"Vederci chiaro con il Metodo Bates"
Nel 1919 Bates elaborò il metodo con lo scopo di curare difetti visivi ritenuti insolubili come miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo. Basato su una serie di esercizi e metodologie specifiche, il metodo di Bates ritiene sia inutile, o peggio dannoso, utilizzare gli occhiali.
tratto da http://www.lastampa.it del 4 marzo 2009 a firma di Luigi Mondo e Stefania Del Principe
Cerchiamo di vederci chiaro riguardo a un metodo di cura dei difetti della vista che ritiene gli occhiali un pericolo. È il cosiddetto metodo Bates che prende nome dal suo ideatore, il dottor William Horatio Bates (1860 – 1931).
Nel 1919 Bates elaborò il metodo con lo scopo di curare difetti visivi ritenuti insolubili come miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo. Basato su una serie di esercizi e metodologie specifiche, il metodo di Bates ritiene sia inutile, o peggio dannoso, utilizzare gli occhiali. La stessa cosa dicasi per gli interventi chirurgici deputati alla soluzione di problemi visivi.
Secondo il dottor Bates la persona che inizia a usare gli occhiali, favorisce inconsapevolmente il peggioramento della vista: difatti, gli occhiali, secondo la sua teoria, innescano un processo che richiede l’utilizzo nel tempo di lenti sempre più potenti.
Egli stesso ebbe a dichiarare che: “gli errori di rifrazione, inclusa la presbiopia, sono dovuti non a cambiamenti organici nella forma del globo oculare o nella costituzione del cristallino ma a un funzionale, e perciò curabile, disturbo nell’azione dei muscoli estrinseci”. Un problema, quindi, che riguarda i muscoli e il loro eventuale allenamento.
Ma, per capirne di più, abbiamo chiesto delucidazioni a Laura Canepa, Ortottista, Assistente in oftalmologia e insegnante di Educazione Visiva diplomata presso la Specialità di Oculistica dell'Università di Genova.
Al momento sembrerebbe che nessun lavoro scientifico abbia dimostrato l'efficacia del metodo Bates. Secondo questo metodo gli occhiali non solo non risolvono il problema della vista ma, anzi, lo peggiorano. Può dirci qualcosa in merito?
"Come tutti gli ausili anche gli occhiali dovrebbero essere utilizzati ‘al momento del bisogno’. Per fare un esempio banale: il miope che inizia ad aver bisogno della correzione per vederci da lontano non ha senso che li usi per vederci da vicino poiché qui ci vede bene. In tal modo innesca uno stress da iper-accomodazione che anziché aiutare ‘solo’ al momento del bisogno, costringe l'organo ad adattarsi alla lente anziché il contrario (compensare il deficit ). Basta poco per comprendere che, specie all'inizio dell’insorgere della miopia, non è il caso di tenere l'occhiale anche per ‘guardare nel piatto’. Inoltre, la funzione visiva come tutto il resto della nostra fisiologia, è soggetta a lievi cambiamenti: è una sorta di elastico che può avere dei momenti di defaillance... e si può anche riprendere”.
“Anche la vista, come tutto il nostro corpo, ha bisogno di essere allenata per dare il meglio e anche gli occhi, che sono mossi da ben 12 muscoli oculomotori rispondono alla ‘ginnastica’ con grandi risultati. L’occhiale non favorisce questo movimento poiché la lente ha un campo di visione ristretto nell’ambito del quale l’occhio si muove sempre meno. Meno movimento = meno vista. Quindi, l’occhiale va visto come un ausilio da usare a seconda del bisogno e non come uno strumento da tenere sempre, in modo da lasciare all’occhio la possibilità di rimanere flessibile e superare eventuali momenti di stanchezza.
Fino ad oggi solo gli occhi, rispetto a tutto il corpo, sono stati esclusi dalla terapia riabilitativa. In caso di una distorsione di una caviglia non salterebbe in mente a nessuno di tenere per sempre il tensoplast o il tutore che ha contribuito a superare il momentaneo disagio e guarire".
Come sono fatti gli occhiali a reticolato? Come “funzionano” esattamente?
