Cibi per migliorare l'apparato cardiocircolatorio (ipertensione, infarto, ictus..)
[size=18][size=12][size=9]La diagnosi di ipertensione arteriosa o pressione elevata è confermata dopo alcune letture ripetute di più di 140/90mm Hg. Può essere primaria o essenziale – più di 90% dei casi –, o secondaria ad un’altra malattia, il che si verifica in meno di 10% dei casi. Molte ricerche hanno chiaramente dimostrato che fattori genetici, nutrizionali e ambientali determinano tale squilibrio organico. I sintomi di pressione arteriosa elevata possono presentarsi in tutto il corpo ed includono nausee, cefalee, insonnia, stanchezza, difficoltà a respirare, agitazione e instabilità emotiva. Negli stati più avanzati della malattia, si possono riscontrare gravi danni renali, cardiaci e/o cerebrali. Negli Stati Uniti si stima che il 20% della popolazione adulta bianca e il 30% della popolazione nera presentino valori di pressione sopra i 160/95mm Hg, cioè uno ogni quattro nordamericani, i due terzi di essi sotto i 65 anni. Tali numeri, seppure sconvolgenti, quasi raddoppiano quando la pressione arteriosa a 140/90mm Hg viene considerata il limite normale. L’ipertensione è associata all’aumento della mortalità dovuta alle malattie cardiovascolari. Alcuni fattori predisponenti alla sua comparsa sono:
la predisposizione ereditata, il diabete, l’obesità, il tabagismo, il colesterolo elevato, la pressione diastolica elevata persistente, lo stress, il sesso maschile e la razza negra.
L’ipertensione può essere tenuta sotto controllo attraverso una dieta adeguata, associata a cambiamenti nello stile di vita. Gli alimenti possono aumentare o ridurre la pressione di forma molto sorprendente. L’uso corretto degli alimenti dovrebbe essere la prima opzione della terapeutica medica attuale.
I medicinali antipertensivi sono tra i farmaci più venduti, con molti effetti collaterali e reazioni avverse.
Studi clinici a lungo termine hanno dimostrato che le persone che non usano tali farmaci si sentono meglio rispetto a quelle che le prendono abitualmente. L’ipertensione è intimamente connessa a fattori dietetici associati alla dieta occidentale dei paesi industrializzati ed è presente quasi nella sua totalità nei paesi occidentali economicamente sviluppati.
Le persone che vivono in condizioni primitive raramente presentano la pressione arteriosa elevata o soffrono un aumento della pressione associato all’aumento dell’età.
L’obesità predispone all’ipertensione arteriosa, al passo che la riduzione di peso abbassa la pressione sanguigna, sia nei normotesi che negli ipertesi. La necessaria perdita di peso corporeo è un importante obiettivo terapeutico negli ipertesi obesi o un po’ in sovrappeso. Molti fattori dietetici sono legati alla pressione arteriosa elevata.
La dieta alimentare attuale contiene un eccesso di sodio ed è molto deficitaria in potassio, quando dovrebbe essere il contrario.
L’equilibrio tra il sodio e il potassio è importante per la medicina cinese e per l’Ayurveda. La medicina occidentale allopatica ha messo in relazione l’eccesso di sodio con l’ipertensione arteriosa, ma non riconosce gli effetti a lungo termine dello squilibrio tra il sodio ed il potassio. L’eccesso di sodio ed il deficit di potassio rendono difficile l’assorbimento dei nutrienti a livello cellulare e ciò promuove la ritenzione dei liquidi nel corpo, risultando in un aumento della pressione arteriosa, principalmente la pressione diastolica.
La sola restrizione del sodio non migliora il controllo della pressione arteriosa. Per ottenere un risultato più soddisfacente è necessario che avvenga in concomitanza all’aumento nel consumo di potassio nella dieta.
La necessità di questi minerali è interdipendente: più grande è l’ingestione di sodio nella dieta, più grande sarà la necessità di potassio. La quantità giornaliera consigliata di sodio è di 500 mg al dì. La dieta della società occidentale industrializzata arriva a contenere da 5 a 20 grammi al dì, cioè, fino a 40 volte più della quantità consigliata.
Il rapporto ottimale tra il consumo di potassio ed il consumo di sodio è 5 a 1, ossia, se si considera un consumo quotidiano di sodio di 500 mg, la nostra necessità minima giornaliera di potassio sarà 2,5 grammi. Con una ingestione quotidiana da 5 a 20 g di sodio, il consumo di potassio giornaliero dovrebbe essere di circa 25 a 100 g !
Il potassio si trova nella frutta e nella verdura, ma si può perdere nella cottura o nel processamento degli alimenti.
