dettata dal fatto che fino a questa età i figli sono ancora sotto la "tutela sanitaria" dei genitori che possono scegliere per loro le cure e gli interventi che ritengono
più utili per la loro salute, dopo questa età ovvero dai 13 anni, se lo sapessero ma nessuno si preoccupa
di farglielo sapere, i figli dovrebbero decidere da se stessi di quali di medicine o interventi usufruire. Nelda)
http://www.omeopatia.org/it/news_omeopatia/news_omeopatia_dettaglio.php/ID=141
Vaccinare contro il Papillomavirus?
A cura dei Dottori Roberto Gava e Eugenio Serravalle
http://www.disinformazione.it/HPV.htm
Altre 8 morti collegate al vaccino HPV
Ammontano a migliaia gli effetti indesiderati provocati dal Gardasil
http://www.disinformazione.it/gardasil2.htm
Infezione da Papillomavirus
http://www.disinformazione.it/gardasil.htm
Motivi per una moratoria nell’applicazione del vaccino anti papilloma virus umano
Dal sito www.aed-femminismo.com riprendiamo la traduzione in italiano del documento
spagnolo “Motivi per una moratoria nell’applicazione del vaccino anti Papilloma
virus umano in Spagna” redatto da El CABS, associazione spagnola scientifica
socio-sanitaria, indipendente e senza scopo di lucro
El CABS, associazione scientifica socio-sanitaria, indipendente e
senza scopo di lucro, pubblica sul web il seguente documento, firmato da
accademici, medici, e da cittadini indipendenti, a titolo personale. (ndr
invitiamo a firmare)
Recentemente, il Consiglio Interterritoriale del Sistema
Sanitario Nazionale (SSN) ha dato luce verde per l’inserimento, nel programma
vaccinale spagnolo a carico del sistema sanitario pubblico, del vaccino contro
il papilloma virus umano (HPV).
Questa decisione è stata presa nonostante il prezzo elevato delle dosi e i più
che ragionevoli dubbi sulla sua eventuale efficacia nel prevenire un numero
sanitariamente rilevante di decessi per cancro della cervice nelle donne
spagnole. (Rispetto alla attuale prassi di prevenzione).
Se la vaccinazione sarà praticata effettivamente dal prossimo
anno, si può supporre una spesa dell’ordine di 125 milioni di euro annuali,
solo di costi di acquisto del prodotto (€ 464,58 per persona), senza tener
conto dell’apparato logistico che dovrà essere costituito ex novo, per
raggiungere una copertura significativa in ciascun gruppo di ragazze. Per
quanto concerne la prevenzione, in un lasso di tempo di 30 anni, il SSN avrà
speso 4.000 milioni di euro. Prevenire una sola morte per cancro alla
cervice costerà al SSN 8 milioni di euro, senza risparmiare un solo euro
nell’attuale prassi di prevenzione citologica, in quanto si raccomanda
di continuare a seguire questa pratica anche alle donne vaccinate. Queste
enormi cifre gettano seri dubbi sull’opportunità dei costi di questa misura, a
partire dal significativo investimento. Quante altre iniziative di prevenzione
o di cura, potrebbero essere effettuate e non saranno fatte? Cosa si deciderà
di sospendere per far quadrare il bilancio?
L’altissimo costo della vaccinazione intaccherà non solo
la sostenibilità finanziaria del sistema di vaccinazione spagnolo, ma
di tutto il sistema dei servizi di sanità pubblica.
Tuttavia, il costo non è l’unico problema: il vaccino contro
l’HPV è stato propagandato al pubblico dai responsabili politici e
della salute come un vaccino efficace nel prevenire il cancro cervicale
e la sofferenza che esso comporta per le donne, mentre ciò non è vero.
In realtà l’attendibilità scientifica di questo vaccino non è
ancora stata provata. Le prove in laboratorio del vaccino non sono state ancora
in grado di dimostrare il loro effetto nel prevenire il cancro, e lo studio per
lo sviluppo e l’efficacia è prevedibilmente ancora molto lungo, mentre non vi
sono reali possibilità, comprovate, di interrompere il processo di sviluppo del
cancro, sia attraverso l’immunità naturale sia attraverso lo screening delle
lesioni cancerose e relativo trattamento.