"Gli occhiali a reticolato sono una vera e propria ‘rete’ con buchi più meno diversi nella loro grandezza che suggeriscono agli occhi il movimento perduto, poiché gli occhi che non vedono bene tendono a ‘fissare’, a bloccare nella tensione nel cercare di vedere meglio. Mentre, invece, più gli occhi sono fermi e peggio vedono. Quindi, gli occhiali a reticolato favoriscono il movimento e questo è utile per tutti i difetti visivi e possono essere utili anche per qualche patologia. Favoriscono quindi una sorta di ‘ginnastica’ passiva fatta in completo relax e non solo. Gli occhi che vedono meglio con l’occhiale a reticolato si rilassano sempre, lasciando andare rigidità e tensioni, nemici della buona vista. Per questo motivo anche la circolazione sanguigna migliorerà, favorita dal movimento e l’intero apparato visivo riceverà più nutrimento e più ossigenazione… favorendo gli scambi metabolici.
Sotto il profilo ‘tecnico’ possiamo dire che attraverso il foro stenopeico la direzione dei fasci luminosi diventa parallela e raggiunge la fovea (punto della macula di migliore risoluzione visiva) senza dover essere fatta convergere su di essa dal cristallino".
È vero che questi non servono solo a chi ha problemi di vista ma anche a chi è obbligato a stare parecchie ore davanti ad un monitor, a chi soffre di cataratta ecc?
"Nella risposta alla seconda domanda c’è già la soluzione in quanto i citati benefici del movimento sono evidenti in chi è costretto a una visione ravvicinata per molte ora della giornata. L’unica raccomandazione risiede nel buon equilibrio della luminosità del monitor e dell’ambiente e nel buon senso di imparare a utilizzare questo valido aiuto gradualmente poiché è giusto che il nostro sistema nervoso si abitui dolcemente a un nuovo mezzo. Tale ausilio fa fare molto lavoro ai nostri occhi. A tale proposito è bene ricordare che la retina, là dove sono accolte le immagini per essere inviate al cervello, è costituita da ‘materia grigia’, e in quanto tale va trattata con rispetto.
Per ciò che riguarda la cataratta in particolare, vale quanto detto a proposito dei fasci luminosi che raggiungono più facilmente la retina".
Quali esercizi si possono fare, quotidianamente, per migliorare la vista?
"L’educazione visiva è ricca di ‘esercizi’ per alleviare la fatica quotidiana dei nostri occhi ma possiamo ricordare i più semplici e comprensibili:
- Staccare lo sguardo dallo schermo del computer e guardare oltre… Per oltre s’intende una finestra o un bel quadro colorato se la finestra non c’è; un mazzo di fiori, una pianta o comunque qualcosa di colorato e piacevole posto lontano;
- Fare delle piccole pause in cui gli occhi si ‘allenano’” a guardare nelle varie posizioni di sguardo mantenendo la posizione e contando gradualmente aumentando i secondi. Si può partire da 5 per arrivare anche fino a 30. Arrivare delicatamente a un vero e proprio stretching dei muscoli oculari facendo delle ampie rotazioni dello sguardo in tutte le posizioni: quindi destra, sinistra, alto, basso e poi ancora in alto a destra e in basso a sinistra… e così via.
Fare delle pause con il ‘palming’ in cui si chiudono gli occhi e si pongono le mani sugli stessi, appoggiando i gomiti sulla scrivania e contando perlomeno 10 respiri consapevoli per lasciar fluire le tensioni. Si può accompagnare il palming con una visualizzazione se si è imparato a farle con un buon ‘coach della vista’.
Fare delle rotazioni del capo a destra e sinistra, e poi sempre più ampie con gli occhi chiusi e con gli occhi aperti.
Fare dei piccoli movimenti rotatori con le spalle, anche restando seduti al proprio posto di lavoro e mettendo attenzione al respiro;
- Respirare profondamente e consapevolmente pensando al diaframma e al suo movimento, ascoltando il respiro che entra… e il respiro che esce".