La melassa di canna da zucchero, il sedano, la lattuga, le zucchine, gli spinacci, il cetriolo, il pomodoro, il cavolfiore, il broccolo, le melanzane, il cappuccio, le patate, il melone, l’avocado, la banana, i fagioli freschi ed i pesci sono importanti fonti di potassio nella dieta alimentare.
L’acquisto di sale raffinato da parte dei consumatori cala ogni anno. Inversamente, il contenuto di sale raffinato negli alimenti processati è cresciuto significativamente. E’ molto importante osservare la presenza del "sale occulto" negli alimenti e nei condimenti industrializzati: il settantacinque per cento del sale raffinato consumato nel mondo occidentale proviene dagli alimenti processati industrialmente. In alcune zone del mondo a ridotto consumo di sale, l’ipertensione è rara e non aumenta con l’età, diversamente da ciò che avviene nel mondo civilizzato.
La restrizione del sodio mantiene i vasi sanguigni più giovani, riducendo la pressione arteriosa.
Un dosaggio corretto di calcio nella dieta, circa un grammo al dì, può annullare gli effetti dannosi del sodio e il deficit di questo minerale può elevare la pressione. Il calcio svolge un’azione diuretica, eliminando il sodio attraverso i reni, e questo aiuta a ridurre l’ipertensione arteriosa. Di solito i soggetti ipertesi consumano meno calcio rispetto ai normotesi. Yogurt, melassa di canna e le foglie verdi sono fonti importanti di calcio.
Il deficit di magnesio è un fattore eziologico importante nella genesi dell’ipertensione e l’aumento del magnesio nel siero abbassa la pressione sanguigna. Una ricerca pubblicata nel 1983, dal British Medical Journal, ha rapportato che il supplemento di magnesio ha abbassato la pressione di 19 su 20 ipertesi, paragonato ad un risultato di zero nel gruppo di controllo.
Le principali fonti di magnesio sono le fibre della dieta, siano solubili o insolubili. Noci, frutta secca, riso, banana, patata, faggioli e melassa di canna sono altre fonti di magnesio.
I vegetariani presentano pressione più bassa rispetto ai non vegetariani, con minore incidenza di cardiopatie e ipertensione, in virtù del maggiore contenuto di fibre, principalmente della frutta, potassio, calcio e magnesio, vitamina C e vitamina A contenuti nella dieta vegetariana.
Le ricerche hanno dimostrato che quanto più basso è il livello di vitamina C nel siero, maggiore sarà la pressione del sangue, al passo che i maggiori tenori di tale vitamina prevengono l’ipertensione. L’ictus è comune nelle persone con deficit di vitamina C nel siero. Una dieta ricca di fibre è efficace nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari, inclusa l’ipertensione. Le fibre più benefiche sono quelle solubili in acqua, come la crusca d’avena, la crusca di riso e la pectina della mela e della pera, che riducono il peso ed il colesterolo.
L’aglio e la cipolla sono medicinali molto usati dall’antichità. La loro azione è ipotensiva, rilassano la muscolatura dei vasi sanguigni. Sono sufficienti alcuni spicchi al giorno, mangiati crudi o cotti. L’aglio crudo è più potente.
L’ortaggio sedano abbassa la pressione arteriosa, è sufficiente un minimo di due gambi al giorno. Abbassa il colesterolo, soprattutto nelle persone sottoposte allo stress. Il contenuto di potassio in quest’ortaggio secco è di 6.531 mg ogni 100 grammi. Il contenuto di sodio nel sedano è di 70 mg al dì in due gambi, non significativo nella dieta alimentare.
Nella preparazione di centrifugati il cetriolo potrebbe essere usato, con la buccia ed i semi. L’anguria e la pera contengono poche calorie e sono altamente diuretiche, perciò possiedono forte azione ipotensiva e dovrebbero essere consumate in grandi quantità, anche un kilo al dì. L’anguria dovrebbe essere frullata e bevuta con i semi.
L’acido grasso omega 3 contenuto nel salmone, nel tonno, nelle sardine, assunto tre volte la settimana, con un dosaggio quotidiano di 2.000 mg di olio, aiuta a controllare la pressione.
L’estratto della frutta e dei fiori dell’acerola abbassa la pressione, combatte le crisi di angina e riduce il colesterolo.
Le bevande alcoliche possono aumentare la pressione. Un dosaggio quotidiano superiore alle tre dosi può annullare l’effetto della dieta iposodica.
Lo zucchero raffinato e tutti i suoi derivati alzano la pressione arteriosa, stimolando la secrezione dell’adrenalina, che aumenta la vasocostrizione. Oltre a ciò, promuove la ritenzione di sodio ed è causa di obesità.