Il processo più lungo di monitoraggio, finora, è stato di 6 anni
(sviluppo fase II) e la fase III con più monitoraggio fino ad ora ha solo 3
anni. Dato che il cancro che si prefigge di impedire si sviluppa in 30,
50 o più anni, la brevità delle prove è evidente. Pertanto, avremo
bisogno di ancora un po’ di tempo per vedere la percentuale dello sviluppo del
tumore tra persone vaccinate o meno. In paesi come la Spagna, con una bassissima
incidenza del problema, aspettare dovrebbe essere la condotta logica.
Certamente, con le informazioni disponibili, è ragionevole
aspettarsi che il vaccino entro fine anno abbia dimostrato la capacità di
impedire lo sviluppo di alcuni tipi di cancro della cervice. Tuttavia, è
necessario tener conto dei seguenti altri fattori: la storia naturale della
malattia (evoluzione lenta), l’efficacia dei programmi di screening (alta se il
sistema soddisfa i suoi obblighi), il vaccino non è efficace contro tutti i
sierotipo cancerogeni, e che la Spagna è un paese con una bassa incidenza
di cancro cervicale.
Per tutti questi motivi, è probabile che in Spagna il numero di tumori impedito
non sarà molto grande.
Inoltre sono state sollevate obiezioni relative alla ragionevole
durata della immunogenicità – non è ancora noto se saranno necessarie
dosi di richiamo – e al comportamento dei sierotipi non inclusi nel vaccino,
che possono occupare la nicchia ecologica di quelli attualmente inclusi. Ci
sono esempi recenti delle conseguenze dell’uso del vaccino
pneumococcico sulla nascita di sierotipo non coperti con il vaccino, che sono
più resistenti agli antibiotici e causano la malattia pnemucoccica invasiva.
Di fronte all’utilità non ancora dimostrata, ai costi elevati per
il SSN e la bassa prevalenza della malattia, la decisione più razionale
sarebbe, ed è, rimanere in attesa e accumulare ulteriori elementi di prova.
Come si può spiegare che il SSN non prenda la decisione più
razionale possibile quando si tratta di difendere il bene pubblico? Ovviamente,
l’industria farmaceutica e, in particolare, le compagnie
promozionali sono anni che si prodigano a sviluppare strategie di cooptazione e
a creare un clima di opinione pubblica favorevole esagerando
il rischio al fine di convincere noi, in primo luogo, che vi è un problema, e
che quindi essi hanno l’appropriata soluzione.
Le strategie di disease mongering (terrorismo sanitario)
– invenzione o esagerazione della malattia per introdurre un prodotto
farmaceutico -, sono state duramente e giustamente criticate dal momento
che la deontologia pubblicitaria non dovrebbe abusare della buona fede della
naturale aspirazione ad essere esenti da malattie da parte del popolo e dei
politici, spesso ignoranti dei problemi della salute.
Il caso in esame si basa sulla considerazione doverosa e seria, che le
infezioni di HPV saranno debellate, il che è falso, e con enfasi sostengono,
senza dubbio in modo interessato e senza alcuna dimostrazione, la prevenzione
del cancro cervicale in Spagna.
L’industria farmaceutica ha legittimi interessi finanziari, però
non tutti questi interessi sono sempre in sintonia con i bisogni reali di
salute della popolazione. Il recente scandalo della terapia ormonale
sostitutiva, è la prova del fatto che l’industria farmaceutica ha
nascosto all’opinione pubblica per 30 anni gravi effetti collaterali del
trattamento di una “malattia” precedentemente inventata, e ciò non pone questo
settore in una situazione di grande credibilità pubblica come garante della
nostra salute.
Per i motivi precedentemente illustrati, i firmatari di questo
testo chiedono al Ministero della salute e tutela dei consumatori e ai
ministeri della salute dei CCAA una moratoria sulla applicazione del
vaccino HPV. Nessuno ha giustificato la reale fretta di realizzazione
di questo nuovo programma, per questo motivo, chiediamo di aprire un
periodo di studi per monitorare gli effetti del vaccino nella popolazione reale
e la costituzione di studi per scoprire il rapporto costo-efficacia per
ottenere nuovi dati. Tutto ciò dimostra la ragionevolezza dei dubbi circa
l’idoneità di questo programma di vaccinazione per la Spagna.