Nonostante il metodo Bates si stia diffondendo anche in Italia la scienza ufficiale non gli dà ancora alcuna validità scientifica, eppure molte persone dichiarano di aver ottenuto rapidamente buoni risultati. Il più importante è stato riportato nel 1942 nel libro “The Art of Seeing” scritto da Aldous Leonard Huxley che nonostante fosse quasi cieco, ha riacquistato la vista in soli 3 mesi. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?
"Il dr. Bates fu uno grande scienziato poiché ebbe intuizioni straordinarie riguardo alle connessioni occhi mente. Fu lui a studiare lo stress e a scoprire l’adrenalina e i suoi effetti. Gli odierni studi di neuroscienza stanno dimostrando ampiamente queste connessioni che consentono di comprendere meglio la risposta del nostro corpo a tutto quanto viviamo. La connessione corpo mente non può evidentemente ignorare le emozioni e tutto quanto ad esse è collegato.
Bates non parlava di emozioni come le intendiamo oggi ma di ‘sforzo’, di tensione… Gli occhi che si sforzano ‘fissano’ e bloccano il movimento. Tale rigidità riguarda tutto il corpo e i molteplici aspetti del delicato equilibrio dell’essere umano.
Per tutto il 900 la classe medica ha disconosciuto il collega americano forse perché tale tipo di ricerca e di percorso riabilitativo richiede un po’ di tempo e una partecipazione attiva del paziente che deve mettersi in gioco… e che spesso il medico non ha tempo di seguire. Nel mondo però il movimento degli Educatori Visivi ha creato una grande tendenza culturale dedicata a chi desidera essere attore della propria salute e del proprio benessere. Ho comunque la fortuna di conoscere diversi medici favorevoli al metodo rieducativo".
È possibile avere maggiori informazioni contattando Laura Canepa: laura-canepa@libero.it - http://www.vistabates.it
(Luigi Mondo e Stefania Del Principe)
Fonte: http://www.ilnuovomondo.it/artvedercichiarobates.htm
"METTI A FUOCO CON LA GINNASTICA DEGLI OCCHI"
Si chiama metodo Bates ed è una tecnica olistica secondo la quale, per correggere
difetti come la miopia e la presbiopia, occorre allenare i muscoli oculari
Tratto da "COME STAI" del mese di maggio a firma Daniela Larivei con la collaborazione di
Amalia Gorni, naturopata ed educatore visivo
Sono milioni le persone al mondo che indossano gli occhiali o portano le lenti a contatto per supplire a un difetto visivo. Per tornare a vedere, però, si può provare anche una tecnica dolce, sviluppatasi nella prima metà del secolo scorso, chiamata metodo bates.
Secondo l'Aiev, (Associazione italiana per l'educazione visiva), grazie a questa tecnica molte persone sono riuscite a riacquistare una normale e a volte eccellente capacità visiva.
Il metodo Bates, adatto a tutti anche ai bambini, non ha nulla di miracoloso: si tratta infatti di una ginnastica per i muscoli degli occhi. E' considerata, però, una tecnica olistica, cioè che mira al benessere della persona nella sua totalità.
Vedere chiaro, infatti, è un obiettivo che si raggiunge praticando quotidianamente alcuni esercizi, ma anche mettendo ordine dentro se stessi per vedere ciò che ci circonda con un'ottica diversa: i risultati possono essere davvero sorprendenti.
COLPA DELLE TENSIONI
In una visione sana tutti i fasci luminosi provenienti dagli oggetti presenti nel campo visivo vengono convogliati in un preciso punto della retina, la fovea centralis, che è la responsabile della visione nitida. E' il cristallino che, fungendo da lente, si flette in vario modo operando la deviazione della luce: è ciò che viene chiamata "rifrazione". In presenza di un vizio di rifrazione, il cristallino, per varie cause, non è in grado di convergere i raggi luminosi sulla fovea e pertanto la vista risulta sfuocata. Tuttavia, secondo il metodo Bates, i problemi di vista non sarebbero da imputare soltanto a un deterioramento del cristallino, bensì anche all'affaticamento dei muscoli degli occhi.
