I cibi geneticamente modificati
Il World Economic Forum di Davos e, prima ancora, quello di Seatle hanno rischiato di trasformare la globalizzazione del mercato in un grande affare per le multinazionali dell' agroalimentare; senza tener conto delle varie identità culturali . L' apertura indiscriminata del mercato Europeo ai cibi-tecnologici, provenienti da Canada, USA e Argentina , potrebbe di fatto cambiare la nostra dieta quotidiana. Prendiamo ad esempio le fragolone con l'antigelo incorporato: scienziati Americani hanno sparato all' interno del corredo genetico delle fragole un gene antigelo, isolato dal DNA di un pesce dell' Artico, cosi le nuove fragole modificate si potranno coltivare anche sotto la neve. Per non parlare poi del Super-Pomodoro, che matura lentamente e non marcisce ma che ha solo l'aspetto del pomodoro. Infatti l'uso di fertilizzanti azotati fanno sparire circa la metà del profumo e del sapore nelle piante trattate ma ne aumentano il volume. Oltre ai vegetali geneticamente modificati, stanno per essere immessi nel mercato anche gli animali. Prendiamo ad esempio in esame le api: superproduttive e prive di pungiglione; i maialini, che hanno carne tenerissima e danno alla luce piu' di venti piccoli alla volta ed infine il vitello creato in Giappone primo clone di un clone gia modificato. Scienziati ed ambientalisti temono che piante e batteri gm, possano contaminare le coltivazioni naturali mettendo in serio pericolo la Biodiversità stessa, ovvero l'insieme di ambienti naturali e specie viventi e vegetali che popolano il nostro pianeta. Esempio lampante è il fenomeno dei pollini geneticamente modificati che, durante il periodo dell' impollinazione, vengono trasportati dal vento o da animali impollinando piante naturali creando cosi nuovi ibridi transgenici. Non esiste a mio avviso la necessità di coltivazioni gm, poiché non è vero che possano aumentare la produzione , o ridurre i costi; anzi la produzione rimane la stessa e quello che aumenta sono solo i costi per gli agricoltori poiché esiste la possibilità di dipendenza da parte di questi ultimi nei confronti dell' industria. Infatti i semi vengono dati solo in concessione e non sono più riproducibili (nei casi limite sono state brevettate piante che si autodistruggano.) Per quello che riguarda la salute si e' cercato di studiare anche l'eventuale azione degli OGM all'interno dell'organismo animale. Si è sperimentato che gli OGM, utilizzati per l'alimentazione animale e contenenti geni modificati per la resistenza a certi antibiotici, ingeriti dalle cavie venivano assorbiti da batteri patogeni presenti nell' organismo rendendo inefficace una qualsiasi terapia antibatterica. Le leggi in merito agli OGM ancora non sono chiare: si dovrebbe imporre una sperimentazione degli effetti sul lungo periodo e cioè a distanza di dieci quindici anni, mentre ora gli OGM vengono creati e sperimentati per brevi periodi ed immessi sul mercato. Tempo fa' fu presentata a Lussemburgo una moratoria , firmata da Francia ed Italia, contro l'immissione di nuovi OGM in Europa; alcuni paesi però si sono chiamati fuori e si è giunti solo ad uno stop parziale dell' immissione di nuovi OGM . Fino a quando l'Ue non si darà nuove norme ( speriamo più restrittive di quelle che nel 1992 permisero l'ingresso di ben 18 varieta' transgeniche) , il divieto dovrebbe essere rispettato e contestualmente si dovrebbe iniziare a studiare l'impatto degli OGM sull'ambiente e sulla salute. In Italia , per il momento, esiste solo una legge la quale stabilisce che i cibi destinati all' infanzia, per i primi 3 anni, non possono contenere OGM. La prima delle Regioni italiane che si è schierata contro il transgenico è proprio la regione Marche, con una delibera approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 18/01/2000. Tale delibera si impegna a promuovere: (art 1) tutte le azioni necessarie a prevenire i possibili rischi alla salute umana e all' ambiente derivanti dal consumo di prodotti contenenti OGM. (art 2) ad organizzare campagne di informazione del cittadino e dell' agricoltore sui rischi possibili derivanti dall' introduzione di OGM nell' alimentazione e sull' ambiente. (art 3) che gli OGM non debbano essere somministrati nelle attività di ristorazione collettiva e quindi nelle mense scolastiche, negli Ospedali e nei luoghi di cura.