INFARTO E ICTUS
Non è il colesterolo che uccide ma il sangue che si coagula sulle placche di colesterolo nelle pareti delle arterie. Fattori di trombosi, come la viscosità e lo spessore del sangue circolante, sono determinanti nella formazione e nell’aumento di questi coaguli. La dieta alimentare può avere una grande influenza sui fattori causali di insorgenza dei coaguli. Prevenire la formazione dei coaguli può ridurre di molto le probabilità di un ictus. Il coagulo di sangue è la causa di 80 a 90% di questi avvenimenti.
Zenzero, aglio, cipolla e pesci grassi possiedono azione anticoagulante, ritardando di molto la formazione dei coaguli, bloccando il tromboxano, che promuove l’aggregazione e il raggruppamento delle piastrine, importante tappa della coagulazione.
Il grasso animale saturo, contenuto nei formaggi e nella carne, influenza la fluidità e la viscosità del sangue, giacchè favorisce la formazione di coaguli non adeguati, il che può portare a dei blocchi nei vasi del cuore, del cervello, delle gambe e dei polmoni.
Frutta e altri alimenti ricchi di vitamina C e fibre riducono il fibrinogeno, sostanza che promuove la formazione dei coaguli, oltre a stimolare i meccanismi di dissoluzione dei coaguli.
I vegetariani hanno una viscosità minore del sangue e una pressione arteriosa più bassa.
Chiodi di garofano, cumino e zafferano riducono la produzione di tromboxano, promotore dell’accumulo delle piastrine e la conseguente formazione dei coaguli. Lo zenzero è un potente anticoagulante, giacchè diminuisce l’aggregazione delle piastrine. L’olio di oliva rende difficile l’aggregazione delle piastrine, proteggendo le arterie.
Circa l’80% degli ictus sono causati dai coaguli e gli altri 20% sono dovuti a delle emorragie, cioè, alla rottura di vasi nel cervello. Gli alimenti possono prevenire tali problemi vascolari, molte volte fatali o invalidanti.
Il betacarotene, il potassio e gli acidi grassi omega 3, sono antidoti contro gli ictus.
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[/size]Fonte: http://www.centrostudisalute.org/settorealimentare_corso_alimentazione.htm#novantaquattro[/size]
[size=18][size=12][size=9]La diagnosi di ipertensione arteriosa o pressione elevata è confermata dopo alcune letture ripetute di più di 140/90mm Hg. Può essere primaria o essenziale – più di 90% dei casi –, o secondaria ad un’altra malattia, il che si verifica in meno di 10% dei casi. Molte ricerche hanno chiaramente dimostrato che fattori genetici, nutrizionali e ambientali determinano tale squilibrio organico. I sintomi di pressione arteriosa elevata possono presentarsi in tutto il corpo ed includono nausee, cefalee, insonnia, stanchezza, difficoltà a respirare, agitazione e instabilità emotiva. Negli stati più avanzati della malattia, si possono riscontrare gravi danni renali, cardiaci e/o cerebrali. Negli Stati Uniti si stima che il 20% della popolazione adulta bianca e il 30% della popolazione nera presentino valori di pressione sopra i 160/95mm Hg, cioè uno ogni quattro nordamericani, i due terzi di essi sotto i 65 anni. Tali numeri, seppure sconvolgenti, quasi raddoppiano quando la pressione arteriosa a 140/90mm Hg viene considerata il limite normale. L’ipertensione è associata all’aumento della mortalità dovuta alle malattie cardiovascolari. Alcuni fattori predisponenti alla sua comparsa sono:
la predisposizione ereditata, il diabete, l’obesità, il tabagismo, il colesterolo elevato, la pressione diastolica elevata persistente, lo stress, il sesso maschile e la razza negra.
L’ipertensione può essere tenuta sotto controllo attraverso una dieta adeguata, associata a cambiamenti nello stile di vita. Gli alimenti possono aumentare o ridurre la pressione di forma molto sorprendente. L’uso corretto degli alimenti dovrebbe essere la prima opzione della terapeutica medica attuale.
I medicinali antipertensivi sono tra i farmaci più venduti, con molti effetti collaterali e reazioni avverse.
Studi clinici a lungo termine hanno dimostrato che le persone che non usano tali farmaci si sentono meglio rispetto a quelle che le prendono abitualmente. L’ipertensione è intimamente connessa a fattori dietetici associati alla dieta occidentale dei paesi industrializzati ed è presente quasi nella sua totalità nei paesi occidentali economicamente sviluppati.