In pratica, in presenza di tensioni mentali, anche i muscoli degli occhi si irrigidiscono. Ne consegue che l'occhio cambia forma dando origine a specifici disturbi visivi: la retina, in pratica, resta fissata o troppo avanti o troppo indietro per permettere all'immagine di cadere a fuoco sulla fovea centralis, consentendo una visione nitida. Per esempio, in caso di:
l miopia, a causa di un anomalo allungamento del bulbo oculare, i raggi non convergono sulla fovea, ma in un punto antistante ad essa;
l ipermetropia, il bulbo è più corto del normale e il cristallino ha difficoltà ad incurvarsi per mettere a fuoco gli oggetti vicini. I raggi vengono così proiettati in un punto retrostante alla fovea
l presbiopia, si ha un irrigidimento del cristallino che lo rende incapace di flettersi a sufficienza per vedere bene gli occhi vicini;
l astigmatismo, per via di un'alterazione della curvatura della cornea (membrana trasparente che chiude anteriormente l'occhio) e della luce che risulta distorta e deviata in modo impreciso, l'acutezza visiva è confusa, in quanto ridotta sia da lontano sia da vicino.
Inoltre, sempre secondo Bates, gli occhiali possono rendere permanente e far peggiorare quello che è soltanto un disturbo momentaneo, perchè l'occhio si abitua e si adatta alle lenti diventando, così, pigro. Non solo, dopo anno di studi il medico americano aveva constatato che molte persone portavano occhiali pur non avendone bisogno.
UNO SFORZO INCONSCIO
Lo stato di tensione mentale e fisica che coinvolge anche gli occhi è stato identificato da Bates come la causa di tutti i problemi di vista. A tale proposito, il medico ha evidenziato i passi fondamentali per correggerli e cioè:
l abbandonare l'abitudine di sforzarsi di vedere bene,
l sperimentare concretamente la differenza tra sforzarsi di vedere e rilassarsi semplicemente accogliendo ciò che si vede,
l imparare alcune tecniche per fare diventare l'atteggiamento di non sforzo il proprio modo di guardare,
l eliminare tensioni mentali e fisiche, come mal di testa e stanchezza agli occhi.
Poiché chi ha problemi di vista non ha un respiro tranquillo e profondo, ma superficiale e trattenuto (apnea), durante gli esercizi è importante respirare e ridare ossigeno agli occhi.
SPECCHIO DELL'ANIMA
Trattandosi di una tecnica olistica, il recupero della vista deve quindi passare anche attraverso una consapevolezza interiore che permetta di affrontare le radici del problema.
I disturbi visivi possono, infatti:
l essere il frutto di una visione negativa del mondo;
l evidenziare l'incapacità a relazionarsi con l'esterno e non solo con se stessi, poiché la vista è il principale organo di senso che corrisponde alla comunicazione.
Come è fatto l'organo
La parte anteriore dell'occhio è formata dalla cornea, nel cui centro sono visibili:
l l'iride, il cui colore varia da persona a persona,
l la pupilla, che si dilata o si restringe a seconda degli stimoli luminosi.
La parte posteriore include la sclera, biancastra, da cui emerge il nervo ottico.
Il nucleo è composto da:
l il cristallino,
l l'umor vitreo
Gli occhi rivelano come ci rapportiamo nei confronti degli eventi positivi o negativi: per esempio, di fronte a un trauma o a un problema famigliare, lo sguardo si blocca e rimane per lo più fermo. Altre volte, invece, chi non può vedere non vuole vedere: per esempio, un presbite potrebbe essere una persona che, subendo i problemi legati all'età e non volendo vedersi le rughe, abbassa lo sguardo e non vede più da vicino.
In termini tecnici si dice che la mente la preso "provvedimenti economici": i disturbi visivi sarebbero, in pratica, un modo per difendersi dagli eventi o dalle persone.
E' quindi importante capire che cosa si nasconde dietro un disturbo visivo perchè, se si arriva alla causa, si può migliorare la vista e il proprio benessere.
E' fondamentale, però, che il metodo venga praticato con consapevolezza, motivazione e costanza.