Per firmare l’appello http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article2132
(Voglio far notare che la scelta dei 12 anni di età è dettata dal fatto che fino a questa età i figli sono ancora sotto la "tutela sanitaria" dei genitori che possono scegliere per loro le cure e gli interventi che ritengono
più utili per la loro salute, dopo questa età ovvero dai 13 anni, se lo sapessero ma nessuno si preoccupa
di farglielo sapere, i figli dovrebbero decidere da se stessi di quali di medicine o interventi usufruire. Nelda)
http://www.omeopatia.org/it/news_omeopatia/news_omeopatia_dettaglio.php/ID=141
Vaccinare contro il Papillomavirus?
A cura dei Dottori Roberto Gava e Eugenio Serravalle
http://www.disinformazione.it/HPV.htm
Altre 8 morti collegate al vaccino HPV
Ammontano a migliaia gli effetti indesiderati provocati dal Gardasil
http://www.disinformazione.it/gardasil2.htm
Infezione da Papillomavirus
http://www.disinformazione.it/gardasil.htm
Motivi per una moratoria nell’applicazione del vaccino anti papilloma virus umano
Dal sito www.aed-femminismo.com riprendiamo la traduzione in italiano del documento
spagnolo “Motivi per una moratoria nell’applicazione del vaccino anti Papilloma
virus umano in Spagna” redatto da El CABS, associazione spagnola scientifica
socio-sanitaria, indipendente e senza scopo di lucro
El CABS, associazione scientifica socio-sanitaria, indipendente e
senza scopo di lucro, pubblica sul web il seguente documento, firmato da
accademici, medici, e da cittadini indipendenti, a titolo personale. (ndr
invitiamo a firmare)
Recentemente, il Consiglio Interterritoriale del Sistema
Sanitario Nazionale (SSN) ha dato luce verde per l’inserimento, nel programma
vaccinale spagnolo a carico del sistema sanitario pubblico, del vaccino contro
il papilloma virus umano (HPV).
Questa decisione è stata presa nonostante il prezzo elevato delle dosi e i più
che ragionevoli dubbi sulla sua eventuale efficacia nel prevenire un numero
sanitariamente rilevante di decessi per cancro della cervice nelle donne
spagnole. (Rispetto alla attuale prassi di prevenzione).
Se la vaccinazione sarà praticata effettivamente dal prossimo
anno, si può supporre una spesa dell’ordine di 125 milioni di euro annuali,
solo di costi di acquisto del prodotto (€ 464,58 per persona), senza tener
conto dell’apparato logistico che dovrà essere costituito ex novo, per
raggiungere una copertura significativa in ciascun gruppo di ragazze. Per
quanto concerne la prevenzione, in un lasso di tempo di 30 anni, il SSN avrà
speso 4.000 milioni di euro. Prevenire una sola morte per cancro alla
cervice costerà al SSN 8 milioni di euro, senza risparmiare un solo euro
nell’attuale prassi di prevenzione citologica, in quanto si raccomanda
di continuare a seguire questa pratica anche alle donne vaccinate. Queste
enormi cifre gettano seri dubbi sull’opportunità dei costi di questa misura, a
partire dal significativo investimento. Quante altre iniziative di prevenzione
o di cura, potrebbero essere effettuate e non saranno fatte? Cosa si deciderà
di sospendere per far quadrare il bilancio?
L’altissimo costo della vaccinazione intaccherà non solo
la sostenibilità finanziaria del sistema di vaccinazione spagnolo, ma
di tutto il sistema dei servizi di sanità pubblica.
Tuttavia, il costo non è l’unico problema: il vaccino contro
l’HPV è stato propagandato al pubblico dai responsabili politici e
della salute come un vaccino efficace nel prevenire il cancro cervicale
e la sofferenza che esso comporta per le donne, mentre ciò non è vero.
In realtà l’attendibilità scientifica di questo vaccino non è
ancora stata provata. Le prove in laboratorio del vaccino non sono state ancora
in grado di dimostrare il loro effetto nel prevenire il cancro, e lo studio per
lo sviluppo e l’efficacia è prevedibilmente ancora molto lungo, mentre non vi
sono reali possibilità, comprovate, di interrompere il processo di sviluppo del
cancro, sia attraverso l’immunità naturale sia attraverso lo screening delle
lesioni cancerose e relativo trattamento.