Le persone che vivono in condizioni primitive raramente presentano la pressione arteriosa elevata o soffrono un aumento della pressione associato all’aumento dell’età.
L’obesità predispone all’ipertensione arteriosa, al passo che la riduzione di peso abbassa la pressione sanguigna, sia nei normotesi che negli ipertesi. La necessaria perdita di peso corporeo è un importante obiettivo terapeutico negli ipertesi obesi o un po’ in sovrappeso. Molti fattori dietetici sono legati alla pressione arteriosa elevata.
La dieta alimentare attuale contiene un eccesso di sodio ed è molto deficitaria in potassio, quando dovrebbe essere il contrario.
L’equilibrio tra il sodio e il potassio è importante per la medicina cinese e per l’Ayurveda. La medicina occidentale allopatica ha messo in relazione l’eccesso di sodio con l’ipertensione arteriosa, ma non riconosce gli effetti a lungo termine dello squilibrio tra il sodio ed il potassio. L’eccesso di sodio ed il deficit di potassio rendono difficile l’assorbimento dei nutrienti a livello cellulare e ciò promuove la ritenzione dei liquidi nel corpo, risultando in un aumento della pressione arteriosa, principalmente la pressione diastolica.
La sola restrizione del sodio non migliora il controllo della pressione arteriosa. Per ottenere un risultato più soddisfacente è necessario che avvenga in concomitanza all’aumento nel consumo di potassio nella dieta.
La necessità di questi minerali è interdipendente: più grande è l’ingestione di sodio nella dieta, più grande sarà la necessità di potassio. La quantità giornaliera consigliata di sodio è di 500 mg al dì. La dieta della società occidentale industrializzata arriva a contenere da 5 a 20 grammi al dì, cioè, fino a 40 volte più della quantità consigliata.
Il rapporto ottimale tra il consumo di potassio ed il consumo di sodio è 5 a 1, ossia, se si considera un consumo quotidiano di sodio di 500 mg, la nostra necessità minima giornaliera di potassio sarà 2,5 grammi. Con una ingestione quotidiana da 5 a 20 g di sodio, il consumo di potassio giornaliero dovrebbe essere di circa 25 a 100 g !
Il potassio si trova nella frutta e nella verdura, ma si può perdere nella cottura o nel processamento degli alimenti.
La melassa di canna da zucchero, il sedano, la lattuga, le zucchine, gli spinacci, il cetriolo, il pomodoro, il cavolfiore, il broccolo, le melanzane, il cappuccio, le patate, il melone, l’avocado, la banana, i fagioli freschi ed i pesci sono importanti fonti di potassio nella dieta alimentare.
L’acquisto di sale raffinato da parte dei consumatori cala ogni anno. Inversamente, il contenuto di sale raffinato negli alimenti processati è cresciuto significativamente. E’ molto importante osservare la presenza del "sale occulto" negli alimenti e nei condimenti industrializzati: il settantacinque per cento del sale raffinato consumato nel mondo occidentale proviene dagli alimenti processati industrialmente. In alcune zone del mondo a ridotto consumo di sale, l’ipertensione è rara e non aumenta con l’età, diversamente da ciò che avviene nel mondo civilizzato.
La restrizione del sodio mantiene i vasi sanguigni più giovani, riducendo la pressione arteriosa.
Un dosaggio corretto di calcio nella dieta, circa un grammo al dì, può annullare gli effetti dannosi del sodio e il deficit di questo minerale può elevare la pressione. Il calcio svolge un’azione diuretica, eliminando il sodio attraverso i reni, e questo aiuta a ridurre l’ipertensione arteriosa. Di solito i soggetti ipertesi consumano meno calcio rispetto ai normotesi. Yogurt, melassa di canna e le foglie verdi sono fonti importanti di calcio.
Il deficit di magnesio è un fattore eziologico importante nella genesi dell’ipertensione e l’aumento del magnesio nel siero abbassa la pressione sanguigna. Una ricerca pubblicata nel 1983, dal British Medical Journal, ha rapportato che il supplemento di magnesio ha abbassato la pressione di 19 su 20 ipertesi, paragonato ad un risultato di zero nel gruppo di controllo.
Le principali fonti di magnesio sono le fibre della dieta, siano solubili o insolubili. Noci, frutta secca, riso, banana, patata, faggioli e melassa di canna sono altre fonti di magnesio.
I vegetariani presentano pressione più bassa rispetto ai non vegetariani, con minore incidenza di cardiopatie e ipertensione, in virtù del maggiore contenuto di fibre, principalmente della frutta, potassio, calcio e magnesio, vitamina C e vitamina A contenuti nella dieta vegetariana.