Nel 1919 Bates elaborò il metodo con lo scopo di curare difetti visivi ritenuti insolubili come miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo. Basato su una serie di esercizi e metodologie specifiche, il metodo di Bates ritiene sia inutile, o peggio dannoso, utilizzare gli occhiali.
tratto da http://www.lastampa.it del 4 marzo 2009 a firma di Luigi Mondo e Stefania Del Principe
Cerchiamo di vederci chiaro riguardo a un metodo di cura dei difetti della vista che ritiene gli occhiali un pericolo. È il cosiddetto metodo Bates che prende nome dal suo ideatore, il dottor William Horatio Bates (1860 – 1931).
Nel 1919 Bates elaborò il metodo con lo scopo di curare difetti visivi ritenuti insolubili come miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo. Basato su una serie di esercizi e metodologie specifiche, il metodo di Bates ritiene sia inutile, o peggio dannoso, utilizzare gli occhiali. La stessa cosa dicasi per gli interventi chirurgici deputati alla soluzione di problemi visivi.
Secondo il dottor Bates la persona che inizia a usare gli occhiali, favorisce inconsapevolmente il peggioramento della vista: difatti, gli occhiali, secondo la sua teoria, innescano un processo che richiede l’utilizzo nel tempo di lenti sempre più potenti.
Egli stesso ebbe a dichiarare che: “gli errori di rifrazione, inclusa la presbiopia, sono dovuti non a cambiamenti organici nella forma del globo oculare o nella costituzione del cristallino ma a un funzionale, e perciò curabile, disturbo nell’azione dei muscoli estrinseci”. Un problema, quindi, che riguarda i muscoli e il loro eventuale allenamento.
Ma, per capirne di più, abbiamo chiesto delucidazioni a Laura Canepa, Ortottista, Assistente in oftalmologia e insegnante di Educazione Visiva diplomata presso la Specialità di Oculistica dell'Università di Genova.
Al momento sembrerebbe che nessun lavoro scientifico abbia dimostrato l'efficacia del metodo Bates. Secondo questo metodo gli occhiali non solo non risolvono il problema della vista ma, anzi, lo peggiorano. Può dirci qualcosa in merito?
"Come tutti gli ausili anche gli occhiali dovrebbero essere utilizzati ‘al momento del bisogno’. Per fare un esempio banale: il miope che inizia ad aver bisogno della correzione per vederci da lontano non ha senso che li usi per vederci da vicino poiché qui ci vede bene. In tal modo innesca uno stress da iper-accomodazione che anziché aiutare ‘solo’ al momento del bisogno, costringe l'organo ad adattarsi alla lente anziché il contrario (compensare il deficit ). Basta poco per comprendere che, specie all'inizio dell’insorgere della miopia, non è il caso di tenere l'occhiale anche per ‘guardare nel piatto’. Inoltre, la funzione visiva come tutto il resto della nostra fisiologia, è soggetta a lievi cambiamenti: è una sorta di elastico che può avere dei momenti di defaillance... e si può anche riprendere”.
“Anche la vista, come tutto il nostro corpo, ha bisogno di essere allenata per dare il meglio e anche gli occhi, che sono mossi da ben 12 muscoli oculomotori rispondono alla ‘ginnastica’ con grandi risultati. L’occhiale non favorisce questo movimento poiché la lente ha un campo di visione ristretto nell’ambito del quale l’occhio si muove sempre meno. Meno movimento = meno vista. Quindi, l’occhiale va visto come un ausilio da usare a seconda del bisogno e non come uno strumento da tenere sempre, in modo da lasciare all’occhio la possibilità di rimanere flessibile e superare eventuali momenti di stanchezza.
Fino ad oggi solo gli occhi, rispetto a tutto il corpo, sono stati esclusi dalla terapia riabilitativa. In caso di una distorsione di una caviglia non salterebbe in mente a nessuno di tenere per sempre il tensoplast o il tutore che ha contribuito a superare il momentaneo disagio e guarire".
Come sono fatti gli occhiali a reticolato? Come “funzionano” esattamente?