Il processo più lungo di monitoraggio, finora, è stato di 6 anni
(sviluppo fase II) e la fase III con più monitoraggio fino ad ora ha solo 3
anni. Dato che il cancro che si prefigge di impedire si sviluppa in 30,
50 o più anni, la brevità delle prove è evidente. Pertanto, avremo
bisogno di ancora un po’ di tempo per vedere la percentuale dello sviluppo del
tumore tra persone vaccinate o meno. In paesi come la Spagna, con una bassissima
incidenza del problema, aspettare dovrebbe essere la condotta logica.
Certamente, con le informazioni disponibili, è ragionevole
aspettarsi che il vaccino entro fine anno abbia dimostrato la capacità di
impedire lo sviluppo di alcuni tipi di cancro della cervice. Tuttavia, è
necessario tener conto dei seguenti altri fattori: la storia naturale della
malattia (evoluzione lenta), l’efficacia dei programmi di screening (alta se il
sistema soddisfa i suoi obblighi), il vaccino non è efficace contro tutti i
sierotipo cancerogeni, e che la Spagna è un paese con una bassa incidenza
di cancro cervicale.
Per tutti questi motivi, è probabile che in Spagna il numero di tumori impedito
non sarà molto grande.
Inoltre sono state sollevate obiezioni relative alla ragionevole
durata della immunogenicità – non è ancora noto se saranno necessarie
dosi di richiamo – e al comportamento dei sierotipi non inclusi nel vaccino,
che possono occupare la nicchia ecologica di quelli attualmente inclusi. Ci
sono esempi recenti delle conseguenze dell’uso del vaccino
pneumococcico sulla nascita di sierotipo non coperti con il vaccino, che sono
più resistenti agli antibiotici e causano la malattia pnemucoccica invasiva.
Di fronte all’utilità non ancora dimostrata, ai costi elevati per
il SSN e la bassa prevalenza della malattia, la decisione più razionale
sarebbe, ed è, rimanere in attesa e accumulare ulteriori elementi di prova.
Come si può spiegare che il SSN non prenda la decisione più
razionale possibile quando si tratta di difendere il bene pubblico? Ovviamente,
l’industria farmaceutica e, in particolare, le compagnie
promozionali sono anni che si prodigano a sviluppare strategie di cooptazione e
a creare un clima di opinione pubblica favorevole esagerando
il rischio al fine di convincere noi, in primo luogo, che vi è un problema, e
che quindi essi hanno l’appropriata soluzione.
Le strategie di disease mongering (terrorismo sanitario)
– invenzione o esagerazione della malattia per introdurre un prodotto
farmaceutico -, sono state duramente e giustamente criticate dal momento
che la deontologia pubblicitaria non dovrebbe abusare della buona fede della
naturale aspirazione ad essere esenti da malattie da parte del popolo e dei
politici, spesso ignoranti dei problemi della salute.
Il caso in esame si basa sulla considerazione doverosa e seria, che le
infezioni di HPV saranno debellate, il che è falso, e con enfasi sostengono,
senza dubbio in modo interessato e senza alcuna dimostrazione, la prevenzione
del cancro cervicale in Spagna.
L’industria farmaceutica ha legittimi interessi finanziari, però
non tutti questi interessi sono sempre in sintonia con i bisogni reali di
salute della popolazione. Il recente scandalo della terapia ormonale
sostitutiva, è la prova del fatto che l’industria farmaceutica ha
nascosto all’opinione pubblica per 30 anni gravi effetti collaterali del
trattamento di una “malattia” precedentemente inventata, e ciò non pone questo
settore in una situazione di grande credibilità pubblica come garante della
nostra salute.
Per i motivi precedentemente illustrati, i firmatari di questo
testo chiedono al Ministero della salute e tutela dei consumatori e ai
ministeri della salute dei CCAA una moratoria sulla applicazione del
vaccino HPV. Nessuno ha giustificato la reale fretta di realizzazione
di questo nuovo programma, per questo motivo, chiediamo di aprire un
periodo di studi per monitorare gli effetti del vaccino nella popolazione reale
e la costituzione di studi per scoprire il rapporto costo-efficacia per
ottenere nuovi dati. Tutto ciò dimostra la ragionevolezza dei dubbi circa
l’idoneità di questo programma di vaccinazione per la Spagna.
Per firmare l’appello http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article2132
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