Le ricerche hanno dimostrato che quanto più basso è il livello di vitamina C nel siero, maggiore sarà la pressione del sangue, al passo che i maggiori tenori di tale vitamina prevengono l’ipertensione. L’ictus è comune nelle persone con deficit di vitamina C nel siero. Una dieta ricca di fibre è efficace nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari, inclusa l’ipertensione. Le fibre più benefiche sono quelle solubili in acqua, come la crusca d’avena, la crusca di riso e la pectina della mela e della pera, che riducono il peso ed il colesterolo.
L’aglio e la cipolla sono medicinali molto usati dall’antichità. La loro azione è ipotensiva, rilassano la muscolatura dei vasi sanguigni. Sono sufficienti alcuni spicchi al giorno, mangiati crudi o cotti. L’aglio crudo è più potente.
L’ortaggio sedano abbassa la pressione arteriosa, è sufficiente un minimo di due gambi al giorno. Abbassa il colesterolo, soprattutto nelle persone sottoposte allo stress. Il contenuto di potassio in quest’ortaggio secco è di 6.531 mg ogni 100 grammi. Il contenuto di sodio nel sedano è di 70 mg al dì in due gambi, non significativo nella dieta alimentare.
Nella preparazione di centrifugati il cetriolo potrebbe essere usato, con la buccia ed i semi. L’anguria e la pera contengono poche calorie e sono altamente diuretiche, perciò possiedono forte azione ipotensiva e dovrebbero essere consumate in grandi quantità, anche un kilo al dì. L’anguria dovrebbe essere frullata e bevuta con i semi.
L’acido grasso omega 3 contenuto nel salmone, nel tonno, nelle sardine, assunto tre volte la settimana, con un dosaggio quotidiano di 2.000 mg di olio, aiuta a controllare la pressione.
L’estratto della frutta e dei fiori dell’acerola abbassa la pressione, combatte le crisi di angina e riduce il colesterolo.
Le bevande alcoliche possono aumentare la pressione. Un dosaggio quotidiano superiore alle tre dosi può annullare l’effetto della dieta iposodica.
Lo zucchero raffinato e tutti i suoi derivati alzano la pressione arteriosa, stimolando la secrezione dell’adrenalina, che aumenta la vasocostrizione. Oltre a ciò, promuove la ritenzione di sodio ed è causa di obesità.
INFARTO E ICTUS
Non è il colesterolo che uccide ma il sangue che si coagula sulle placche di colesterolo nelle pareti delle arterie. Fattori di trombosi, come la viscosità e lo spessore del sangue circolante, sono determinanti nella formazione e nell’aumento di questi coaguli. La dieta alimentare può avere una grande influenza sui fattori causali di insorgenza dei coaguli. Prevenire la formazione dei coaguli può ridurre di molto le probabilità di un ictus. Il coagulo di sangue è la causa di 80 a 90% di questi avvenimenti.
Zenzero, aglio, cipolla e pesci grassi possiedono azione anticoagulante, ritardando di molto la formazione dei coaguli, bloccando il tromboxano, che promuove l’aggregazione e il raggruppamento delle piastrine, importante tappa della coagulazione.
Il grasso animale saturo, contenuto nei formaggi e nella carne, influenza la fluidità e la viscosità del sangue, giacchè favorisce la formazione di coaguli non adeguati, il che può portare a dei blocchi nei vasi del cuore, del cervello, delle gambe e dei polmoni.
Frutta e altri alimenti ricchi di vitamina C e fibre riducono il fibrinogeno, sostanza che promuove la formazione dei coaguli, oltre a stimolare i meccanismi di dissoluzione dei coaguli.
I vegetariani hanno una viscosità minore del sangue e una pressione arteriosa più bassa.
Chiodi di garofano, cumino e zafferano riducono la produzione di tromboxano, promotore dell’accumulo delle piastrine e la conseguente formazione dei coaguli. Lo zenzero è un potente anticoagulante, giacchè diminuisce l’aggregazione delle piastrine. L’olio di oliva rende difficile l’aggregazione delle piastrine, proteggendo le arterie.
Circa l’80% degli ictus sono causati dai coaguli e gli altri 20% sono dovuti a delle emorragie, cioè, alla rottura di vasi nel cervello. Gli alimenti possono prevenire tali problemi vascolari, molte volte fatali o invalidanti.
Il betacarotene, il potassio e gli acidi grassi omega 3, sono antidoti contro gli ictus.
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[/size]Fonte: http://www.centrostudisalute.org/settorealimentare_corso_alimentazione.htm#novantaquattro[/size]
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