"Gli occhiali a reticolato sono una vera e propria ‘rete’ con buchi più meno diversi nella loro grandezza che suggeriscono agli occhi il movimento perduto, poiché gli occhi che non vedono bene tendono a ‘fissare’, a bloccare nella tensione nel cercare di vedere meglio. Mentre, invece, più gli occhi sono fermi e peggio vedono. Quindi, gli occhiali a reticolato favoriscono il movimento e questo è utile per tutti i difetti visivi e possono essere utili anche per qualche patologia. Favoriscono quindi una sorta di ‘ginnastica’ passiva fatta in completo relax e non solo. Gli occhi che vedono meglio con l’occhiale a reticolato si rilassano sempre, lasciando andare rigidità e tensioni, nemici della buona vista. Per questo motivo anche la circolazione sanguigna migliorerà, favorita dal movimento e l’intero apparato visivo riceverà più nutrimento e più ossigenazione… favorendo gli scambi metabolici.
Sotto il profilo ‘tecnico’ possiamo dire che attraverso il foro stenopeico la direzione dei fasci luminosi diventa parallela e raggiunge la fovea (punto della macula di migliore risoluzione visiva) senza dover essere fatta convergere su di essa dal cristallino".
È vero che questi non servono solo a chi ha problemi di vista ma anche a chi è obbligato a stare parecchie ore davanti ad un monitor, a chi soffre di cataratta ecc?
"Nella risposta alla seconda domanda c’è già la soluzione in quanto i citati benefici del movimento sono evidenti in chi è costretto a una visione ravvicinata per molte ora della giornata. L’unica raccomandazione risiede nel buon equilibrio della luminosità del monitor e dell’ambiente e nel buon senso di imparare a utilizzare questo valido aiuto gradualmente poiché è giusto che il nostro sistema nervoso si abitui dolcemente a un nuovo mezzo. Tale ausilio fa fare molto lavoro ai nostri occhi. A tale proposito è bene ricordare che la retina, là dove sono accolte le immagini per essere inviate al cervello, è costituita da ‘materia grigia’, e in quanto tale va trattata con rispetto.
Per ciò che riguarda la cataratta in particolare, vale quanto detto a proposito dei fasci luminosi che raggiungono più facilmente la retina".
Quali esercizi si possono fare, quotidianamente, per migliorare la vista?
"L’educazione visiva è ricca di ‘esercizi’ per alleviare la fatica quotidiana dei nostri occhi ma possiamo ricordare i più semplici e comprensibili:
- Staccare lo sguardo dallo schermo del computer e guardare oltre… Per oltre s’intende una finestra o un bel quadro colorato se la finestra non c’è; un mazzo di fiori, una pianta o comunque qualcosa di colorato e piacevole posto lontano;
- Fare delle piccole pause in cui gli occhi si ‘allenano’” a guardare nelle varie posizioni di sguardo mantenendo la posizione e contando gradualmente aumentando i secondi. Si può partire da 5 per arrivare anche fino a 30. Arrivare delicatamente a un vero e proprio stretching dei muscoli oculari facendo delle ampie rotazioni dello sguardo in tutte le posizioni: quindi destra, sinistra, alto, basso e poi ancora in alto a destra e in basso a sinistra… e così via.
Fare delle pause con il ‘palming’ in cui si chiudono gli occhi e si pongono le mani sugli stessi, appoggiando i gomiti sulla scrivania e contando perlomeno 10 respiri consapevoli per lasciar fluire le tensioni. Si può accompagnare il palming con una visualizzazione se si è imparato a farle con un buon ‘coach della vista’.
Fare delle rotazioni del capo a destra e sinistra, e poi sempre più ampie con gli occhi chiusi e con gli occhi aperti.
Fare dei piccoli movimenti rotatori con le spalle, anche restando seduti al proprio posto di lavoro e mettendo attenzione al respiro;
- Respirare profondamente e consapevolmente pensando al diaframma e al suo movimento, ascoltando il respiro che entra… e il respiro che esce".