[Roberto Coppi - slowfood@loretoshop.com]
Il World Economic Forum di Davos e, prima ancora, quello di Seatle hanno rischiato di trasformare la globalizzazione del mercato in un grande affare per le multinazionali dell' agroalimentare; senza tener conto delle varie identità culturali . L' apertura indiscriminata del mercato Europeo ai cibi-tecnologici, provenienti da Canada, USA e Argentina , potrebbe di fatto cambiare la nostra dieta quotidiana. Prendiamo ad esempio le fragolone con l'antigelo incorporato: scienziati Americani hanno sparato all' interno del corredo genetico delle fragole un gene antigelo, isolato dal DNA di un pesce dell' Artico, cosi le nuove fragole modificate si potranno coltivare anche sotto la neve. Per non parlare poi del Super-Pomodoro, che matura lentamente e non marcisce ma che ha solo l'aspetto del pomodoro. Infatti l'uso di fertilizzanti azotati fanno sparire circa la metà del profumo e del sapore nelle piante trattate ma ne aumentano il volume. Oltre ai vegetali geneticamente modificati, stanno per essere immessi nel mercato anche gli animali. Prendiamo ad esempio in esame le api: superproduttive e prive di pungiglione; i maialini, che hanno carne tenerissima e danno alla luce piu' di venti piccoli alla volta ed infine il vitello creato in Giappone primo clone di un clone gia modificato. Scienziati ed ambientalisti temono che piante e batteri gm, possano contaminare le coltivazioni naturali mettendo in serio pericolo la Biodiversità stessa, ovvero l'insieme di ambienti naturali e specie viventi e vegetali che popolano il nostro pianeta. Esempio lampante è il fenomeno dei pollini geneticamente modificati che, durante il periodo dell' impollinazione, vengono trasportati dal vento o da animali impollinando piante naturali creando cosi nuovi ibridi transgenici. Non esiste a mio avviso la necessità di coltivazioni gm, poiché non è vero che possano aumentare la produzione , o ridurre i costi; anzi la produzione rimane la stessa e quello che aumenta sono solo i costi per gli agricoltori poiché esiste la possibilità di dipendenza da parte di questi ultimi nei confronti dell' industria. Infatti i semi vengono dati solo in concessione e non sono più riproducibili (nei casi limite sono state brevettate piante che si autodistruggano.) Per quello che riguarda la salute si e' cercato di studiare anche l'eventuale azione degli OGM all'interno dell'organismo animale. Si è sperimentato che gli OGM, utilizzati per l'alimentazione animale e contenenti geni modificati per la resistenza a certi antibiotici, ingeriti dalle cavie venivano assorbiti da batteri patogeni presenti nell' organismo rendendo inefficace una qualsiasi terapia antibatterica. Le leggi in merito agli OGM ancora non sono chiare: si dovrebbe imporre una sperimentazione degli effetti sul lungo periodo e cioè a distanza di dieci quindici anni, mentre ora gli OGM vengono creati e sperimentati per brevi periodi ed immessi sul mercato. Tempo fa' fu presentata a Lussemburgo una moratoria , firmata da Francia ed Italia, contro l'immissione di nuovi OGM in Europa; alcuni paesi però si sono chiamati fuori e si è giunti solo ad uno stop parziale dell' immissione di nuovi OGM . Fino a quando l'Ue non si darà nuove norme ( speriamo più restrittive di quelle che nel 1992 permisero l'ingresso di ben 18 varieta' transgeniche) , il divieto dovrebbe essere rispettato e contestualmente si dovrebbe iniziare a studiare l'impatto degli OGM sull'ambiente e sulla salute. In Italia , per il momento, esiste solo una legge la quale stabilisce che i cibi destinati all' infanzia, per i primi 3 anni, non possono contenere OGM. La prima delle Regioni italiane che si è schierata contro il transgenico è proprio la regione Marche, con una delibera approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 18/01/2000. Tale delibera si impegna a promuovere: (art 1) tutte le azioni necessarie a prevenire i possibili rischi alla salute umana e all' ambiente derivanti dal consumo di prodotti contenenti OGM. (art 2) ad organizzare campagne di informazione del cittadino e dell' agricoltore sui rischi possibili derivanti dall' introduzione di OGM nell' alimentazione e sull' ambiente. (art 3) che gli OGM non debbano essere somministrati nelle attività di ristorazione collettiva e quindi nelle mense scolastiche, negli Ospedali e nei luoghi di cura.
[Roberto Coppi - slowfood@loretoshop.com]
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