Nonostante il metodo Bates si stia diffondendo anche in Italia la scienza ufficiale non gli dà ancora alcuna validità scientifica, eppure molte persone dichiarano di aver ottenuto rapidamente buoni risultati. Il più importante è stato riportato nel 1942 nel libro “The Art of Seeing” scritto da Aldous Leonard Huxley che nonostante fosse quasi cieco, ha riacquistato la vista in soli 3 mesi. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?
"Il dr. Bates fu uno grande scienziato poiché ebbe intuizioni straordinarie riguardo alle connessioni occhi mente. Fu lui a studiare lo stress e a scoprire l’adrenalina e i suoi effetti. Gli odierni studi di neuroscienza stanno dimostrando ampiamente queste connessioni che consentono di comprendere meglio la risposta del nostro corpo a tutto quanto viviamo. La connessione corpo mente non può evidentemente ignorare le emozioni e tutto quanto ad esse è collegato.
Bates non parlava di emozioni come le intendiamo oggi ma di ‘sforzo’, di tensione… Gli occhi che si sforzano ‘fissano’ e bloccano il movimento. Tale rigidità riguarda tutto il corpo e i molteplici aspetti del delicato equilibrio dell’essere umano.
Per tutto il 900 la classe medica ha disconosciuto il collega americano forse perché tale tipo di ricerca e di percorso riabilitativo richiede un po’ di tempo e una partecipazione attiva del paziente che deve mettersi in gioco… e che spesso il medico non ha tempo di seguire. Nel mondo però il movimento degli Educatori Visivi ha creato una grande tendenza culturale dedicata a chi desidera essere attore della propria salute e del proprio benessere. Ho comunque la fortuna di conoscere diversi medici favorevoli al metodo rieducativo".
È possibile avere maggiori informazioni contattando Laura Canepa: laura-canepa@libero.it - http://www.vistabates.it
(Luigi Mondo e Stefania Del Principe)
Fonte: http://www.ilnuovomondo.it/artvedercichiarobates.htm
"METTI A FUOCO CON LA GINNASTICA DEGLI OCCHI"
Si chiama metodo Bates ed è una tecnica olistica secondo la quale, per correggere
difetti come la miopia e la presbiopia, occorre allenare i muscoli oculari
Tratto da "COME STAI" del mese di maggio a firma Daniela Larivei con la collaborazione di
Amalia Gorni, naturopata ed educatore visivo
Sono milioni le persone al mondo che indossano gli occhiali o portano le lenti a contatto per supplire a un difetto visivo. Per tornare a vedere, però, si può provare anche una tecnica dolce, sviluppatasi nella prima metà del secolo scorso, chiamata metodo bates.
Secondo l'Aiev, (Associazione italiana per l'educazione visiva), grazie a questa tecnica molte persone sono riuscite a riacquistare una normale e a volte eccellente capacità visiva.
Il metodo Bates, adatto a tutti anche ai bambini, non ha nulla di miracoloso: si tratta infatti di una ginnastica per i muscoli degli occhi. E' considerata, però, una tecnica olistica, cioè che mira al benessere della persona nella sua totalità.
Vedere chiaro, infatti, è un obiettivo che si raggiunge praticando quotidianamente alcuni esercizi, ma anche mettendo ordine dentro se stessi per vedere ciò che ci circonda con un'ottica diversa: i risultati possono essere davvero sorprendenti.
COLPA DELLE TENSIONI
In una visione sana tutti i fasci luminosi provenienti dagli oggetti presenti nel campo visivo vengono convogliati in un preciso punto della retina, la fovea centralis, che è la responsabile della visione nitida. E' il cristallino che, fungendo da lente, si flette in vario modo operando la deviazione della luce: è ciò che viene chiamata "rifrazione". In presenza di un vizio di rifrazione, il cristallino, per varie cause, non è in grado di convergere i raggi luminosi sulla fovea e pertanto la vista risulta sfuocata. Tuttavia, secondo il metodo Bates, i problemi di vista non sarebbero da imputare soltanto a un deterioramento del cristallino, bensì anche all'affaticamento dei muscoli degli occhi.
In pratica, in presenza di tensioni mentali, anche i muscoli degli occhi si irrigidiscono. Ne consegue che l'occhio cambia forma dando origine a specifici disturbi visivi: la retina, in pratica, resta fissata o troppo avanti o troppo indietro per permettere all'immagine di cadere a fuoco sulla fovea centralis, consentendo una visione nitida. Per esempio, in caso di:
l miopia, a causa di un anomalo allungamento del bulbo oculare, i raggi non convergono sulla fovea, ma in un punto antistante ad essa;
l ipermetropia, il bulbo è più corto del normale e il cristallino ha difficoltà ad incurvarsi per mettere a fuoco gli oggetti vicini. I raggi vengono così proiettati in un punto retrostante alla fovea
l presbiopia, si ha un irrigidimento del cristallino che lo rende incapace di flettersi a sufficienza per vedere bene gli occhi vicini;
l astigmatismo, per via di un'alterazione della curvatura della cornea (membrana trasparente che chiude anteriormente l'occhio) e della luce che risulta distorta e deviata in modo impreciso, l'acutezza visiva è confusa, in quanto ridotta sia da lontano sia da vicino.
Inoltre, sempre secondo Bates, gli occhiali possono rendere permanente e far peggiorare quello che è soltanto un disturbo momentaneo, perchè l'occhio si abitua e si adatta alle lenti diventando, così, pigro. Non solo, dopo anno di studi il medico americano aveva constatato che molte persone portavano occhiali pur non avendone bisogno.
UNO SFORZO INCONSCIO
Lo stato di tensione mentale e fisica che coinvolge anche gli occhi è stato identificato da Bates come la causa di tutti i problemi di vista. A tale proposito, il medico ha evidenziato i passi fondamentali per correggerli e cioè:
l abbandonare l'abitudine di sforzarsi di vedere bene,
l sperimentare concretamente la differenza tra sforzarsi di vedere e rilassarsi semplicemente accogliendo ciò che si vede,
l imparare alcune tecniche per fare diventare l'atteggiamento di non sforzo il proprio modo di guardare,
l eliminare tensioni mentali e fisiche, come mal di testa e stanchezza agli occhi.
Poiché chi ha problemi di vista non ha un respiro tranquillo e profondo, ma superficiale e trattenuto (apnea), durante gli esercizi è importante respirare e ridare ossigeno agli occhi.
SPECCHIO DELL'ANIMA
Trattandosi di una tecnica olistica, il recupero della vista deve quindi passare anche attraverso una consapevolezza interiore che permetta di affrontare le radici del problema.
I disturbi visivi possono, infatti:
l essere il frutto di una visione negativa del mondo;
l evidenziare l'incapacità a relazionarsi con l'esterno e non solo con se stessi, poiché la vista è il principale organo di senso che corrisponde alla comunicazione.
Come è fatto l'organo
La parte anteriore dell'occhio è formata dalla cornea, nel cui centro sono visibili:
l l'iride, il cui colore varia da persona a persona,
l la pupilla, che si dilata o si restringe a seconda degli stimoli luminosi.
La parte posteriore include la sclera, biancastra, da cui emerge il nervo ottico.
Il nucleo è composto da:
l il cristallino,
l l'umor vitreo
Gli occhi rivelano come ci rapportiamo nei confronti degli eventi positivi o negativi: per esempio, di fronte a un trauma o a un problema famigliare, lo sguardo si blocca e rimane per lo più fermo. Altre volte, invece, chi non può vedere non vuole vedere: per esempio, un presbite potrebbe essere una persona che, subendo i problemi legati all'età e non volendo vedersi le rughe, abbassa lo sguardo e non vede più da vicino.
In termini tecnici si dice che la mente la preso "provvedimenti economici": i disturbi visivi sarebbero, in pratica, un modo per difendersi dagli eventi o dalle persone.
E' quindi importante capire che cosa si nasconde dietro un disturbo visivo perchè, se si arriva alla causa, si può migliorare la vista e il proprio benessere.
E' fondamentale, però, che il metodo venga praticato con consapevolezza, motivazione e costanza.
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